I pericoli che corre Venezia derivano dall’innalzamento delle acque e
dall’erosione costiera, proprio come gran parte delle isole, delle
lagune e delle coste basse del mondo.
Secondo il dossier di 108 pagine sono però a rischio anche le montagne dorate dell’Altai in Russia, alcuni dei moai de Parco Nazionale di Rapa Nui nell’isola di Pasqua, i monumenti storici e il porto della città di Cartagena in Colombia, l’ecosistema marino della Nuova Caledonia e la laguna meridionale delle Rock Islands di Palau, con le sue 385 specie di corallo e diversi tipi di habitat.
Una nota Onu sottolinea che «A Venezia, un aumento delle acque dell’Adriatico ha già danneggiato centinaia di edifici arrivando ormai al di là delle basi in pietra pensate dagli architetti dei secoli passati per proteggere i mattoni che costituiscono le pareti degli edifici mentre le infiltrazioni nocive di acqua salata stanno progressivamente danneggiando anche opere artistiche celebri, i mosaici pavimentali della basilica di San Marco, le cui piccole tessere colorate sono intaccate dalla salinità, o il cenotafio di Antonio Canova nella chiesa di Santa Maria dei Frari, le cui statue sono ormai più spesso bagnate che asciutte e presentano squamature e piccoli rigonfiamenti a causa dell’umidità che si accumula nel marmo».
Il patrimonio artistico e storico di Venezia non è l’unico ad essere in pericolo per i cambiamenti climatici: nel 2012 a New York la Statua della Libertà è stato danneggiata dal super-uragano Sandy e negli Usa è a rischio clima anche lo Yellowstone National Park. In Europa, oltre a Venezia e alla sua laguna, sono a rischio siti neolitici Orkney e Stonehenge, Avebury e siti associati (Gran Bretagna) e il mare di Wadden (Olanda, Germania e Danimarca)
Secondo il dossier di 108 pagine sono però a rischio anche le montagne dorate dell’Altai in Russia, alcuni dei moai de Parco Nazionale di Rapa Nui nell’isola di Pasqua, i monumenti storici e il porto della città di Cartagena in Colombia, l’ecosistema marino della Nuova Caledonia e la laguna meridionale delle Rock Islands di Palau, con le sue 385 specie di corallo e diversi tipi di habitat.
Una nota Onu sottolinea che «A Venezia, un aumento delle acque dell’Adriatico ha già danneggiato centinaia di edifici arrivando ormai al di là delle basi in pietra pensate dagli architetti dei secoli passati per proteggere i mattoni che costituiscono le pareti degli edifici mentre le infiltrazioni nocive di acqua salata stanno progressivamente danneggiando anche opere artistiche celebri, i mosaici pavimentali della basilica di San Marco, le cui piccole tessere colorate sono intaccate dalla salinità, o il cenotafio di Antonio Canova nella chiesa di Santa Maria dei Frari, le cui statue sono ormai più spesso bagnate che asciutte e presentano squamature e piccoli rigonfiamenti a causa dell’umidità che si accumula nel marmo».
Il patrimonio artistico e storico di Venezia non è l’unico ad essere in pericolo per i cambiamenti climatici: nel 2012 a New York la Statua della Libertà è stato danneggiata dal super-uragano Sandy e negli Usa è a rischio clima anche lo Yellowstone National Park. In Europa, oltre a Venezia e alla sua laguna, sono a rischio siti neolitici Orkney e Stonehenge, Avebury e siti associati (Gran Bretagna) e il mare di Wadden (Olanda, Germania e Danimarca)
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