giovedì 31 ottobre 2019

Fermare il nuovo olocausto alle porte dell’Europa.

Fra pochi giorni, assai probabilmente,  si rinnoveranno “tacitamente” gli accordi italo- libici del 2017, voluti e firmati da Unione Europea, Gentiloni e Minniti, che sancirono la complicità italiana con le torture ed i lager libici e di cui si hanno, da tempo, inconfutabili evidenze e prove. 
 

E a poco vale la sceneggiata da parte di Al Serraj della presunta inchiesta avviata dal suo governo contro Bijia, ovvero, l’amministratore unico della rete che tiene insieme guardia costiera, traffico di esseri umani e lager libici di cui venne documentata da parte di Avvenire la sua presenza in Italia negli incontri preliminari all’accordo italo-libico del 2017.
Intanto lo stesso  Serraj ha emanato un decreto che prevede: «Salvataggi solo su autorizzazione della guardia costiera». Secondo il decreto pubblicato  il 15 settembre dal Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico, le organizzazioni non governative che intendono svolgere attività di Ricerca e soccorso nelle acque libiche devono chiedere l’autorizzazione a Tripoli e rispettarne le norme: le navi che non lo fanno saranno sequestrate.

Trent’anni di cultura privatizzata sulla pelle dei lavoratori .

Nei Musei italiani, in cui il primo datore di lavoro è lo Stato, gli stipendi medi sono al di sotto di 8€ l'ora, il lavoro nero è mascherato come volontario e il sistema delle esternalizzazioni arricchisce poche società con tanti conflitti di interesse.

 
 
 
«Per 7 anni consecutivi ho avuto un contratto Co.Co.Co presso la pubblica amministrazione in un museo, mediamente retribuito, con mansioni di responsabilità. Dopo 7 anni sono passata a contratto con cooperativa, stesse mansioni, stesse responsabilità ma con un contratto che non prevede nessuna delle mie mansioni e con 4.600 euro lordi l’anno in meno». 
 «Nessuno ti offre un contratto, chiamano tutti a prestazione occasionale e se si supera il limite ti chiedono di aprire la partita Iva».

"È vergognoso che una cooperativa ti assuma a 6 euro l’ora con due lauree per mansione di guardiania museale. Contratti a chiamata anche con un orario fisso, nessuna tutela né trasparenza. Le ore fuori contratto che sono la regola».

Ieri, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, il collettivo Mi Riconosci? ha presentato i dati della sua inchiesta “Cultura, contratti e condizioni di lavoro”, e oltre ai dati numerici (un campione di 1.546 situazioni lavorative), risuonavano nella stanza anche le testimonianze di cui sopra.
Testimonianze e numeri che hanno già attirato l’attenzione di parte della stampa nazionale: qui vogliamo raccontare l’altra parte della storia.

Libro. Il mercato è obsoleto.

karl-polanyi-l-obsoleta-mentalita-di-mercato-asterios-499È appena uscito, a cura di Michele Cangiani, che ne ha scritto anche l'introduzione, Karl Polanyi, "L’obsoleta mentalità di mercato, Scritti 1922-1957" (Asterios), che fra i 24 saggi, articoli e manoscritti del grande studioso ungherese inclusi nel volume presenta due inediti in italiano, “Marx sul corporativismo” e “Il collasso del sistema internazionale”. Ringraziamo l'editore e il curatore per averci concesso di pubblicare questo estratto.



micromega KARL POLANYI
Marx sul corporativismo[1]
… il costituzionalismo prussiano, cioè l’assolutismo appena camuffato dalla presenza dei cosiddetti stati [Estates, Stände]; Marx auspicava un governo rappresentativo, il voto popolare e l’abolizione dell’antiquata istituzione degli stati. La parte principale delle sue Note[2] è un attacco al tentativo di Hegel di sancire i metodi dell’ancien régime prussiano quale apogeo della libertà umana.
A questo punto vengono prese in considerazione le gilde o corporazioni. Le Korporationen (com’erano chiamate nella Germania del XVIII secolo) formavano una parte importante della costituzione, poiché erano rappresentate negli stati [Estates]. Nel suo attacco contro gli stati, Marx mette in questione l’insistenza di Hegel sull’organizzazione in gilde dell’attività economica e la presunta necessità di assegnare alle gilde una funzione nello Stato.
Possiamo dunque vedere chiaramente perché il ruolo delle gilde fosse un’importante preoccupazione di Marx e perché egli tenesse a opporsi ad esse in quanto sostegno dell’ancien régime; perché, inoltre, nella lotta contro il corporativismo fosse in gioco la causa della democrazia politica.

