venerdì 21 ottobre 2016

Il mondo del lavoro dice NO. Riesce lo sciopero del sindacalismo di base. E domani il "No Renzi Day".

Contro le politiche sul lavoro del Governo Renzi, la truffa di una Legge di Stabilità elettorale e per dare il proprio contributo contro lo stravolgimento della Costituzione.
Su queste parole d'ordine il mondo del lavoro pubblico e privato oggi ha dato vita al primo sciopero generale di un autunno caldo che quest'anno si presenta con forti connotazioni politiche. A dichiarare lo sciopero molte sigle del sindacalismo di base come Usb, Unicobas e Usi. A loro si sono uniti Adl e SiCobas, insieme a Cub/Trasporti di Roma e Lazio.  Si sono registrate chiusure di asili nido, scuole, uffici pubblici e servizi. Massiccia la partecipazione dei lavoratori del trasporto pubblico locale, con una media nazionale del 60% di adesione, destinata a salire nella fascia notturna. Fermi impianti industriali, della logistica e dell’indotto.

A Roma, dove ha scioperato il 90% del personale viaggiante in Roma Tpl, il 70% dei bus ed il 40% dei tram, sono chiuse le metro A, B1 e C, con la B fortemente rallentata. In Campania è completamente fermo il servizio ferroviario delle linee flegree, oltre l'80% in sciopero all’ANM e all’Atc Capri. A Torino si registra una percentuale di adesione in seconda fascia del 67%. Nelle varie aziende del Trentino la media è del 70%, con punte del 100% negli impianti di Egna e Castel San Pietro e chiusura di biglietterie e parcheggi gestiti dalla Sad. A Bologna, gomma 70%, ferroviario 90%. All’ATP di Genova il 30%. A Ferrara il 70%. A Gorizia il 55%; Udine il 40 % Pordenone il 35 %. A Belluno Dolomiti Bus 35%, Nord Est Mobility 80%. A Cosenza oltre il 40%.

Buona risposta nel trasporto aereo, in particolare fra il personale navigante di Alitalia e Meridiana, con voli cancellati e ritardati negli aeroporti Roma, Firenze, Pisa, Napoli, Lamezia Teme, Bologna, Genova, Milano e Olbia.


Intorno alla mezzanotte di ieri, in preparazione dello sciopero, in alcune città come Roma e Bologna, studenti e precari sono andati portare solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dei supermercati Carrefour che restano aperti tutta la notte. A Roma un corteo di circa 100 giovani si è poi snodato nelle strade del quartiere San Lorenzo, lanciando slogan contro la precarietà della vita e del lavoro e contro  la cultura della produzione e del consumo H24.
A Piacenza, snodo strategico per la logistica dove alcune settimane fa è stato ucciso Abd El Salam, operaio e delegato USB travolto da un camion durante una manifestazione sindacale, i picchetti per bloccare i camion sono cominciati dalla mattina ed i magazzini/parcheggio della GLS sono rimasti vuoti.
Sempre nella logistica, dalla mattina è stato bloccato lo snodo strategico di tutto il Meridione a Nola (Napoli) con centinaia di Tir bloccati:  all'interporto di Nola, i lavoratori della logistica sono stati in picchetto insieme  a quelli di Almaviva, licenziati Fiat, precari, bloccando la circolazione delle merci.

“A Renzi, che tenta di screditare questo sciopero generale, rispondiamo che le migliaia di lavoratrici e lavoratori oggi in sciopero ed in piazza in tutta Italia dimostrano che non si sono fatti ingannare dalle mancette concesse in questa legge di stabilità, che su 27 miliardi ne dà 20 a banche imprese e che regala l’ennesimo condono agli evasori”, attacca Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo confederale USB.

“Non ne possiamo più di lavorare senza diritti, con salari miseri, in uno stato di assoluta precarietà senza contratti e senza certezze per il futuro. Dicono basta i giovani – prosegue il dirigente USB - che trovano solo lavoretti e voucher; i pensionati, che non ce la fanno più a sopravvivere; i vecchi e nuovi poveri che perdono la casa, o che non riescono a pagarsi le cure minime necessarie; i nuovi schiavi, che si curvano nei campi di pomodori delle nostre campagne per pochi euro il giorno”.
“Le piazze di oggi e di domani (No Renzi Day, ndr) rappresentano un passaggio importante, un punto di partenza per riaccendere quel conflitto sociale che solo può produrre un mutamento radicale e positivo delle condizioni di questo paese e delle decine di milioni di persone che ci vivono”, conclude Tomaselli.

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