Una soluzione definitiva da trovare dentro la città
costruita, attraverso l'utilizzo del patrimonio pubblico e del privato
inutilizzato, e che va culturalmente in direzione contraria ai
meccanismi di privatizzazione sostenuti con forza dal Piano casa di Lupi
e Renzi, contrapponendo all'idea di città merce e vetrina quella di una
città solidale, dove la valorizzazione avviene in termini sociali e non
speculativi. Che non nasconde ipocritamente la condizione delle
occupazioni per necessità riguardanti migliaia di famiglie e single
nella capitale.
Il Piano straordinario, strappato con un ciclio di
lotte che non si è ancora concluso, rischia però di rimanere lettera
morta, se non peggio di essere utilizzato per perpetrare quei meccanismi
di gestione dell'emergenza alla base del sistema “Mafia Capitale”.
Per questo motivo non ci siamo seduti al tavolo
convocato dall'assessore alla Casa del Comune, dopo 15 giorni di
occupazione dell'anagrafe contro l'art 5, e ancora una volta abbiamo
scelto la strada del conflitto per rivendicare pubblicamente le nostre
ragioni.
Dopo aver prodotto un Piano al quale in tanti in
tutta Italia guardano con interesse per la capacità di intervento del
pubblico e per la possibilità di affrontare in maniera socialmente ed
economicamente sostenibile il tema dell'emergenza abitativa lanciando un
sasso nello stagno dell'immobilismo, la Regione Lazio ha ritirato la
mano scegliendo di consegnare un percorso virtuoso a una gestione poco
chiara e trasparente.
Oggi vogliamo fare chiarezza e vogliamo ripristinare
un meccansmo di gestione del Piano straordinario che passi per un
impegno politico serio del governatore della regione Zingaretti e del
suo assessore alle Infrastrutture, alle politiche abitative e
all'ambiente Refgrigeri.
La Regione Lazio non può scaricare le proprie
responsabilità su un'amministrazione comunale che prosegue nella vendita
del proprio patrimonio, come sta accadendo con la delibera che proprio
oggi dovrebbe andare in Consiglio e che prevede la dismissione di
stabili di proprietà comunale di pregio. Addirittura si propone di
offrirli alle ditte disponibili a risanare il manto stradale e le buche
romane. Ancora una volta, che sia buco di bilancio o buche sulle strade,
si sceglie di disfarsi del patrimonio pubblico invece che destinarlo
alle necessità sociali capitoline della città. Non sorprende che in
prima fila insieme al sindaco Marino ci sia il chiacchierato assessore
ai lavori pubblici Pucci, una volpe chiamata a gestire un pollaio.
Ora, nonostante tutti a parole affermino di voler
cambiare pagina, nessuno sembra veramente volerlo fare, ne il Sindaco
Marino ne tantomeno il Presidente della Regione Zingaretti.
Infatti la delibera regionale sull’emergenza
abitativa, strumento che potrebbe iniziare a mettere in campo risposte
vere, rimane nel cassetto con una discussione dispersa in mille tavoli
ed in mille rivoli che ne impediscono l’attuazione.
Per questo come movimenti per il diritto all’abitare
stiamo occupando la sede della Giunta Regionale in via Rosa Raimondi
Garibaldi:
· Per rivendicare l’immediata attuazione della delibera
regionale sull’emergenza attraverso un programma preciso che metta in
campo in tempi rapidi gli alloggi pubblici e popolari di cui la città ha
fame, rigenerando e recuperando il patrimonio pubblico senza continuare
a distruggere il territorio;
· Contro le scellerate operazioni di vendita del
patrimonio pubblico previste dal Campidoglio insieme a nuove
privatizzazioni e pesanti tagli alla spesa sociale;
· Per ribaltare la Legge Lupi che prevede la vendita degli alloggi
popolari, il sostegno ai privati con soldi pubblici, il tutto mentre si
dichiara guerra, togliendo l’accesso all’energia elettrica, all’acqua,
alla residenza e quindi al medico, alla scuola, al rinnovo del permesso
di soggiorno, a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese ed
occupa per difendere la propria dignità;· Per ottenere il blocco generalizzato degli sfratti e conquistare un piano straordinario di Edilizia Residenziale Pubblica che risponda ai bisogni di tanti precari e precarie in tutto il paese.
Una sola grande opera: casa, reddito, dignità per tutt@!
Movimenti per il diritto all'abitare
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