lunedì 2 febbraio 2015

La Croazia cancella il debito dei cittadini poveri.

La Croazia cancella il debito dei cittadini poveriLa misura del governo di Milanovic, che però viene accusato di populismo. Hanno aderito banche, operatori telefonici, assicuratori ed enti locali: 60mila persone coinvolte, con reddito mensile fino a 162 euro.

repubblica.it

MILANO - Una misura larga e senza precedenti, che per alcuni porta con sé la macchia indelebile del populismo e che anticiperebbe le elezioni politiche a orolgeria. In Croazia, da questa mattina, molti poveri non hanno più debiti. Lo ha deciso il governo, che ha siglato un accordo con banche, compagnie di finanziamenti e ha rinunciato in prima persona a crediti da lui stesso vantati verso persone in tale difficoltà da ritenere che comunque non sarebbero mai state in grado di restituire il dovuto.

La misura è attiva da oggi, per coloro che vivono del welfare pubblico, ed è stata voluta il 15 gennaio scorso dal governo di orientamento a sinistra. 


In un Paese dal reddito medio di circa 750 euro al mese, apre le porte a cominciare dal 2 aprile anche ai cittadini facenti parte di un nucleo familiare con un reddito pro capite inferiore a 1.250 kune al mese (162 euro al cambio attuale), oppure ai cittadini 'single' con reddito fino a 2.500 kune (330 euro). Per accedere bisogna poi avere a carico un affitto e non essere in grado di onorare impegni di spesa sottoscritti in passato: si potrà beneficiare di un'amnistia fino a circa 4.500 euro di debito. Si calcola che la misura coinvolga fino a 60mila cittadini su una popolazione che supera di poco i 4 milioni. Una stima di Reuters dice che le perdite ammonteranno a 309 milioni di dollari.

Il costo complessivo del progetto "Cancella il debito" si aggira sui 210milioni di kune, ossia 27milioni di euro per le casse del governo, ma stando alle stime dell'esecutivo dovrebbe portare benefici a breve e lungo termine sull'economia. Se ne è detto convinto il primo ministro Zoran Milanovic, che è riuscito a portare nell'impresa comuni, aziende pubbliche e private fornitrici di servizi, aziende di telecomunicazioni e nove banche.

La Croazia, entrata nella Ue ma fuori dalla zona Euro, ha una disoccupazione vicina ai 20 punti percentuali e dal 2008 ad oggi ha perso il 12 per cento del suo prodotto interno lordo. L'accelerazione verso queste politiche, però, per alcuni analisti e oppositori è "un classico caso di populismo", come dice Timothy Ash, chief economist della banca londinese Standard Bank. In effetti, il partito di Milanovic retrocede nei sondaggi dietro l'Unione democratica, che si è aggiudicata anche il round dell'elezione presidenziale.
 

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