La misura del governo di Milanovic, che però viene accusato di
populismo. Hanno aderito banche, operatori telefonici, assicuratori ed
enti locali: 60mila persone coinvolte, con reddito mensile fino a 162
euro.
repubblica.it
MILANO - Una misura larga e
senza precedenti, che per alcuni porta con sé la macchia indelebile del
populismo e che anticiperebbe le elezioni politiche a orolgeria. In
Croazia, da questa mattina, molti poveri non hanno più debiti. Lo ha
deciso il governo, che ha siglato un accordo con banche, compagnie di
finanziamenti e ha rinunciato in prima persona a crediti da lui stesso
vantati verso persone in tale difficoltà da ritenere che comunque non
sarebbero mai state in grado di restituire il dovuto.
La misura è
attiva da oggi, per coloro che vivono del welfare pubblico, ed è stata
voluta il 15 gennaio scorso dal governo di orientamento a sinistra.
In
un Paese dal reddito medio di circa 750 euro al mese, apre le porte a
cominciare dal 2 aprile anche ai cittadini facenti parte di un nucleo
familiare con un reddito pro capite inferiore a 1.250 kune al mese (162
euro al cambio attuale), oppure ai cittadini 'single' con reddito fino a
2.500 kune (330 euro). Per accedere bisogna poi avere a carico un
affitto e non essere in grado di onorare impegni di spesa sottoscritti
in passato: si potrà beneficiare di un'amnistia fino a circa 4.500 euro
di debito. Si calcola che la misura coinvolga fino a 60mila cittadini su
una popolazione che supera di poco i 4 milioni. Una stima di Reuters dice che le perdite ammonteranno a 309 milioni di dollari.
Il
costo complessivo del progetto "Cancella il debito" si aggira sui
210milioni di kune, ossia 27milioni di euro per le casse del governo, ma
stando alle stime dell'esecutivo dovrebbe portare benefici a breve e
lungo termine sull'economia. Se ne è detto convinto il primo ministro
Zoran Milanovic, che è riuscito a portare nell'impresa comuni, aziende
pubbliche e private fornitrici di servizi, aziende di telecomunicazioni e
nove banche.
La Croazia, entrata nella Ue ma fuori dalla zona
Euro, ha una disoccupazione vicina ai 20 punti percentuali e dal 2008 ad
oggi ha perso il 12 per cento del suo prodotto interno lordo.
L'accelerazione verso queste politiche, però, per alcuni analisti e
oppositori è
"un classico caso di populismo", come dice Timothy Ash, chief economist
della banca londinese Standard Bank. In effetti, il partito di
Milanovic retrocede nei sondaggi dietro l'Unione democratica, che si è
aggiudicata anche il round dell'elezione presidenziale.
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lunedì 2 febbraio 2015
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