martedì 4 ottobre 2016

Referendum Costituzionale. Le ragioni del mio NO al referendum.

Il più forte non sarebbe sempre il più forte se non trasformasse la forza in diritto e l’obbedienza in dovere. (Jean Jacques Rousseau).

referendum voterò noLE CINQUE FASI CHE, A PARTIRE DAL 1980, HANNO PORTATO  ALLA DEMOLIZIONE DELLA COSTITUZIONE
LA DEMOCRAZIA È FINITA. NE ABBIAMO ESPORTATA TROPPA …E NON NE È RESTATA PIU’ PER NOI!




Dopo 35 anni (1945 – 1975) di una Politica che comandava sull’Economia ne sono iniziati altri 35 (1980 – oggi) in senso opposto, in cui l’Economia comanda sulla Politica. 

SOVRANITÀ + SPESA PUBBLICA : COMANDA LA POLITICA
Lo Stato e gli organismi territoriali controllati democraticamente dai cittadini promuovono una distribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso.
Dal dopoguerra in avanti, lo sviluppo del nostro paese si è basato su alcuni principi cardine che hanno portato l’Italia ai primi posti in Europa per capacità produttiva e industriale e nel Mondo come capacità di risparmio. Eccoli:
            Una SPESA PUBBLICA POSITIVA: il “miracolo economico” del trentennio 1945/1975), che si è tradotta in investimenti pubblici (rete elettrica, idrica, stradale, ferroviaria, sanitaria, postale, ENI, IRI ecc). In questo quadro di progresso economico si realizzò il MIRACOLO ITALIANO.
Questa spesa ha portato ad una SANITA’ PUBBLICA di eccellenza e ad un altrettanto eccellente SISTEMA PENSIONISTICO.
            Un Comune, in quel trentennio, era considerato VIRTUOSO se investiva in Infrastrutture e Servizi sociali per i suoi cittadini. E i mutui contratti per farlo erano garantiti dallo Stato che poteva battere moneta perché aveva la SOVRANITA’ MONETARIA.
La SPESA PUBBLICA, lo STATO SOCIALE altro non erano che REDDITO dato dallo Stato ai cittadini, un reddito che dava origine a CONSUMI e RISPARMI. Quei risparmi che hanno permesso all’80% delle famiglie italiane di acquistarsi la casa.

