ROMA - A poco più di due settimane dal voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi e dal conseguente passaggio di Forza Italia all'opposizione, Enrico Letta, come richiesto espressamente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è presentato oggi in parlamento per chiedere una nuova fiducia ad una maggioranza "numericamente più debole, ma più coesa".  Fiducia confermata dall'Aula di Montecitorio, con 379 sì, 212 no e due astenuti. Ma i numeri che contano per verificare la tenuta del governo sono soprattutto quelli del Senato, dove si voterà in serata dopo il nuovo intervento di Letta.
 
"Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio. Ho la determinazione a lottare con tutto me stesso per evitare di rigettare nel caos tutto il Paese proprio quando sta rialzandosi: l'Italia è pronta a ripartire ed è nostro obbligo generazionale aiutare a farlo", ha esordito il premier nel suo intervento alla Camera. Di fronte ai deputati ha affrontato i temi più caldi della sua agenda politica: la crisi economica, la legge elettorale, la riforma del lavoro, l'abolizione delle province e del finanziamento pubblico dei partiti. 

L'attacco a Grillo. In avvio del suo discorso Letta ha attaccato Beppe Grillo. "Fanno a pezzi la  democrazia rappresentativa e incitano all'insubordinazione", ha detto il premer riferendosi all'inquietante lettera scritta ieri dal leader del M5S ai vertici delle forze dell'ordine.  "Questo parlamento repubblicano e le istituzioni esigono rispetto in periodi così amari", spiega Letta, riferendosi indirettamente alle affermazioni di Grillo sulla vicenda dei 'forconi'. Il premier ha ribadito anche la "fedeltà indiscussa" ai valori repubblicani delle forze dell'ordine.



Pd e Nuovo centrodestra.
Un discorso quello di Letta dopo l'accordo trovato ieri con Matteo Renzi, neosegretario del Pd, sulle priorità programmatiche. Il presidente del consiglio deve rispondere pure alle sollecitazioni poste da Angelino Alfano, vicepremier e leader di Nuovo centrodestra, che ha chiesto un programma politico da condividere per l'intero 2014. E proprio sulle alleanze il premier ha spiegato: "Oggi ci sono le condizioni" per realizzare un patto di governo per il 2014, in questo "aiutano le sollecitazioni componibili espresse dal nuovo leader del Pd, del Nuovo centrodestra" e delle altre componenti della maggioranza".

Riforme entro 18 mesi. "Rivendico la positività del governo nei primi sei mesi, nei quali ho lavorato con con dedizione nonostante aut aut e minacce da cui ho cercato di tenere il governo al riparo, ha detto Letta. Ora "il grande obiettivo entro il quadro tempistico dei 18 mesi è di avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida", ha detto Letta, annunciando una dopo l'altra la sua agenda. Prima fra tutte l'abolizione delle province.

Legge elettorale. Sulla legge elettorale il presidente del Consiglio ha incitato il governo e il parlamento a lavorare e ha sottolineato due aspetti: Si "deve evitare l'eccesso di frazionamento che ci condannerebbe all'ingovernabilità e garantire una democrazia dell'alternanza. L'obiettivo è un meccanismo maggioritario", ha detto, chiedendo di ricreare "un legame tra elettori ed eletti". Il premier ha annunciato quindi per il mese di gennaio  "un pacchetto di norme sulla legalità".

Via finanziamento pubblico partiti. Fra i punti toccati dall'intervento a Montecitorio anche i costi della politica. "Troppo tempo è passato dalle proposte fatte dal governo sull'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e perciò confermo la volontà di completare definitivamente questo percorso entro l'anno con tutti gli strumenti a disposizione", ha aggiunto il premier.

Lavoro. C'era attesa sulla questione del lavoro. "Nel 2014 completeremo riforma degli ammortizzatori sociali, in un clima di dialogo sociale, andando verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al posto di lavoro", ha detto il premier. "Per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l'automatismo per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo dopo il confronto con le parti sociali", ha aggiunto.

Istruzione e ricerca. Fra le priorità nell'agenda del governo ci sarà anche l'istruzione e la ricerca. "Dal primo gennaio l'istruzione e la ricerca saranno messi in cima alle priorità", con "impegni concreti per il rilancio delle università e della ricerca entro marzo". Il premier ha anche annunciato una "costituente della scuola entro giugno" per far sì che "i ragazzi si diplomino prima e con competenze maggiori". "Il ciclo della scuola, poi - sottolinea Letta - inizia con la scuola dell'infanzia perché è un diritto dei bambini e uno strumento per favorire la conciliazione famiglia-lavoro e le pari opportunità". Sempre in tema di istruzione il presidente del Consiglio ha affrontato il tema dei giovani ricercatori spiegando che bisogna fare di tutto "perché la burocrazia non li ingabbi".

Debito pubblico. Nel suo lungo discorso Letta ha affrontato anche una serie di temi economici. "Il nostro debito pubblico è colossale e lo stiamo aggredendo. E' importante perché ce lo chiede l'Ue? Lo aggrediamo perché ci costa troppo, nel rapporto tra debito e Pil paghiamo 90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati", ha sottolineato.

