sabato 21 dicembre 2013

L’Europa perde la tripla A L’America torna a correre.

Declassata da S&P, la Ue respinge il «verdetto» Il Pil Usa sale del 4,1%. Obama: «Nel 2014 la svolta».

corriere.it BRUXELLES - L’agenzia di valutazione dei debitori Standard & Poor’s di New York (S&P) ha provato a fare rumore togliendo all’Unione Europea il livello di massima affidabilità AAA sul lungo termine, proprio all’inizio della giornata finale del Consiglio dei capi di Stato e di governo. Ma i principali leader, che a Bruxelles avevano appena approvato il progetto di Unione bancaria anche per rassicurare i mercati finanziari, hanno ridimensionato l’argomento. La Commissione europea è stata delegata a contestare nel merito il giudizio dell’agenzia Usa di rating, che comunque considera molto solida l’Ue attribuendole il grado successivo AA+. In Europa però la ripresa appare lenta, mentre il Pil Usa nel terzo trimestre 2013 è salito del 4,1% e il presidente Barack Obama ha indicato il 2014 come «l’anno di svolta» per l’economia.


S&P ha spiegato il declassamento dell’Ue con dubbi sui contributi nazionali al bilancio comunitario: «La nostra opinione è che l’affidabilità complessiva nel credito dei 28 Paesi membri si sia ridotta, il loro profilo finanziario deteriorato e la coesione allentata». Il riferimento riporta alla riduzione del bilancio nel 2014-2020, che Regno Unito e Germania sono riuscite a far passare. Ma il vicepresidente finlandese della Commissione europea, Olli Rehn, ha respinto l’analisi di S&P in modo netto. Il suo presidente, il portoghese José Manuel Barroso, ha aggiunto di «non conoscere molte istituzioni che hanno zero deficit e zero debito» come l’Ue.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto solo che il suo governo «non fa mai nessun commento sulle decisioni di rating» e che «nei negoziati per il periodo 2014-2020 abbiamo dimostrato che, anche se è difficile, sappiamo adottare un bilancio comune».
Il presidente francese François Hollande ha ribadito che il declassamento «non cambia nulla». Il premier belga Elio Di Rupo ha definito il rating solo «una opinione» e «di esperti che prima della crisi finanziaria ritenevano che tutto andasse bene». S&P considerò affidabile perfino la banca Lehman prima del suo tracollo. «Questi declassamenti arrivano con un tempismo non casuale», ha notato il premier Enrico Letta, pur definendoli «da non sottovalutare».
Nel vertice a Bruxelles Merkel ha accettato di rinviare ad ottobre la sua proposta di contratti vincolanti. Questi impongono riforme all’Italia e ad altri Paesi con difficoltà di bilancio, aiutandoli a sostenere gli effetti delle misure di austerità con incentivi di solidarietà (prestiti e garanzie finanziarie). La cancelliera ha spiegato la dilazione con «le elezioni europee» del maggio prossimo, dove i governi favorevoli a questa ulteriore cessione di sovranità nazionale avrebbero potuto perdere voti. Letta chiedeva più tempo anche per approfondire meglio questi impegni bilaterali ed evitare «rischi di errori». In più ha approvato l’Unione bancaria con le limitazioni pretese dalla Germania, ma ora si aspetta miglioramenti nella trattativa finale con l’Europarlamento.

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