Lezioni sulla Costituzione / 2 – L’inevitabile compromesso.

Conoscere la Costituzione significa comprenderne le radici storiche, le implicazioni filosofiche e le aspirazioni politiche. MicroMega propone un ciclo di brevi "lezioni" dedicate alla nostra Carta fondamentale - al di là di ogni vuota retorica sull'educazione civica - con lo scopo di risvegliare, soprattutto tra le giovani generazioni, un interesse concreto intorno ai valori che strutturano la nostra convivenza civile

 







Seconda lezione. L’inevitabile compromesso
 
 
micromega Carlo Scognamiglio
L’esito delle elezioni per la Costituente del 1946 sollecita una riflessione sulla straordinaria affermazione elettorale dei cattolici.
Quella comunità politica non aveva giocato un ruolo particolarmente significativo nel quadro della Resistenza, e molti osservatori fin da subito manifestarono una certa sorpresa quando la Democrazia Cristiana esplose sulla scena politica come il primo partito italiano.
In verità durante il ventennio fascista, attraverso una paziente tessitura culturale e politica operata da organizzazioni come l’Azione Cattolica – unitamente ad alcune esperienze di mutualismo operaio a orientamento confessionale – si erano consolidate negli anni importanti reti di discussione e formazione politica su tutto il territorio nazionale, capaci di un rapporto diretto con le masse.
Come soleva ripetere Togliatti, che cercò di rispondere specularmente alla capillare presenza della militanza cattolica, in ogni parrocchia c’era una sede della DC. E in Italia le parrocchie erano (e sono) pressoché ovunque.

Umberto Galimberti: Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi

Le banche - La più grande truffa della storia umana - Bright Being

DOBBIAMO LIBERARE L'ITALIA DAI SOPRUSI DELL'EUROPA FRANCO-TEDESCA, ECCO COME - Francesco Amodeo

C'È UN SISTEMA PIANIFICATO PER RENDERCI POVERI, DISOCCUPATI E CONTROLLABILI ► Valerio Malvezzi

motore di ricerca per il deeo web (via TOR)


http://hss3uro2hsxfogfq.onion/


Canapa industriale: i 5 utilizzi del futuro

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La rivoluzione verde non accenna a fermarsi e tutto il mondo guarda alla canapa industriale e ai suoi derivati come alla risorsa di domani. Prendendo spunto dalla tradizione infatti, le moderne tecnologie permettono utilizzi che fino a poco tempo sarebbero stati impensabili. Ne abbiamo scelti 5 per raccontarvi la canapa che verrà.
Case che si stampano in 3D
Se da un lato le case in canapa e calce sono una realtà che anche in Italia si sta affermando sempre di più, c’è chi ha fatto un passo avanti. Parliamo di Mirreco, azienda australiana, che a messo a punto prima dei pannelli a base di canapa ad uso edile e poi una tecnologia che permettere di stampare le case costruite con questi materiali, nel giro di poche settimane. Se ci sono già esempi di case stampate in 3D, costruite però con il cemento, questa potrebbe essere la novità sostenibile.
Tessuti anti-batterici

La “barriera” per pulire l’oceano dalla plastica sta funzionando davvero

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Buone notizie: il tubo gonfiabile lungo 600 metri ideato da Boyan Slat per pulire l’Oceano Pacifico dalla plastica sta funzionando davvero. Il progetto, battezzato Ocean Cleanup ha catturato e trattenuto i detriti da quella che è conosciuta come la Great Pacific Garbage Patch.

L’automobile ecologica in canapa al 100% che sfreccia con 525 cavalli

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A quasi 80 anni da quando Henry Ford creò la sua Hemp car, un’automobile in canapa torna a sfrecciare sulle strade americane. L’idea è di Bruce Dietzen, ingegnere americano e fondatore di Renew Sports Cars che punta a creare un intero comparto di auto sportive con la scocca in fibra di canapa.

