lunedì 2 dicembre 2019

“Combattiamo questo sistema consumista”: l’Onda verde globale sfida il Black Friday

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I giovani in piazza per il clima mentre online è boom di acquisti: profitti a danno del benessere del pianeta


Ne resterà soltanto uno. A poco più di un anno dal debutto di Greta Thunberg davanti al Parlamento di Stoccolma, lo sciopero per il clima è diventato un movimento che da Roma a Bangkok ha tessuto la rete di una consapevolezza ambientale speculare e simmetrica alla vocazione globale al consumismo. Chi vincerà la sfida del millennio tra il Green e il Black Friday, il venerdì verde dell’ambiente e quello nero dello shopping compulsivo?

Ieri, mentre centinaia di migliaia di ragazzi scendevano in piazza in 2300 città di 130 Paesi chiedendo agli adulti un impegno serio per il futuro, altrettanti paladini dell’auto-determinazione commerciale martellavano sulla tastiera del pc per approfittare delle migliori offerte della Rete, un giro d’affari quello dell’online che solo nel nostro Paese vale almeno 1.5 miliardi di euro e nel mondo ha raggiunto quota 3 mila miliardi con una crescita del 20% rispetto al 2018.

Fridays For Future, conquistate le vie dello shopping: "Stop a consumo sfrenato"
«La coincidenza con il Black Friday non è casuale, è il simbolo del consumismo e di un sistema che combattiamo» spiega il 24enne Marco Savioli, uno degli organizzatori del Fridays for Future capitolino. Intorno a lui sfilano adolescenti più ortodossi, disposti anche a rinunciare all’aereo per dare il colpo di grazia alle emissioni, come la loro pioniera svedese. Marco ha l’età per uno sguardo più laico. Ma alla fine il messaggio è lo stesso: «Non accusiamo le persone che fanno acquisti perché capiamo che esistono comportamenti consolidati. Io stesso giro in automobile, è naturale finché viviamo in questo sistema. Ma il Black Friday rappresenta il sistema consumistico che vogliamo cambiare radicalmente. E’ il nostro messaggio per le grandi multinazionali e per chi mette il profitto davanti al benessere del pianeta: noi ci siamo, abbiamo coscienza di quanto sta accadendo e ci accorgeremo di qualsiasi cosa farete».

I ragazzi del clima, Francesca Travaglino: "Fermare i consumi per salvare il pianeta"
L’accostamento tra i due fenomeni, l’impegno conservativo e la cupio dissolvi dell’acquisto con un clic, è tutto fuorché forzato, basta ascoltare la “generazione Greta” per cogliere la convinzione che la salvezza del pianeta vada di pari passo con il taglio dei consumi. Sebbene alcuni studi, compreso uno del MIT di una quindicina di anni fa, suggeriscano che lo shopping online possa ridurre il traffico e dunque la CO2 la maggior parte degli accademici concorda sul fatto che impacchettare, spedire e spacchettare milioni di ordini recapitati in tutto il mondo nel giro di 24 ore sia un carico enorme sull’ambiente. Un aggravio extra, come quello denunciato dai corrieri che sempre ieri, in molti magazzini, tra cui Brandizzo e Marene, hanno incrociato le braccia contro l’aumento delle consegne a parità di salario: non solo uno sciopero per il clima ma contro il clima invivibile del Black Friday.

I ragazzi del clima, Marco Savioli: "È un messaggio chiaro alle multinazionali"
I ragazzi del venerdì verde mostrano idee chiare e, finora, hanno tenuto botta all’assalto degli adulti alla ricerca, talvolta un po’ risibile, delle loro contraddizioni. Anche se Greta Thunberg non è riuscita a raggiungere il corteo di Lisbona dove era attesa, perché il suo eco-viaggio attraverso l’Atlantico è stato ritardato dal maltempo, gli studenti portoghesi si sono fatti sentire, così come i polacchi, i tedeschi, i francesi, gli australiani, gli spagnoli che si preparano al summit dell’Onu sul clima ospitato a Madrid tra il 2 e il 12 dicembre.

Pacchi scagliati verso lo shop di Amazon, la protesta dei Fridays For Future contro il Black Friday
Dall’altra parte c’è il popolo del venerdì nero, convinto che la libertà individuale sia anche decidere cosa comprare, quando e come. Importato dagli Usa, dove una leggenda metropolitana vuole che sia stato concepito per svuotare i magazzini dell’invenduto di Thanksgiving, il Black Friday si è imposto poi in Canada e in Europa. Ma la sua popolarità cresce in modo direttamente proporzionale alle critiche. I primi vagiti anti-consumistici risalgono al ’92, quando Vancouver lancia il Buy Nothing Day. Da lì, nel 2000, la protesta passa al vecchio continente e si moltiplica in varie forme, dal Block Friday all’iniziativa dell’ex ministra dell’ambiente francese Delphine Batho, firmataria di una proposta di legge per abolire l’eccessivo consumismo, la corsa alle promozioni e le pratiche commerciali aggressive: il Black Friday. «Dobbiamo interrompere queste trovate di mercato che portano all’acquisto di beni superflui e che hanno come obiettivo d’invogliare le persone a consumare oggetti inutili andando a influenzare tutto il sistema produttivo e, come conseguenza, il riscaldamento globale» insiste la 19enne romana Francesca Travaglino, marciando con indosso una simbolica tuta anti-radiazioni tipo quelle dei laboratori nucleari. È una sfida tra venerdì global. Ne resterà soltanto uno.

Torino, i ragazzi dei Fridays For Future davanti alla redazione de La Stampa

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