venerdì 25 aprile 2014

Parte la campagna deLiberiamo Roma: acqua, scuola, patrimonio, finanza per la città che vogliamo

Marica Di PierriMonica Pasquino4 delibere di iniziativa popolare per un nuovo modello di città.




C'è un edificio circondato da un cancello arrugginito in ognuno dei nostri quartieri. Aree, spesso pubbliche, abbandonate e lasciate a marcire. Ex depositi, ex scuole, ex cinema, ex caserme. Erano qualcosa e poi non lo sono state più per decenni.
Spazi abbandonati di questo tipo sono presenti e diffusi in tutte le città e hanno davanti due futuri possibili. Il primo: diventare ghiotta occasione per immobiliaristi e speculazione finanziaria, che compra sottoprezzo aree significative, demolisce i fabbricati originari e costruisce case di lusso, hotel, centri commerciali e sale gioco centuplicando i guadagni. Il secondo: rinascere a nuova vita grazie ad azioni collettive di riappropriazione cittadina, che spalancano i cancelli chiusi alla cultura, alla socialità, alla musica, allo sport popolare, alla gente senza case, ai migranti senza scuole di italiano e agli studenti senza biblioteche.

Le amministrazioni locali, complici di questo e dei precedenti Governi, scelgono la prima opzione, e non cambia se le maggioranze in Consiglio comunale sono di centrodestra o centrosinistra.
La giornata di ieri inizia con un telefono che squilla, alle sei del mattino. Gli attivisti del Municipio dei beni comuni ci avvertono che sono in arrivo i blindati all'ex distretto militare di Pisa, occupato e restituito alla città.
Durante due decenni di abbandono, tanti ragazzi hanno passeggiato accanto a quel muro cercando di sbirciare all'interno. Alcuni di loro sono saliti sul tetto, altri si sono arrampicati sugli alberi del giardino e sono rimasti lì 14 ore per difendere un bene comune finalmente riaperto alla città. Da lassù in alto vedevano i compagni discutere con la polizia, la gente dalle finestre di fronte sventolare cartelli di solidarietà e i vigili del fuoco rifiutarsi di intervenire.
Passano poche ore. Questa volta è un imponente portone di legno avvolto da una catena arrugginita ad aprirsi e a svelare la propria bellezza agli abitanti e ai turisti del centro.
Siamo a Roma. L'azione, simbolica, che riapre dopo 30 anni un palazzo storico di immensa bellezza nel cuore della città eterna, è organizzata per il lancio della campagna deLiberiamoRoma. Durante la conferenza stampa che si tiene nel patio di Palazzo Nardini vengono presentate le quattro delibere di iniziativa popolare su acqua pubblica, uso sociale del patrimonio immobiliare abbandonato, scuola pubblica e finanza sociale. Quattro temi, quattro proposte per disegnare un nuovo modello di città.
Oltre alla raccolta firme per la proposizione delle quattro delibere, la campagna promuove azioni di mobilitazione e sensibilizzazione. La prima è: l'occupazione temporanea e simbolica di un grande edificio quattrocentesco della Roma medievale. Siamo nel cortile dell'ex Governatorato pontifico, ex pretura, ex casa delle donne a un passo da Piazza Navona. Pochi mesi fa c'era stato un appello che aveva raccolto migliaia di firme per salvare l'edificio, un monumento allo spreco, uno stabile di proprietà pubblica abbandonato da decenni nonostante gli interventi di consolidamento strutturale costati una decina di milioni di euro e realizzati meno di dieci anni fa.
È da palazzo Nardini che, nel primo pomeriggio, lasciandosi alle spalle il portone di legno pregiato consumato dal tempo e dall'incuria, parte un corteo colorato. In circa trecento ci si dirige verso il Campidoglio: alle 15.30 l'appuntamento con il segretariato per depositare formalmente i testi delle 4 delibere.
Le delibere sono frutto di un lungo processo di partecipazione, consultazione e coinvolgimento di realtà sociali, comitati di quartiere, spazi autogestiti, cittadini. A promuovere la campagna è un'ampia coalizione sociale di cui fanno parte: CRAP - Coordinamento Romano Acqua Pubblica, rete Patrimonio Comune, Comitato art. 33 Roma e Forum per una nuova finanza pubblica e sociale - Roma.
Queste delibere disegnano un modello di governo per la città molto diverso da quello promosso dal sindaco Marino e dai suoi assessori ossequiosi al governo Renzi e orientato al rigiro rispetto dei vincoli posti dall'austerità, attraverso dismissioni, privatizzazioni, tassazioni. Disegnano una città in cui il patrimonio abbandonato è l'occasione per dare una risposta concreta all'assenza di case, di luoghi per la cultura e spazi di lavoro. Disegnano un modello di governo della città in cui i rapporti strutturali tra le amministrazioni, i grandi costruttori e gli interessi finanziari si rompono e in cui l'emergenza sociale ha la priorità sugli interessi da pagare alle banche.
Un contrasto stridente, tra le strette repressive degli ultimi mesi e la battaglia sempre più aspra di chi vuole esprimere attraverso la partecipazione diretta, la messa in rete di competenze, esperienze e voglia di fare, une di altro modo di gestire servizi e spazi e di garantire diritti. Un contrasto ancor più evidente quest'oggi, all'indomani del lancio della campagna, con il nuovo sgombero dei due stabili di via delle Acacie e del palazzo della Hertz che da anni ospitano famiglie, studenti e migranti senza casa. È la seconda volta in un mese. Centinaia di persone si troveranno oggi nuovamente senza un tetto, mentre la politica latita e le emergenze sociali in città, tra cui quella abitativa, vengono gestite come questioni di ordine pubblico.
Da questo vuoto, dall'incapacità di rispondere alle sfide sociali sempre più drammatiche, nasce la necessità di lavorare dal basso elaborando proposte, costruendo reti, mettendo a sistema esperienze a servizio dei cittadini e non delle leggi del mercato.
L'inizio della raccolta delle firme è fissato per il 25 Aprile, nel corso delle molte iniziative che ricordano la fine della tirannide fascista e potete consultarle qui. Un modo simbolico per dare il via, proprio il giorno della festa della Liberazione, alla campagna di sottoscrizione delle 4 iniziative che si propongono, sin dal nome, di "liberare" la città e disegnarne nuovi contorni.

Informazione sulla campagna, i promotori, le singole delibere e i luoghi dove firmare:
www.deliberiamoroma.org

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