«A 96 anni la cannabis mi ha cambiato la vita»: ora cammina, dorme bene e non ha dolore

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96 anni ha scoperto i benefici medici della cannabis nel trattamento del dolore, e da allora dice che le è cambiata la vita. Una trasformazione spesso riferito da pazienti che, afflitti dal dolore nelle sue diverse forme, riescono a trovare sollievo grazie alle proprietà di questa pianta.

Clima & Ambiente & soluzioni furbette. Disaccordo politici/scienziati sul concetto di energia rinnovabile.

Disaccordo politici/scienziati sul concetto di energiaGli autori sono i 15 esperti del Panel Ambiente di EASAC (European Academies Science Advisory Council), l’associazione delle accademie europee che fornisce alla politica informazione indipendente su temi scientifici di rilevanza sociale, associazione alla quale partecipa per l’Italia l’Accademia Nazionale dei Lincei.

Secondo la direttiva dell’Unione Europea sull’energia rinnovabile, adottata nel 2009, la biomassa ricavata dalle foreste è incondizionatamente considerata una sorgente di “energia rinnovabile”.
Questa classificazione è dovuta alla considerazione che il carbonio liberato in atmosfera dalla combustione della biomassa vegetale proviene dall’atmosfera e può essere nuovamente assorbito dalla vegetazione attraverso la ricrescita delle piante.
Questa visione dei processi in atto era corretta nel 2009 quando la biomassa ricavata dalle foreste era essenzialmente fatta da residui di lavorazione del legno, eventualmente integrati con gli scarti dell’agricoltura e della gestione delle aree verdi.
L’energia ottenuta con questo materiale di scarto a rigore non è un’energia rinnovabile, in quanto il suo uso non prevede necessariamente la sostituzione con nuovi alberi, ma può essere considerata un’energia ad emissioni zero in quanto questi materiali se abbandonati nelle discariche sono in ogni caso destinati a emettere in atmosfera il carbonio in essi contenuto.
Negli anni, i sussidi virtuosamente stanziati in alcuni stati per promuovere l’uso di energia rinnovabile hanno provocato un inaspettato sviluppo dell’uso della biomassa con la diffusione di cippato e pellets non solo per il riscaldamento domestico, ma anche nelle grandi centrali elettriche al posto del carbone.

È giusto dire sempre la verità?

In un libretto pubblicato da Cortina, alcuni brevi scritti di Kant e una salace riflessione di Constant ci inducono a chiederci se e in quali circostanze è lecito mentire.


micromega Carlo Scognamiglio

Domandiamoci in primo luogo se l’essere sinceri costituisca una forma di dovere inderogabile; e poi, qualora ci ritrovassimo in accordo di massima con il principio dell’assoluta veridicità, deriviamone un’ulteriore domanda sul valore dei principi generali per la vita concreta. 
Questi i due interrogativi fondamentali, che emergono dal libricino pubblicato da Cortina, intitolato: “Bisogna sempre dire la verità?”, e che raccoglie alcuni brevi scritti di Immanuel Kant sull’imperativo morale della sincerità (ma anche una salace riflessione di Benjamin Constant sul medesimo tema). 
Il volumetto, presentato da una bella introduzione di Andrea Tagliapietra, non è un saggio filosofico di difficile lettura, nonostante l’annunciato peso metafisico della parola “verità”. 
Una parte dei testi qui raccolti sono piccoli scritti d’occasione, non tutti degni di considerazione filosofica, che possono incuriosire più che altro i lettori affezionati al grande Kant. 
Tuttavia, il volume include tre perle, che da sole valgono l’intero libro.

Al fuoco! Incendi in California, per la prima volta è “allarme rosso estremo”: riguarda 26 milioni di persone. Solo il 15% dei roghi è stato domato.

Le fiamme stanno bruciando migliaia di ettari dallo Stato della West coast fino all'Arizona: nella Simi Valley minacciano la Biblioteca presidenziale di Ronald Regan, mentre il Kincade Fire sta devastando i vigneti della Sonoma Valley. Quasi due milioni le persone rimaste senza luce e gas.
 