            Le Banche d’affari erano distinte dalle Banche commerciali, i Capitali non potevano circolare liberamente e la Banca d’Italia dipendeva dai Governi, i quali erano così dotati di efficaci strumenti per contrastare contingenze negative come le ricorrenti crisi economiche globali che hanno afflitto il Capitalismo fin dalla sua nascita.
            La Politica, dunque, comandava l’Economia.
Gli Aumenti salariali e la Scala Mobile ottenuti da lotte imponenti dei lavoratori completavano il quadro di quella che definiamo LA SOCIETA’ DEL BENESSERE.
            Di pari passo andava lo sviluppo della Democrazia: il DECENTRAMENTO e la PARTECIPAZIONE dei cittadini erano le parole d’ordine. Nelle città i Consigli di quartiere, nella rete sanitaria le USL. I cittadini avevano voce in capitolo.
L’Italia di oltre Ottomila Comuni, l’Italia di oltre Ottomila Sindaci, è stata l’Italia del Benessere.
MERCATO + AUSTERITA’: COMANDA L’ECONOMIA
Lo Stato e gli organismi territoriali sottoposti alle logiche di mercato e sotto la direzione di manager aziendali diventano un mezzo  per estrarre ricchezza dal basso e spostarla verso l’alto.
Un forte movimento, soprattutto di giovani, verso la fine degli anni Settanta, intuisce la portata di questo attacco, ma viene combattuto e sconfitto in particolar modo dai Partiti della Sinistra.
Ed è proprio a partire da quella sconfitta, all’incirca dal 1980, che inizia la riscossa delle Classi Dominanti, che si articola in 5 fasi.
1) A partire dal 1980 inizia la riscossa dell’Economia contro la Politica. Una massiccia campagna mediatica internazionale sostenuta con miliardi di dollari per dire che il Pubblico è inefficace e corrotto e il Privato bello ed efficiente. Efficienza, Economicità, Libero Mercato sono le nuove parole d’ordine, a partire dal memorandum Powell nel 1971.
Enrico Berlinguer in Italia esalta l’AUSTERITA’ e il contenimento dei consumi. Nel gergo della sinistra le RIFORME prendono il posto della lotta di classe. Non si lotta più per il salario, l’orario di lavoro e per migliori servizi sociali ma per le RIFORME volute e richieste dai nuovi poteri sovranazionali che comandano in nome dei MERCATI.
2) il modello è l’Azienda: le privatizzazioni degli anni ’90 vengono realizzate dalla Sinistra che muta geneticamente. Il PCI poi PDS/DS/PD diventa il partito dei “conti in ordine”, delle tasse e delle liberalizzazioni. Le USL diventano ASL (“A” come “Azienda”), le Coop e le Municipalizzate diventano S.p.A. Si taglia la scala mobile (indennità di contingenza) che significa taglio dei salari. La concertazione, auspicata da Trilateral e FMI, infine, neutralizza definitivamente i Sindacati. La Banca d’Italia non dipende più dal Governo Italiano (dal 1981, anno del divorzio tra Banca e Tesoro) ma dalla BCE, i Capitali finanziari vengono liberati dall’obbligo di investire in Italia e vanno all’estero (dal 1988), tra Banche d’affari e Banche commerciali (dal 1994) non c’è più distinzione di compiti, e tutte fanno solo speculazione a spese dei risparmiatori.
3) lo Stato Sociale costa troppo: la crisi del sistema finanziario viene imputata alla spesa sociale.
La Società del Benessere diventa Società del Malessere.
Il valore di un servizio per i cittadini si misura solo dal profitto che dà: si tagliano di conseguenza Istruzione, Pensioni, Trasporti, Sanità. E questo spiega perché anche la Sanità diventa un affare, e non più un servizio… prima vengono i bilanci, i soldi… e poi l’assistenza sanitaria.
Ecco cosa sono le RIFORME.
L’introduzione dell’Euro, con la cessione della Sovranità, è servita a questo: a realizzare uno spostamento immenso di ricchezza dal basso vs l’alto.
4) bisogna adeguare la legislazione a questa nuova architettura sociale in cui tutto deve funzionare come una AZIENDA: scompare lo Statuto dei Lavoratori e parte il Jobs Act, con cui ritorniamo a prima degli anni ’60.
Ecco, di nuovo, le RIFORME !
5) bisogna adeguare le Istituzioni e la Costituzione a questa nuova architettura sociale, in cui comanda chi non è eletto dal popolo. È il modello Europeo. Il trionfo della tecnocrazia.
E NOI SIAMO ESATTAMENTE ALLA FINE DI QUESTA FASE.
            Cruciale, perché segna la scomparsa definitiva della Democrazia e l’avvento di un nuovo Stato Feudale, in cui chi è ricco ha tutti i diritti e chi non lo è non ne ha nessuno. L’accentramento di funzioni nelle Unioni dei Comuni e nelle Città Metropolitane (organismi di non eletti) espropria i cittadini della possibilità di partecipare. L’acqua viene privatizzata, nonostante i cittadini abbiano votato a maggioranza, in un referendum, contro la privatizzazione. Pezzi di Sanità Pubblica vengono prima smantellati e poi consegnati ai privati, nonostante i cittadini si esprimano democraticamente contro (vedi la vanificazione del Referendum sulla Sanità nella Regione Toscana).
            J.P. Morgan, la potente banca d’Affari statunitense (quella cui il Governo Renzi ha “affidato” il Monte dei Paschi di Siena), chiede di riformare le Costituzioni antifasciste europee, sostenendo che la nostra Costituzione “È troppo socialista, garantisce la protezione costituzionale dei diritti dei lavoratori e contempla il diritto della protesta contro i cambiamenti dello status quo politico”.
Ecco dunque cosa significano le RIFORME costituzionali!
            Il Pareggio di Bilancio inserito in Costituzione (Art. 81) nel 2011 e imposto sotto il ricatto dello spread, è stato il cavallo di Troi(k)a per giustificare l’Austerità. E questo nonostante nel 1988, 2007 e poi 2014 la Corte Costituzionale abbia affermato che i principi fondamentali non possono essere oggetto di revisione costituzionale.
L’Art. 81 è stato lo strumento per cambiare la politica sociale del nostro Paese espropriando lo Stato e anticipando lo smantellamento della Costituzione tutta. I seguenti articoli diventano incompatibili col principio del Pareggio di Bilancio: Art. 1, 2, 3c2, 4, 9, 32, 35, 36, 37, 38, 41, 42, 43.
La fase finale di questo percorso di adeguamento ai rapporti di forza esistenti sarà una nuova Costituzione basata su AUSTERITÀ ed ESCLUSIONE dei cittadini da ogni livello decisionale. L’ AUSTERITÀ, da ‘emergenziale’, diventa ‘costituzionale’.
Siamo al definitivo affossamento della democrazia, anche sul piano puramente formale.
E quindi dico NO. Anche se la compagnia di tanti vergognosi e sinistri personaggi che hanno portato al disastro attuale votando e rivotando cessione di sovranità, pareggio di bilancio e altre porcherie del genere mi fa ribrezzo.
Se verrà cambiata la Costituzione non voglio che sia fatto anche “in mio nome”.

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