A quanto accertato, il cemento e calcestruzzo in questione erano prodotti da una società riconducibile, secondo gli inquirenti, all'ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis e all'imprenditore calabrese Domenico Gallo, tra gli arrestati dell'indagine dei carabinieri del comando provinciale di Roma.
"L'iniziale fornitura era acqua mentre la seconda non scendeva nemmeno dalla canalina e si intasa pure la pompa", si legge nelle carte dell'inchiesta.
Per il gip Gaspare Sturzo, De Michelis e Gallo "rappresentano lo zoccolo duro della cellula associativa" aggiungendo che è stato "visto in più occasioni come il cemento e il calcestruzzo forniti dalla Breakout srl siano di qualità non idonea all'utilizzo per le opere pubbliche di progetto". Per gli investigatori il sodalizio è riuscito ad ottenere dalle ditte esecutrici dei lavori contratti (tra consulenze, commesse e forniture) per oltre 5 milioni di euro a favore delle aziende a loro riconducibili. E ciò sarebbe frutto di operazioni corruttive, con la complicità di funzionari e dirigenti del General Contractor Cociv.
In un'altra intercettazione un arrestato sottolinea che "si deve raggiungere un'amalgama". "Perché, chi fa il lavoro... la stazione appaltante...i subappaltatori... deve crearsi un'amalgama - dice - perché se uno tira e un altro storce non si va mai avanti". E per evitare ostacoli il sodalizio avrebbe mirato anche ad alcuni uffici. "Questa è la volta buona che gli diamo una spallata come si deve. Ed è un ufficio che abbiamo sotto e non abbiamo rotture di scatole", ha detto uno degli indagati in una conversazione contenuta nell'ordinanza. "Togliamo un pò di gentaglia da mezzo", avrebbe replicato l'ex direttore dei lavori, Giampiero De Michelis.
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