In Italia votano la riduzione del rimborso pubblico ai partiti, in Europa pigiano il tasto per aumentarla. La denuncia arriva da Sergio Boccadutri, tesoriere di Sel, insieme a Ugo Sposetti, ex amministratore delle casse dei Ds, da sempre impegnato in una battaglia contro la 'privatizzazione' del finanziamento ai partiti.
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"È un testo che rafforza quello già in vigore dal 2004, e che aumenterà di molto i soldi a disposizione dei partiti a partire dal 2017" spiega Boccadutri. Ovviamente a usufruirne in maniera diretta saranno i gruppi esistenti a livello continentale (con almeno un eletto all'Europarlamento e una rappresentanza in almeno un quarto degli stati membri), e solo indirettamente ne beneficeranno le succursali nazionali. "Ma si parla di parecchi soldi. Nel 2014 tredici gruppi hanno usufruito di 24 milioni, che aumenteranno sensibilmente fra tre anni".
Il regolamento secondo l'esponente di Sel è positivo: "Prevede anche un tetto per i finanziamenti dei soggetti privati di 18mila euro, mentre da noi è fissato a 200mila euro". "Il punto - conclude il tesoriere di Nichi Vendola - è che mentre in Europa Pd e Fi hanno votato un testo ragionevole, che vede nei partiti e nella loro sopravvivenza un cardine delle istituzioni democratiche, a Roma hanno fatto l'esatto contrario, travolti da un'onda emozionale".