domenica 29 maggio 2016

Diritto alla Casa. Action Diritti in Movimento.

LETTERA DI Fabrizio Nizi al XVI giorno di sciopero della fame.

Il Mondo in una Tenda

Action Diritti in Movimento (25 maggio alle ore 15:20
 
E' una sensazione strana che non mi era mai capitato di provare. Stare 24 ore su 24 su un marciapiede tra la gente che passa, che va e viene da lavoro, spesa, passeggiate… e tu sempre li a parlare, leggere, fare cose insieme ad altri o da solo, dopo un po' ti sembra normale e quasi quasi gli strani sono quelli che ti guardano incuriositi o che si fermano per chiedere che stai facendo, che succede. Quel pezzo di marciapiede e di parcheggio dove abbiamo montato la tenda e dove stiamo tutto il giorno ce lo sentiamo un po “casa”, il nostro spazio. Non è più anonimo ed estraneo, semplice sentiero di passaggio obbligato tra un posto e un altro a cui in genere non dedichiamo molta attenzione. E quindi lo curiamo, lo puliamo, tendiamo ad abbellirlo e renderlo gradevole perché ci “abitiamo”. Intendiamoci, non l'abbiamo privatizzato, mantiene il suo uso collettivo: le macchine continuano a parcheggiarci intorno e le persone continuano a utilizzare il marciapiede come sempre, come luogo di passaggio, comunicazione, di allenamento. Ma con la nostra presenza fisica e continua è diventato una piazza, dove c'è chi passa e chi si incontra, chi passeggia e chi legge sulla panchina, o si beve un te caldo, con i bambini che giocano e i cani che abbaiano. Dove gli amici o semplicemente quelli più curiosi vengono a chiedere come ce la passiamo, come va la nostra battaglia, quando pensiamo di smettere.

Forse è questa la cosa più importante che sto imparando alla Tenda degli scioperanti, come l'utilizzo collettivo delle cose abbia la capacità di cambiare il senso comune, di inventarne un altro, o semplicemente di farne emergere un lato nascosto. Pensavamo di esporre i nostri corpi messi a rischio per farci vedere, per comunicare la nostra rabbia e le nostre speranze. E lo stiamo facendo. Con determinazione. Ma la nostra lotta è diventata una piazza, trasformando un marciapiede anonimo in un luogo in cui persone, storie, realtà, aspirazioni si incontrano, si intrecciano, si rincorrono. Uno spazio pubblico in cui la progettazione del futuro segue di pari passo la rigenerazione del luogo, del senso comune, dell'uso collettivo.
Ma è un insegnamento anche per altri, per la città che ancora resiste, che ancora è in grado di ragionare e di provare sentimenti umani e di solidarietà oltre le sfilate del sabato pomeriggio. Per parlare di diritto alla casa siamo tornati al marciapiede, fuori dall'uscio, invadendo lo spazio pubblico dove si formano senso, immaginario e consuetudini.
Per parlare di noi, dei senza casa e di chi è costretto ad occupare stabili dismessi per non stare in strada siamo tornati in strada, in mezzo alla gente, dando un senso nuovo ad un pezzo di città che prima era solo una striscia di asfalto con qualche sampietrino.
Forse la rigenerazione delle nostre città passa anche da qui.
Dovremmo ricordarcene quando tutto questo finirà. Perché prima o poi vinceremo noi e riprenderemo a mangiare, questo è certo. Ma quel giorno di festa e di gioia dovremmo chiederci cosa resterà di questa lotta e se sia opportuno o meno che questo piccolo angolo di mondo continui a mantenere la sua forza, il suo nuovo uso collettivo e la funzione pubblica che la città gli ha dato. E allora ci tornerà in mente che quando abbiamo aperto SpinTime Labs a questo pensavamo, a come restituire alla città spazi e luoghi che della città sono sempre stati prima che qualcuno li sottraesse. Come riprogettarli ad uso collettivo. Come riconvertire le funzioni cittadine inutilizzate per dare spazio a quelle vitali e innovative, garantendo diritti, dignità, futuro.
Rivendicando il nostro diritto all'abitare contro la Delibera del Commissario Tronca che vorrebbe ricacciarci nella disperazione e senza volerlo stiamo facendo molto di più: stiamo iniziando a trasformare la città e le sue relazioni. Stiamo permettendo che persone si conoscano, costruiscano ponti, abbattano muri, allentino abitudini e pregiudizi. E che lo facciano utilizzando una piazza che prima non c'era. Quando tutto questo finirà potremmo essere soddisfatti e potremmo riposarci un po, perché tutto questo non finirà.
Fabrizio Nizi, Action diritti in Movimento...16° giorno di sciopero della fame
‪#‎vitedascarto‬ Tendone di Via Santa Croce in Gerusalemme 55

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