domenica 23 ottobre 2016

lettere dal carcere


ascia
Siamo di nuovo in una fase di stallo, come abbiamo purtroppo ripetuto più volte nel corso di questi anni, cosa forse concepibile visto lo scomodo argomento che il parlamento dovrà prima o poi trattare, ma i tempi della politica non sono sopportabili quando entrano in conflitto con la devastazione della vita quotidiana, alla quale vengono destinati molti cittadini rispettabili che hanno il solo torto di apprezzare la pianta di cannabis. 
Come testimonianza e soprattutto come promemoria per i parlamentari che ci leggono, pubblichiamo un estratto del “diario dal carcere” di Rimini, dove il nostro amico e collaboratore Pierpaolo Grilli è rinchiuso da 2 mesi, dovendo subire uno stato di costrizione che mal si addice alla sua natura pacifica e generosa, in modo che possano prendere atto che la finigiovanardi non è mai morta del tutto e che troppe persone continuano a pagare solo per difendere il proprio stile di vita e le proprie convinzioni.
__________________________________________________________________________
Rimini 09/10/2016
Cari amici di ASCIA, sono passati due mesi dall’inizio della mia detenzione, dall’ultima ingiustizia subita da questo Stato proibizionista. Sono nel fondo del baratro e non vedo alcuna possibilità di uscita a breve tempo, la fini-giovanardi è stata abrogata da due anni e mezzo ma, come devo constatare sulla mia pelle, purtroppo continua a procurare guai a noi estimatori della canapa. L’ingiustizia operata nei miei confronti ritengo sia gravissima, anche perché ho avuto modo di apprendere che alcuni detenuti hanno da scontare una pena inferiore alla mia, pur avendo commesso reati ben più gravi e socialmente pericolosi. Anche se tutti qui hanno capito la mia situazione e sanno che non dovrei essere in questo posto, devo sottostare al trattamento riservato a tutti i detenuti. Devo ammettere che il personale di questo carcere sembra gentile e disponibile rispetto alle precedenti esperienze carcerarie e in questo clima cerco di vivere la mia carcerazione nel modo più “tranquillo” possibile, anche perché ogni sei mesi di buona condotta è previsto uno sconto di 45 giorni di detenzione, che sono 3 mesi in meno per ogni anno e a nessuna persona di buon senso verrebbe in mente di rinunciarci per motivi stupidi. Certo, ogni tanto qualcuno scoppia, fa scoppiare qualcun’altro e …scoppiano le liti, io cerco di resistere, pensando che l’ingiustizia che sto subendo è superiore a qualsiasi altra provocazione, cerco di non coltivare cattive emozioni come rabbia o depressione, che qui dentro, ancor più che fuori, possono avere un effetto devastante. Cerco di vivere il carcere come un’esperienza monastica, ma anche come un viaggio su un’astronave di folli diretta verso il pianeta Solitudine, dove sbarcheremo a fine pena. Mi alleno ogni giorno nelle arti marziali e pratico yoga quotidianamente e per tre volte alla settimana ho la possibilità di fare un allenamento più lungo nel cortile grande, mi sento sempre più forte e resistente e almeno questo mi da soddisfazione e salute. Nel carcere le “domandine” son il propulsore dei detenuti, se ne devono fare per ogni richiesta e in virtù di ciò ora posso telefonare ai miei familiari (10 minuti, una volta a settimana), al mio avvocato (10 minuti, due volte al mese), posso andare in biblioteca e prendere 2 libri alla volta, ogni settimana ricevo la visita dei miei figli, che mi dicono che i miei cavalli e i gatti stanno bene e mi portano i saluti dei miei vicini, che ancora non si capacitano della mia disavventura! Per passare il tempo sto seguendo diversi corsi organizzati per i detenuti: teatro, addestramento cani da soccorso, fotografia, ceramica e ho appena fatto l’ennesima “domandina” per frequentare il corso di formazione per pasticciere, ma non so se mi prenderanno perché è previsto per soli 8 detenuti. Ho comprato il fornello a gas e due pentole antiaderenti per cucinare in cella i miei piatti vegani, ma anche dalla cucina del carcere mi arrivano piatti vegani e devo ammettere che mangio abbastanza bene e abbondante, mi piace condividere il cibo che preparo con i miei compagni di cella, che come me non sopportano il fumo del tabacco, una cella per non fumatori! Per fortuna uno di loro è sempre allegro, abbiamo fatto amicizia e parliamo e scherziamo (per quel che è possibile) e il tempo dell’attesa, infinita, passa meglio. La sera, alle 20, ci rinchiudono nelle celle, ci guardiamo i telegiornali nazionali e quello locale della Romagna, dove vediamo chi arrestano a Rimini e verrà ospite nel nostro carcere, a seguire un film o una partita fino alle 11, mezzanotte e poi a nanna. Ogni due ore passano le guardie, accendono le luci della cella per controllare che nessuno è evaso e io mi sveglio ogni volta, ma poi mi riaddormento. All’alba mi sveglio, uso il bagno per primo e poi, mentre i miei compagni ancora dormono, faccio un po’ di yoga fino a che non si svegliano, poi mentre loro fanno colazione e fruiscono del bagno me ne sto sul letto alto del castello in attesa di poter degustare la mia colazione: frutta, fiocchi d’avena o fette biscottate e frutta secca. Poi, alle 9, la giornata inizia di nuovo, con l’allenamento o uno dei corsi …e le settimane passano! Mi concentro sulla salute, che non manca per fortuna, e resisto cercando di vivere serenamente questo periodo, ma già so che il peggio deve ancora arrivare e per assurdo sarà la mia liberazione, quando tornando a casa la solitudine e la povertà mi travolgeranno (per queste vicende dovrò pagare 24.000 euro …bah!). Se mi scrivete mi fa piacere, buona libertà, vi abbraccio.
Pierpaolo
_____________________________________________________________________________
Per chi volesse scrivere a Pierpaolo: Pierpaolo Grilli c/o Casa Circondariale di Rimini Via S. Cristina 19 –  47900 Rimini
Per chi potesse contribuire con una donazione:
Carta Postepay 5333171003579808 – intestata a Maria Cristina Uderzi – C.F. DRZ MCR 58H62 B132J

Nessun commento:

Posta un commento