sabato 12 aprile 2014

Cisl: "Lavoro a rischio per 223mila persone".

Cisl: "Lavoro a rischio per 223mila persone"Il sindacato rileva anche la continua perdita di occupazione: senza una ripresa economica le assunzioni non sono trainate neppure dai contratti flessibili. Solo i rapporti part-time crescono, ma senza compensare affatto il calo dei rapporti a tempo pieno. A marzo autorizzate 100 milioni di ore di cassa integrazione.

MILANO - La Bce parla di segnali di ripresa sul fronte del mercato del lavoro, il Fondo monetario internazionale, come il G20, guarda con fiducia all'economia, ma in Italia lo stato di allerta è ancora ai massimi. Secondo la Cisl, infatti, ci sono oltre 220mila i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro nel primo trimestre del 2014 (erano 199.987 nel primo trimestre 2013). Si tratta di 223.165 lavoratori in cassa integrazione straordinaria e in deroga: nel complesso, secondo l'Osservatorio del sindacato, i lavoratori in cassa sono circa 500mila, un ivello "stabilmente alto" anche perché le ore di Cig autorizzate a marzo toccano la soglia dei 100 milioni, con un aumento del 2,1% rispetto a marzo 2013 e del 2,4% rispetto a febbraio.

L'aumento, come sta avvenendo negli ultimi mesi, - spiega la Cisl - è ancora da attribuire agli interventi di cassa integrazione straordinaria e in deroga, cresciute rispettivamente del 14,9% e del 12,6% a confronto con i valori di marzo 2013, mentre le ore di cassa integrazione ordinaria sono diminuite del 20%, riduzione imputabile quasi completamente al settore industria. Da oltre un anno si continua ad  osservare un graduale cambiamento nella composizione interna: in particolare è andata crescendo quella che si può considerare
la componente strutturale, con un passaggio da Cigo, che si riduce, a Cigs, che aumenta, indicativa di crisi lunghe e ristrutturazioni. La dinamica delle ore autorizzate di Cig in deroga è ripresa, con la ripresa delle autorizzazioni grazie alle ultime assegnazioni di risorse, ma si tratta di autorizzazioni riferite perlopiù a periodi del 2013, mentre si fa fatica a coprire l'inizio del 2014 senza una ulteriore ripartizione di risorse.

Contemporaneamente - aggiunge la Cisl - i dati Istat sull'occupazione riferiti all'ultimo trimestre 2013 offrono un quadro in continuo peggioramento. A fronte di un ritmo meno accentuato di perdita di occupati nell'industria, l'edilizia perde in un anno il  5,6 % di occupati, ed il terziario mostra significative riduzioni, anche in aree dove l'occupazione fino a qualche tempo fa cresceva, come i servizi alla persona. E' particolarmente inquietante il segnale che viene dall'analisi dell'occupazione per tipologia. Continua infatti da un anno la riduzione dei dipendenti a termine (-6,6% in un anno), portando la loro quota sul totale degli occupati al 9,9% dal 10,4% di un anno prima. Così come prosegue sostenuto il calo dei collaboratori (-13,3%).
Secondo la Cisl dunque senza una ripresa economica le assunzioni non sono trainate neppure dai contratti flessibili. Solo i rapporti part-time crescono, ma senza compensare affatto il calo dei rapporti a tempo pieno. Si tratta probabilmente di forme di part-time difensive per evitare licenziamenti.

In questo contesto la Cisl "apprezza" l'impegno per il lavoro del governo, ma sottolinea la necessità di misure "per bloccare il processo di deindustrializzazione e di contrazione degli investimenti con politiche di sostegno ai settori industriali emergenti ed ai programmi di ricerca ed innovazione risolvendo  definitivamente alcune criticità di contesto come il costo dell'energia, le dotazioni infrastrutturali, il costo del denaro alle famiglie ed alle imprese".

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