Quattro ore e mezzo di Consiglio dei ministri. Quattro ore e mezzo al termine delle quali Matteo Renzi spiega sornione che "abbiamo discusso a lungo... e con grande intensità", e Federica Guidi sorride imbarazzata e gli fa eco con un "abbiamo a lungo valutato...". Quattro ore e mezza dalle 12.30 alle 17.00 sostanzialmente per approvare quattro decreti attuativi del Jobs act e un disegno di legge, quello sulla concorrenza.
Sono stati Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin ad alzare le barricate, arrivando a ventilare l'ipotesi di rottura, di non voto del testo, qualora le "ingerenze", come le definisce un colonnello di Ncd, della Guidi non fossero state stralciate dal ddl. Lupi lamentava un intervento troppo deciso sulla regolamentazione delle autorità portuali, oggetto di uno piano di riforma allo studio del ministero dei Trasporti. Lorenzin si è opposto alla liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C al di fuori delle farmacie, oltre che a una serie di altri accorgimenti che sarebbero andati a incidere proprio sul comparto.
Un braccio di ferro che si è trasformato in una sudatissima contrattazione su ogni singolo punto. Una discussione caricatasi di tale significato che a Cdm in pieno svolgimento l'ufficio stampa del ministero della Salute tweettava dal proprio account: "Passa la linea del Ministro Lorenzi: farmaci di fascia C venduti solo in farmacia, colonna del Sistema Salute". Allo stesso modo Lupi ha fatto inviare a riunione non finita una nota, nella quale si specificava che "su richiesta del ministro delle infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi, il Consiglio dei ministri ha stralciato dal disegno di legge sul mercato e la concorrenza tutte le norme attinenti al settore della portualità".
Uniti alla conferma dei licenziamenti collettivi (a dieci minuti dal termine del Consiglio Maurizio Sacconi diramava un comunicato esultante), sui quali pure le commissioni di Camera e Senato avevano dato parere contrario, sono tre bei paletti che il Nuovo centrodestra ha piantato nel terreno del Cdm. Tre vittorie sugli unici tre nodi che fino a 24 fa sembravano ancora insoluti.
CHI VINCE - Nel disegno di legge sulla concorrenza c'è l'eliminazione del vincolo di quattro licenze massime per i farmacisti, come c'è anche la possibilità di avere soci di capitale per chi vuole investire nel settore. Tradotto: vantaggi per i grandi gruppi, svantaggi per i piccoli farmacisti di zona o di paese. Ma la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, vero spauracchio per l'intera categoria, scompare. Esulta Federfarma, dopo che nella mattinata erano state spedite al ministero 40mila firme per bloccare la legge: "Ringraziamo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin per l'impegno a tutela della salute di tutta la popolazione". Allo stesso modo vincono le autorità portuali, non intaccate dal ddl Guidi. Chiarissimo, ai limiti dell'ingenuità, Pasqualino Monti, presidente di Assoporti: ''Si tratta di una importante vittoria per l'intero cluster marittimo, per i porti, gli operatori privati e per i lavoratori del settore che si sono compattati fornendo al ministro Lupi, che si è battuto con decisione, gli strumenti e la forza indispensabili". Vincono i tassisti. Dal ddl sono infatti state stralciate le norme che prevedevano "l'eliminazione delle distorsioni concorrenziali per gli autoservizi di trasporto pubblico non di linea", misure che avrebbero favorito gli operatori come Uber e gli Ncc.
CHI PERDE - Perdono le assicurazioni, in particolar modo sul versante Rc auto. Il ddl Guidi prevede infatti sensibili sconti ai consumatori qualora l'automobilista accetti clausole finalizzate al contenimento dei costi o al contrasto delle frodi come l'installazione della scatola nera e di rilevatori del tasso alcolemico, ispezioni preventive dei veicoli e il risarcimento presso officine convenzionate. Altre norme riguardano l'obbligo di indicare i testimoni, in caso di incidenti con soli danni alle cose, non oltre il momento della denuncia, e la possibilità di recesso dalle polizze accessorie allo scadere della polizza principale. Perdono i notai. Il ddl concorrenza "elimina il divieto di pubblicità, allarga il bacino di competenza (dal distretto di Corte d'appello a tutto il territorio regionale) ed elimina il reddito minimo di 50 mila euro". Eliminate anche una serie di procedure da espletare davanti al notaio, sostituite dalla semplice firma digitale, ai quali non si dovrà più ricorrere per le compravendite al di sotto dei 100mila euro.
CHI PAREGGIA - Più contenute rispetto al previsto le norme che toccano le banche. Saranno introdotti strumenti di comparabilità delle offerte di servizi e un apposito sito Internet dovrà garantire la trasparenza nella vendita di polizze assicurative accessorie ai contratti di finanziamento e ai mutui, ma ci si ferma qui. Pro e contro anche per gli avvocati. Si apre alla possibilità di soci di capitale negli studi, di contro però i professionisti saranno obbligati ad una maggior trasparenza su parcelle e preventivi. Spostata infine dal 30 giugno prossimo al 2018 l'abolizione del mercato tutelato dell'energia .
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