Lunedì Nunzio Tarchetto, primo cittadino di Vigonza e Codiverno, nel padovano, è andato personalmente in aula a ritirare i 58 smartphone dei ragazzi che hanno accettato la provocazione: "Abbiamo 'sequestrato' momentaneamente i telefonini; recuperato i dati delle sim; verificato le proprietà; acquisito una dichiarazione dei genitori; sigillato e messo nella nostra camera di sicurezza tutti i dispositivi. Lunedì vedremo chi ce l'ha fatta". Perché? "Rientra tra i miei doveri"
Una settimana senza cellulare. A lanciare la sfida ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Vigonza e Codiverno, in provincia di Padova, è il primo cittadino Nunzio Tarchetto che lunedì scorso è andato personalmente in aula a ritirare i 58 smartphone dei ragazzi che hanno accettato la provocazione del sindaco. Per sette giorni faranno digiuno, non potranno messaggiare, chattare, scambiarsi mail, navigare attraverso il telefonino. Chi riuscirà a resistere vincerà una gita al parco dei divertimenti di “Gardaland” a settembre.
L’originale proposta è nata dallo stesso Tarchetto che a tre giorni dallo sciopero del cellulare si stupisce del clamore suscitato dalla sua iniziativa e del fatto che nessun alunno sia ancora andato a bussare alle porte del palazzo municipale per farsi restituire il prezioso oggetto. “Ho quattro figli già grandi, da padre ho già passato quella fase delicata dell’adolescenza. Mi sono accorto che in qualsiasi posto andiamo, dalla chiesa, al ristorante, alla scuola siamo tutti a guardare in maniera ossessiva il cellulare. Non siamo più capaci di comunicare con lo sguardo, incontrandoci”, spiega Tarchetto.
Il sindaco di Vigonza punta il dito sui “grandi”, ma ha proposto questa idea ai ragazzi perché imparino che si può fare a meno del cellulare. Il 9 e 10 maggio scorso l’amministrazione si è presentata a scuola per presentare il concorso. Hanno incontrato tutti gli allievi (oltre 500) dei due plessi del Comune e hanno spiegato loro le regole del gioco: ritiro del telefonino compresa la sim; divieto di usare altri cellulari; adesione di mamma e papà. Lunedì scorso sono tornati a scuola dopo aver lasciato ai ragazzi sette giorni di tempo per prendere la decisione.
“Non credevo che i ragazzi si mettessero così tanto in gioco. Hanno aderito in 62: 58 hanno consegnato il cellulare e altri quattro che hanno comunicato di non possederlo. Abbiamo fatto tutto con la massima serietà com’è corretto per un’istituzione pubblica. Abbiamo “sequestrato” momentaneamente il cellulare; recuperato i dati della sim; verificato la proprietà del telefono; acquisito unadichiarazione dei genitori; sigillato e messo nella nostra camera di sicurezza tutti gli smartphone”.
Lunedì prossimo, Tarchetto, tornerà alle medie per riconsegnare i cellulari ai ragazzi: “Prima faremo una serie di verifiche per controllare che nessuno abbia barato. Faremo dei test a campione anche con le famiglie”, spiega il sindaco. I “resistenti” si guadagneranno una giornata al parco di Gardaland con una compartecipazione alle spese simbolica di otto euro.
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Il primo cittadino, che ha due gemelli di 27 anni e altri due figli di 25 e 21 anni, è convinto della bontà della sua proposta nonostante qualcuno abbia sollevato delle polemiche: “So benissimo che qualcuno si è opposto, altri hanno anche sparato a zero contro di me; qualche genitore avrebbe preferito che spendessimo i soldi per fare altri progetti, ma che c’è di più educativo di 62 ragazzi che scelgono di stare per una settimana senza il loro cellulare?
Certo c’è anche chi ha puntato il dito chiedendosi perché il primo cittadino ora si mette a fare anche l’educatore. Mi chiedo: cosa dev’essere il sindaco? Il responsabile della sanità, della sicurezza, dell’istruzione ma anche del buon vivere tra cittadini a partire dalla comunicazione tra i più giovani. Anche questo fa parte dei miei doveri”.
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