domenica 15 febbraio 2015

Roma, licenziata per le troppe assenze per malattia: era a curarsi dal cancro

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Simona ha 40 anni e un maledetto cancro… Un cancro che è bastato a giustificare un licenziamento. Simona è una delle tante lavoratrici che si guadagnano da vivere nei centri commerciali.
Oggi Simona è tornata a casa dopo 2 mesi di ospedale; non è stato il suo primo ricovero, forse non sarà neanche l’ultimo. Simona, sorretta dal suo compagno e dalle sue stampelle, ha trovato a farle gli onori di casa sua figlia e un bel telegramma. Un telegramma che le ha annunciato il licenziamento per “superamento del periodo di comporto”.
Mentre scrivo, provo tanta rabbia e tanto dolore; quella rabbia e quel dolore che sono tatuati sui molti del “mondo di sotto”, sempre più schiacciati dagli interessi di politicanti e imprenditori senza scrupoli.
Questa merda di società ci impone il suo modello, che non prevede la libertà, la dignità, la solidarietà, la giustizia sociale. Prevede il raggiungimento del profitto ad ogni costo, consentendo alla brama di accumulazione della ricchezza di pochi, di passare sopra a tutto e tutti.
Sopra i cadaveri dei migranti, affondati insieme ai propri sogni in fondo al Mar Mediterraneo; sopra il corpicino di Nicole, neonata morta in una fottuta ambulanza per mancanza di posti in ospedale; e si potrebbe continuare per ore, purtroppo.
Simona ha 40 anni e un maledetto cancro. A mio avviso è disumano, violento e insopportabile (anche se contrattualmente possibile), licenziare una donna che vive questo dramma personale, ci vuole davvero tanto pelo sullo stomaco. Simona avrebbe bisogno di tranquillità, emotiva ed economica, per combattere la sua battaglia più importante, la battaglia per la vita.
La mia vicinanza, la mia solidarietà e tutto il mio appoggio a Simona, sono certo che la vincerà la sua battaglia più importante. L’altra, la battaglia per i diritti e per il lavoro, l’affronteremo assieme ai suoi colleghi: assieme a Michela, a Romina, a Cosimo, ad Alessio, a Sara, e a tutti gli altri.
Perché, quella di Simona, è una battaglia che ci riguarda tutti, nessuno escluso. Perché quella ferita è anche la nostra ferita. Perché un mondo così fa schifo, fa schifo davvero!!

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