lunedì 2 maggio 2016

Ttip, Greenpeace svela i documenti segreti della trattativa Usa-Ue. Monica Di Sisto (intervista audio): "L'Ue racconta fandonie".

Sedici file su tutti i temi principali del Ttip. I militanti olandesi di Greenpeace stavolta sembra che abbiano fatto davvero il "colpo del secolo".
Sono riusciti a mettere le mani, e pubblicare, alcuni documenti riservati (circa 248 pagine) che Usa e Ue si sono scambiati in questi ultimi mesi per tentare di far arrivare in porto il testo finale del trattato transatlantico sul commercio. Si tratta in pratica dei testi portati al tavolo della negoziazione che si è tenuto la settimana scorsa a New York.
“La documentazione resa pubblica oggi” sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, “dimostra quello che da tempo la campagna Stop TTIP denuncia: il TTIP è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia. Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il TTIP sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio”.

La grande mole di documenti e in queste ore è in visione presso i militanti di Stop-Ttip a livello europeo. E quindi sapremo nei prossimi giorni quali sono i passaggi più compromettenti. In questa intervista audio (qui), Monica di Sisto , di Stop-Ttip Italia, sottolinea che dai primi riscontri si capisce benissimo che la commissaria dell'Ue Malmstrom sta tradendo il mandato a lei affidato dai vari governi. 
“L’Unione Europea ha detto di avere ottenuto protezioni per settori sensibili della nostra vita quotidiana” dichiara Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, “come l’agricoltura, il cibo, i prodotti di qualità, ma sono ancora tutti aperti e in molti casi è evidente che li sta solo usando come merce di scambio per quello che vuole davvero: appalti, lavoro senza garanzie e a basso costo, finanza e privatizzazioni senza controllo sulle due sponde dell’Atlantico. Dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio dobbiamo essere tanti e uniti per ottenerlo”.

La serie di documenti pubblicati in questi giorni da "Le monde" conferma che la discussione è parecchio squilibrata. Gli europei sembrano più impegnati e interessati al negoziato, soprattutto perché vorrebbero ottenere un accesso più grande al mercato americano, vorrebbero il riconoscimento dell’indicazione geografica tipica e la denominazione di origine (come nel caso del Parmigiano o dei vini) e l’armonizzazione degli standard industriali. A loro volta, gli americani restano sulle loro rigide posizioni, poco entusiasti dell’accordo. E non hanno ancora prodotto proposte su molti capitoli del negoziato. Nonostante l’insistenza europea, rifiutano sempre, dopo dodici cicli di negoziati, di aprire le discussioni sulla cooperazione normativa nei servizi finanziari. Di fatto, dicono a Greenpeace, il Ttip colpisce duramente e mortalmente il principio di precauzione, che consente oggi all’Europa di rifiutare certi prodotti e certe pratiche proprio in nome della salute o dell’ambiente. Il Trattato rovescia l’onere della prova, e costringe le autorità europee a giustificare ogni decisione con le prove tangibili della loro pericolosità. Nonostante le assicurazione della commissaria europea, gli europei non fanno riferimento ad alcuno di questi principi fondamentali di precauzione nel documento consultato. Nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c’è alcun riferimento a quel Principio di precauzione che l’Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare.
“Nella Cooperazione regolatoria” dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia “emerge come la cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative venga fatta al di fuori degli occhi indiscreti degli organismi democraticamente eletti. A dirigere i giochi la Commissione Europea e le Agenzie federali statunitensi. E senza il minimo accenno, peraltro, al Principio di Precauzione”.

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