Risultati immagini per incendi californiaLos Angeles, Ventura e San Bernardino. 
Ma non solo: in queste, come in altre contee che vanno dalla California all’Arizona, è stato diramato per la prima volta in assoluto l’allarme rosso estremo. 

Si chiama ‘extreme red flag warning’, è il massimo grado di allerta e riguarda 26 milioni di persone, a rischio a causa degli incendi che negli ultimi giorni stanno mandando in fumo migliaia di ettari, causando l’evacuazione di centinaia di migliaia di persone, blackout, distruzioni di case ed altri edifici. 
E pare che non siano destinati a fermarsi: le autorità prevedono infatti che i venti possano raggiungere i 128 chilometri orari, rafforzando il fronte dei roghi, alcuni dei quali sono fuori controllo. 
Tre i principali roghi: l’Easy Fire, nella Simi Valley che minaccia la Biblioteca presidenziale di Ronald Regan, il Getty Fire che brucia Los Angeles – e che ha costretto a evacuare 7mila persone – il Kincade Fire che sta devastando i vigneti della Sonoma Valley, ha già mandato in fumo oltre 30 mila ettari e distrutto 189 strutture tra cui diverse case.  
Solo il 15% delle fiamme è stato finora domato. Quasi due milioni le persone rimaste senza luce e gas.

Classe Operaia. Aeroporto di Fiumicino, rappresentante USB licenziato perché voleva far rispettare le regole sulla sicurezza.

Nella lettera di licenziamento l’azienda contesta al dipendente di aver provocato un ritardo di circa 40 minuti nelle operazioni di scarico bagagli e nega le irregolarità nel sistema di sicurezza, fingendo di non sapere che esse sono state debitamente comprovate e documentate dal lavoratore in sede di contestazione aziendale.

La morale è scioccante: i lavoratori devono astenersi dal segnalare guasti, mancanze o cattivo funzionamento dei macchinari se non vogliono incorrere in pesanti sanzioni da parte dell’azienda, fino all’estremo capitato a Jacopo di essere licenziati.
Eppure tanto le procedure previste dall’ENAC, che è l’ente nazionale preposto al controllo di tutte le operazioni di volo, quanto gli stessi regolamenti interni all’azienda prevedono il rispetto scrupoloso degli adempimenti sulla sicurezza ed è a questi che Jacopo si era attenuto, pensando di fare gli interessi dei lavoratori, dell’utenza ma anche dell’azienda stessa. 
Azienda che prevede nel suo stesso Codice Etico che tutti i lavoratori che segnalano eventuali malfunzionamenti devono essere messi al riparo da azioni di rappresaglia da parte delle gerarchie aziendali.

Ricchi. 100 miliardi per 10 persone, uno scandalo “normale”.


Queste lavoratrici e questi lavoratori rischiano di finire in miseria con le famiglie, perché se perderanno il lavoro non ne troveranno un altro che garantisca quel povero salario di 1200 euro al mese con il quale vivono.

Mentre penso a tutto questo, vedo sul Corriere i primi nella classifica dei ricchi in Italia. Sono dieci persone che assieme hanno una ricchezza di 100 miliardi di euro. Se quella ricchezza fosse trasformata in stipendi servirebbe a pagare per un anno 4 milioni di persone con il salario Whirlpool. Oppure 400.000 per dieci anni. O 40.000 per cento anni. Gli operai Whirlpool sono 400, calcolate voi.
Naturalmente il quotidiano che riporta la classifica precisa che i nostri non sono tra i grandi ricchi del mondo; anzi, poveretti, molti di loro non sono neppure nelle classifiche internazionali.

Altro che domenica: la sconfitta in Umbria è nata vent’anni fa.

Alessandro RobecchiSe state nel centro di una piazza, è difficile vedere la città. Meglio su una torre molto alta. Meglio ancora in elicottero (per noi umani: Google maps). Per le elezioni in Umbria è la stessa cosa: si cercano col microscopio le crepe nelle tattiche recenti, i dettagli contingenti, mentre alzandosi un po’ sull’orizzonte si vedrebbe una storia lunga, che ha portato fin qui dove siamo finiti: leghisti e scontenti (e non vale solo per l’Umbria, anzi). 


