Pier Carlo Padoan: "Se la Ue boccia la manvora è l'inizio della fine".
Nei prossimi giorni Padoan vedrà il commissario europeo responsabile per i conti pubblici Pierre Moscovici, ma è ottimista: il peso delle una tantum nella manovra "sarà ridotto" e "le accuse di mance e condoni in vista del referendum sono ridicole". "Aspettiamo di vedere le stime di novembre della commissione sulla crescita ma - afferma - conto di non rimanere deluso".
E in risposta al fatto che l'Italia chiede un 2,3 per cento di rapporto deficit-pil mentre la commissione sembra intenzionata a concedere al massimo un 2,2 per cento, il ministro afferma: "Dal 2011 in poi l'Italia ha speso miliardi e miliardi per affrontare un'emergenza migranti che non era e non è un problema solo suo, ma dell'intera unione. E nessuno ci ha finora riconosciuto questo impegno economico. Qualche mese fa alla Turchia sono stati riconosciuti dall'Europa 3 miliardi proprio per far fronte all'emergenza migranti".
E sulla stima di una crescita del pil all'1% nel 2017 sottolinea: "Ci contiamo e lo consideriamo una stima prudente, del resto anche l'ufficio parlamentare di bilancio l'ha validata alla luce delle misure contenute nella manovra. Si parla poco del cuore della manovra dove ci sono gli interventi sulle imprese e sulla produttività che hanno un forte effetto sulla crescita: confermiamo il superammortamento per l'acquisto di beni strumentali e introduciamo l'iperammortamento per investimenti materiali e immateriali in nuove tecnologie. E mettiamo due miliardi aggiuntivi per la realizzazione di opere pubbliche.
Aspettiamo di vedere le stime di novembre della commissione sulla crescita ma conto di non rimanere deluso".
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