di Vittorio Pasteris
L’Italia è un paese che ama indignarsi quando qualcuno ci inserisce in una posizione di retrovia in una delle classifiche che misurano qualsiasi parametro stilate da organismi internazionali. Lo facciamo quando si misura corruzione, innovazione, produttività, formazione, ogni cosa.
Supponiamo di prendere una classifica relativa al 2014, vedremo dopo che cosa misura, e supponiamo che l’Italia si trovi al posto numero 49, ma che l’hanno prima fosse in posizione 57. Che l’Italia si trovi dietro a paesi che dall’alto della nostra spocchia guardiamo con altezzosa superiorità come Estonia, Giamaica, Costa Rica, Namibia, Capo Verde, Ghana e altri ancora.
Casualmente di questa classifica si parla sempre poco e solo quando c’è qualche piccolo miglioramento, In passato se ne parlava strumentalmente dando la colpa di tutto a Silvio Berlusconi, ma tendenzialmente se ne parla poco o nulla per evidente vergogna.
Stiamo parlando di una delle garanzie di ogni Stato di diritto, sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione: la libertà di stampa. Secondo Reporters Sans Frontieres l’Italia sta piuttosto male anche nel ranking 2014 del World Press Freedom Index che ci vede in miglioramento ma ancora nelle retrovie del mondo civile al posto numero 49, appunto. Non sarà un caso che i paesi dove maggiore è la libertà di stampa hanno minori tassi di corruzione e maggiore tranquillità economica. Leggete l’elenco dei primi 10 paesi in classifica e vi sarà tutto chiaro.
Quando si cerca di analizzare il perché di questa grave situazione partono gli scarichi diresponsabilità. Per i giornalisti è colpa degli editori e dei politici. Per gli editori è colpa del sistema politico e delle difficoltà economiche. I partiti della libertà di stampa in generale se ne infischiano, tutto grasso che cola per loro controllare per benino l’opinione pubblica. I cittadini poi non devo neppure pensare che il prodotto che viene ammansito potrebbe avere qualche problemino e quindi dei rapporti di Rsf si tende a parlare pochino: molto meglio disquisire dei glutei di Belen o dell’ultimo tweet di Matteo Renzi.
Recentemente Beppe Grillo, a modo suo, ha riproposto il tema di fronte ai giornalisti italiani, forse è stato un po’ troppo aggressivo, ma nessuno ha voluto dare delle contro spiegazioni al fatto che in Italia la libertà di stampa stia così male. E meno male che Internet sta distruggendo questi mostri mediatico giornalistici e sta dando spazio e forza a media liberi come quello che state leggendo in questo momento.
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