sabato 7 febbraio 2015

"Isis or not Isis, questo è il problema. E quando le teste le tagliamo noi? ". Intervento di Carmelo Albanese.

Ci sono momenti come questo, in cui bisogna saper leggere, saper vedere. Andare oltre ciò che è visibile agli occhi. Qualcuno ha inventato un posto nel mondo e lo ha popolato con individui strani. Con manichini cui ha cucito addosso, le maschere di cattivi modello. Si tratta dell'IS, ovvero: "della mostruosità". Gli abitanti di questo luogo sono dediti allo squartamento, alla decapitazione, al linciaggio e da ultimo, a mandare al rogo altri esseri umani. Insomma dediti a quelle pratiche che nei nostri Paesi civili avvenivano regolarmente almeno fino al 1723 ed erano praticati, in massima parte ma non solo, indovinate un po' da chi? Dal Papa. Si, proprio lui, che in realtà dovrebbe essere l'archetipo del bene Occidentale, contrapposto al male assoluto dello Stato Islamico dell'Iraq e al-Sham (ISIS), o più semplicemente dello Stato Islamico, IS appunto, per gli amici.

 
controlacrisi.org carmelo albanese
Insomma, anche a voler credere davvero che questo luogo ameno, che nessuno sa collocare esattamente sulla cartina geografica esista davvero e che davvero abbia quel nome così bizzarro: Is, come il verbo "essere" nella lingua del suo principale e dichiarato nemico; cosa in definitivo potremmo rimproverargli? Non certo di essere dedito a pratiche diverse da quelle occidentali, visto che solo fino a due secoli fa erano abituali anche alle nostre latitudini. Semmai potremmo rimproverare alle comparse dell'IS, già perché questa è l'idea che si è andata formando nell'immaginario del cittadino occidentale medio, che i famigerati e terrificanti terroristi nati dal nulla, siano nulla più che comparse in un pacchiano teatro di posa; di essersi fermati, o di voler tornare indietro nella storia a più di duecento anni fa. Non potremmo rimproverargli niente oltre questo. Non potremmo appellarli come popolo di taglia gole per definizione, perché lo siamo stati anche noi, ma di essere semplicemente un po' "arretrati" nelle pene stabilite per i rei. Salvo poi filmare il tutto con una telecamerina per far girare in rete i loro ardimenti. Un popolo di "arretrati" anomali, diciamo così, che sembrano conoscere meglio di uno studente di sociologia della comunicazione nostrano, l'effetto sociale dei media, per dirla con Wolf. Un manipolo di preistorici esperti di youtube. Tanto da far pensar male più di qualcuno, fino al sospetto, che sia tutta un'abile messa in scena.
Che questi arditi dell'Islam non si limitino a sembrare comparse, ma lo siano veramente. Oppure, che malgrado la ferrea volontà di rimanere nel 1700, sembrino voler salvare della modernità, l'invenzione di Méliès e dei fratelli Lumière: vale a dire il cinema. Certo, la trama di questo film di indiscutibile successo, pur verosimile e forse persino vera, vacilla un po' in alcuni punti. Eppure nessun giornalista o opinionista nostrano, sembra disposto ad approfondire i tanti pur leciti dubbi. Così, mentre i documentari naturalistici ci rivelano che anche le belve più feroci hanno una loro logica d'azione, un senso preciso cui rispondono i loro comportamenti, fosse anche il solo istinto di sopravvivenza; nessuno cerca di approfondire la conoscenza di questi signori.

Insomma, ameranno? Presumo che trascorreranno momenti di intimità? I loro piccoli, oltre ad essere educati all'odio e alla violenza fin dalle fasce, come ci ripetono ossequiosi e senza forma dubitativa i soliti giornalisti di cui sopra, andranno in qualche luogo che somiglia a una scuola? Giocheranno? Suppongo che tanto i piccoli quanto i grandi, ad un certo punto del giorno o della notte mangeranno? Avranno un piatto tipico? Ascolteranno qualcosa che somiglia alla musica? Magari sacra eh, intendiamoci, ma pur sempre musica! Direte, ma guarda questo che va a pensare! Quelli tagliano le teste e le fanno rotolare nel fuoco e lui pensa alla musica! Certo! Cerco di ristabilire una maggiore verosimiglianza, che altrimenti sembra davvero un film non riuscito. D'altronde abbiamo tanto apprezzato i canti Gregoriani, eppure in quel periodo le teste volavano un po' dovunque in giro per l'Europa. Chi tagliava teste e bruciava eretici era solito sollazzarsi con musiche, dipinti, poesie, teatro. Possibile che invece queste maschere dell'IS non pensino ad altro che a decapitare e bruciare esseri umani? Dalla mattina alla sera? Ininterrottamente? Persino i Borgia ogni tanto facevano l'amore, qualche volta anche con passione; il califfo del califfato no? Persino l'Istituto luce ogni tanto alternava filmati di propaganda ad altri che mostravano i momenti in cui il duce andava a cavallo, o passeggiava a Villa Torlonia. Il califfo non passeggia? E soprattutto chi é?

Che pressapochismo i nostri giornalisti di regime! I loro mezzo busti non si chiedono nulla. Recitano filastrocche a memoria sera dopo sera. Ma tant'è. Dunque, da una parte abbiamo l'IS, il luogo del male; dall'altra abbiamo il luogo del bene: i governanti d'Europa e dell'Occidente. Con i/le loro loro rispettivi/e consorti, il loro bon ton, le cravatte nei G8 e le lauree in economia dopo l'Erasmus. Un “bene” inequivocabile nato nel consenso elettorale democratico e finito, non si sa bene attraverso quale percorso, nella Troika. Da una parte i folli scalmanati che in mondovisione tagliano la testa di qualche malcapitato essere umano; dall'altra i grandi scienziati dell'economia globale che con i loro ultimatum tagliano la testa a interi popoli. Per me, che ho sempre avuto difficoltà a distinguere in modo netto e inequivocabile il bene dal male, la scelta si fa veramente difficile. Chi sono i buoni e chi i cattivi? A proposito della difficoltà del discernere, hanno ritrovato una mummia antica di duecento anni, perfettamente conservata, immobile nell'atto di pregare. Alcuni monaci zen hanno affermato che si tratta di un monaco ancora in vita, intento in una profonda meditazione. Secondo me hanno ragione. A volte è davvero difficile capire. Se ti fermi a pensare con calma rischi di non uscirne più.

Nessun commento:

Posta un commento