da Contropiano.org
Nei giorni scorsi le autorità statunitensi avevano tuonato contro la decisione del governo e del parlamento dell’Uruguay di legalizzare il consumo di marijuana e di regolarne la produzione e la distribuzione sotto gestione pubblica. Eppure ora si scopre che una misura simile – non identica, comunque – verrà adottata tra pochissimi giorni da due importanti territori degli Stati Uniti. Dal primo gennaio infatti nello Stato del Colorado – e in primavera in quello di Washington - apriranno i primi ‘coffee shops’, locali cioè dove sarà possibile fumare legalmente cannabis “per scopi ricreativi”. La norma entrerà in vigore dopo che è stata approvata per mezzo di un referendum organizzato nel novembre del 2012 che permette ‘l’uso della marijuana a scopi ricreativi”.
In realtà negli States la cannabis per uso medico è già legale e regolamentata in 19 Stati, e comunque nella maggior parte dei territori dell’Unione il consumo personale è tollerato o addirittura non è considerato un crimine. Ma Colorado e Washington hanno fatto un passo ulteriore mettendo in atto un sistema in cui gli enti locali dovranno supervisionare la coltivazione, la distribuzione e la commercializzazione della sostanza.
Un modo, per i rispettivi stati, di intaccare il monopolio degli spacciatori e dei narcotrafficanti ma anche di incassare i consistenti proventi che deriveranno dal consumo locale ma soprattutto da un prevedibile flusso di consumatori provenienti dagli altri territori statunitensi o addirittura dall’estero.
Alcune imprese turistiche pubblicizzano già pacchetti completi composti da viaggio, soggiorno e consumo. Secondo alcune stime il giro d’affari toccherebbe nel 2014 la ragguardevole cifra di 2,34 miliardi di dollari. Il problema è che le licenze a chi richiede di poter aprire un coffee shop vengono concesse col contagocce dalle autorità locali. Finora solo 14 punti vendita potranno aprire i battenti dal primo gennaio prossimo, anche se altre 348 richieste sono state approvate. In molti di questi locali sarà possibile non solo fumare la marijuana ma anche mangiarla in biscotti, o berla sotto forma di tisane.
Se l’esperimento in Colorado dovesse andare bene anche altri Stati potrebbero seguirne l’esempio. Forse la California, dove secondo un sondaggio il 55% della popolazione è favorevole alla legalizzazione della marijuana sull’onda di quanto già deciso a Denver e a Olympia.
Alcune imprese turistiche pubblicizzano già pacchetti completi composti da viaggio, soggiorno e consumo. Secondo alcune stime il giro d’affari toccherebbe nel 2014 la ragguardevole cifra di 2,34 miliardi di dollari. Il problema è che le licenze a chi richiede di poter aprire un coffee shop vengono concesse col contagocce dalle autorità locali. Finora solo 14 punti vendita potranno aprire i battenti dal primo gennaio prossimo, anche se altre 348 richieste sono state approvate. In molti di questi locali sarà possibile non solo fumare la marijuana ma anche mangiarla in biscotti, o berla sotto forma di tisane.
Se l’esperimento in Colorado dovesse andare bene anche altri Stati potrebbero seguirne l’esempio. Forse la California, dove secondo un sondaggio il 55% della popolazione è favorevole alla legalizzazione della marijuana sull’onda di quanto già deciso a Denver e a Olympia.
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