Il rapporto con l'Europa. "Oggi tracciamo linea netta, senza sfumature: di qua chi ama l'Europa, ne riconosce le contraddizioni e vuole riformarla ma sa che senza Ue ripiombiamo nel medioevo. Di là chi vuole bloccare l'Ue. Chiedo un mandato per un'Europa migliore, chi vuole isolare l'Italia, chi cerca consenso con il populismo non voti la fiducia", dice Letta. "Il nostro semestre europeo - prosegue - deve ridare energia a un'Europa con le batterie scariche". Letta ha indicato poi l'obiettivo per l'Italia di una crescita del 2% nel 2015, ricordando la necessità di misure strutturali a sostegno della crescita a partire da un uso più razionale dei fondi Ue e dall'eliminazione di quei 'colli di bottiglia' che frenano le piccole e medie imprese.

Privatizzazioni. Fra i temi toccati da Letta anche quello delle privatizzazioni: "Il primo blocco di dismissioni consentirà una cassa di 10-12 miliardi, tutti a riduzione del debito. Quello delle dismissioni pubbliche è un tema sensibile, ma uno Stato credibile e funzionante non si deve occupare di tutto e le risorse fresche dai privati sono utili per lo sviluppo delle imprese", ha affermato.

Poste ad azionariato lavoratori. Il premier ha infine anticipato al Parlamento l'intenzione di valutare l'apertura, a breve, del capitale delle Poste e di altre imprese all'azionariato dei lavoratori, per un nuovo modello di impresa già avviato in Germania.

Forza Italia conferma la sfiducia. Il dibattito che ha fatto seguito al discorso del presidente del Consiglio ha confermato le posizioni delle diverse forze politiche, con Forza Italia, M5S e Sel che hanno ribadito il loro no al governo. "L'intervento in Aula del presidente del Consiglio Letta ha purtroppo confermato tutti i nostri timori e la nostra sfiducia. Nessuna prospettiva concreta, se non confusi rinvii in avanti. E nessuna presa d'atto di come si siano sciupati 7 mesi di governo sia rispetto al rilancio dell'economia sia rispetto alla pacificazione nazionale", lamenta il forzista Raffaele Fitto. "Presidente Letta, lei è tornato a prenderci in giro, ha la faccia come il bronzo. E malgrado ciò si premette anche di offendere l'unica forza politica che nel bene e nel male quello che aveva detto poi lo ha fatto", attacca invece il grillino Riccardo Nuti.

La replica. Agli attacchi dell'opposizione il premier ha voluto rispondere nella sua replica. "Nel mio discorso di aprile era chiaro che la separazione tra vicende politiche e vicende giudiziarie era un punto che io non avrei mai saltato. Venire qui a dire che tutto è cambiato perché è mancata la pacificazione non va bene", ha detto il premier. Al M5S il presidente del Consiglio rinfaccia poi "l'inaccettabile pratica di mettere i giornalisti alla gogna". "E' inaccettabile, inaccettabile, inaccettabile", afferma. "Speravo - insiste - che Grillo con il suo attacco ai giornalisti si sarebbe reso conto di aver fatto una ...gaffe. E immaginavo che il discorso si chiudesse qui. Lei e il M5S, onorevole Nuti, oggi dite che o i giornalisti dicono quel che volete voi o vengono messi alla gogna. E' inaccettabile". Parole che hanno fatto scattare la bagarre in aula e una controreplica dello stesso Beppe Grillo. "Letta mente agli italiani e offende M5S!", scrive il leader del movimento in un messaggio pubblicato su Facebook.

Scontro tra Faraone e Nuti. Tensioni tra Pd e M5S si erano avute anche nel corso del dibattito, quando l'esponente grillino Riccardo Nuti ha fatto riferimento al collega del Pd Davide Faraone, neo componente della segreteria di Matteo Renzi, e citando intercettazioni ambientali ha parlato di un incontro del 2008 tra Faraone e un mafioso del quartiere palermitano San Lorenzo-Resuttana. Faraone non è coinvolto in nessuna inchiesta, ma è comunque moralmente corrotto, anche perché come ha mostrato 'Striscia la Notizia' alle primarie per le Amministrative a Palermo chiese voti in cambio di posti di lavoro in una cooperativa".

La difesa del premier. A difendere Faraone ci ha pensato nella replica lo stesso Letta. "Voglio esprimere la mia solidarietà al collega Davide Faraone per le cose ingiuriose che sono state dette oggi. Questa logica della delazione continua è inaccettabile", ha detto.

Scontro con la Lega. Attimi di tensione anche al Senato, quando Letta nel suo intervento ringrazia i marinai italiani. Dai banchi della Lega c'è chi protesta e ironizza. "Colleghi della Lega queste ironie sui nostri marinai che hanno salvato tante vite umane sono inaccettabili", dice duro il premier.