controlacrisi.org fabrizio salvatori
Il giovane, residente a Verderio, in provincia di Lecco, è rimasto
schiacciato da una rastrelliera di due tonnellate. Ancora non è chiaro
se il macchinario che trasportava il pezzo, la rastrelliera, abbia
ceduto, oppure se sia stata abbassato più del necessario. La
rastrelliera ha colpito il giovane alla testa. Le urla hanno attirato i
colleghi, che hanno subito bloccato i macchinari e chiamato i soccorsi.
Ma le manovre di rianimazione dei medici non sono servite a salvare la
vita del ragazzo.
Da tempo il sindacato andava denunciando le condizioni di lavoro alla De Lucchi di Trezzano Rosa e chiediamo all’azienda di intervenire sulle questioni della sicurezza, in particolare attivando procedure che annullino i rischi nella fase della movimentazione dei carichi.
“La morte di un operaio è una tragedia a prescindere –si legge in un comunicato della Fiom- ma in questo caso c’è un elemento che accresce la rabbia: il giovane, assunto con contratto di somministrazione, era in fabbrica da tre settimane e mercoledì prossimo sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro”.
Secondo il sindacato “è indecente che in una fabbrica “pesante” come una zincheria a caldo si mettano al lavoro giovani senza alcuna esperienza, senza alcuna formazione, assunti per pochi giorni e poi sostituiti da altri. In questa “giostra” all’abbattimento dei costi, che in questo paese hanno reso possibile, sono alte le possibilità di farsi male o di morire”.
Da gennaio al 20 aprile di quest’anno sono stati 271 gli incidenti mortali sul lavoro: “quante di queste morti si sarebbero potute evitare se si impedisse alle imprese di considerare un optional la salute, la sicurezza, la formazione?
La Fiom esprime un profondo cordoglio ai famigliari e agli amici del giovane operaio e si riserva di procedere, anche per vie legali, per far emergere eventuali responsabilità dell’azienda.
Da tempo il sindacato andava denunciando le condizioni di lavoro alla De Lucchi di Trezzano Rosa e chiediamo all’azienda di intervenire sulle questioni della sicurezza, in particolare attivando procedure che annullino i rischi nella fase della movimentazione dei carichi.
“La morte di un operaio è una tragedia a prescindere –si legge in un comunicato della Fiom- ma in questo caso c’è un elemento che accresce la rabbia: il giovane, assunto con contratto di somministrazione, era in fabbrica da tre settimane e mercoledì prossimo sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro”.
Secondo il sindacato “è indecente che in una fabbrica “pesante” come una zincheria a caldo si mettano al lavoro giovani senza alcuna esperienza, senza alcuna formazione, assunti per pochi giorni e poi sostituiti da altri. In questa “giostra” all’abbattimento dei costi, che in questo paese hanno reso possibile, sono alte le possibilità di farsi male o di morire”.
Da gennaio al 20 aprile di quest’anno sono stati 271 gli incidenti mortali sul lavoro: “quante di queste morti si sarebbero potute evitare se si impedisse alle imprese di considerare un optional la salute, la sicurezza, la formazione?
La Fiom esprime un profondo cordoglio ai famigliari e agli amici del giovane operaio e si riserva di procedere, anche per vie legali, per far emergere eventuali responsabilità dell’azienda.
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