Alessandro Robecchi Giornalista
Se ogni tanto si capisse (ma così, per passatempo) che la politica è soprattutto comprensione delle dinamiche sociali, delle curve che prendono le vite della gente, si spiegherebbe meglio la regione rossa, laboriosa e civilissima, che si butta nelle braccia del mangiatore di salsicce sovranista. “Dopo 50 anni!”, esultano da destra, manco avessero preso la Bastiglia.

Risultati immagini per umbriaL’aumento dell’affluenza ingrossa il vantaggio di Salvini e fa intuire che un po’ dei famosi astenuti che “bisogna riportare alla politica” ce li ha riportati lui. L’alleanza che lo contrastava era messa su in fretta e furia, il candidato un perdente perfetto (per contrastare la destra montante, un imprenditore moderatissimo, la solita solfa), senza contare i 5s in caduta libera e il governo della Regione che ne ha fatte più di Carlo in Francia, trattando (un classico) la Sanità come agenzia di collocamento per gli amici, e molti altri pasticci. Ce n’è abbastanza per disamorarsi, anche se per uno che abbia qualche anche vaga formazione “di sinistra” per votare Salvini ci vuole qualcosa di più.

Lavoro sporco, a casa loro. Accordi con la Libia, il silenzio è un delitto.

Accordo sulla base del quale, l’Italia continua a sostenere con milioni di euro la cosiddetta Guardia Costiera libica e i centri di detenzione di migranti nel Paese.
Noi di Intersos, insieme a tutte le organizzazioni raccolte nel Tavolo Asilo e nella campagna #IoAccolgo, abbiamo chiesto con forza l’annullamento del Memorandum del 2017 e dei precedenti accordi con il governo libico e che, fatti salvi gli interventi di natura umanitaria, non vengano rifinanziati quelli di supporto alle autorità libiche nella gestione e controllo dei flussi migratori.

Accordi con la Libia, il silenzio è unCosa ritiene opportuno fare il governo italiano rispetto a questa richiesta e all’imminente scadenza del 2 novembre?
Cosa pensano e propongono le forze politiche che a questo governo hanno dato forma? 
Di fronte al dibattito che si è aperto su un tema reale la peggiore risposta sarebbe il silenzio, i posizionamenti interlocutori, le mezze parole da parte di chi ha la responsabilità di decidere.
Non solo perché il silenzio significa la proroga degli accordi in essere, ma perché dimostrerebbe una colpevole sottovalutazione della posta in gioco, che è da un lato la salvaguardia delle vita di centinaia di migliaia di persone, dall’altro il rispetto dei diritti umani e l’aderenza dell’Italia alle norme del diritto internazionale che vietano il respingimento delle persone in fuga verso un Paese non sicuro.

mercoledì 30 ottobre 2019

Umberto Galimberti - LA BELLEZZA, LEGGE SEGRETA DELLA VITA Vacanze dell'Anima 21/07/16

Lavorare meno, lavorare tutti.

Con la diffusione delle tecnologie digitali tende a scomparire la linea di separazione tra tempo di vita e tempo di lavoro. Quali conseguenze in termini di salute e sicurezza sul lavoro? Lo slogan degli anni ’70 “Lavorare meno, lavorare tutti”, diventa sempre più una necessità, perché presto il lavoro come lo conosciamo, forse scomparirà, e sarà preoccupante se non saremo noi a controllare questo passaggio storico, perché ancora una volta saremo noi a subirne le conseguenze.


 blog-lavoroesalute.org Renato Turturro
In Germania la commissione di esperti che prende il nome di Sachverstaendigenrat ha relazionato al governo di Angela Merkel la situazione generale del Paese rispetto al tema del lavoro e delle sue sfaccettature. 
La conclusione è che, per questi esperti, la giornata di 8 ore è obsoleta. Le aziende hanno bisogno della certezza di non infrangere la legge se un dipendente partecipa di sera a una conferenza telefonica e se a colazione legge le mail”, ha spiegato Christoph Schmidt, presidente della commissione, “ormai l’idea che la giornata lavorativa inizi la mattina in ufficio e si concluda con l’abbandono pomeridiano dell’azienda è obsoleta e non flessibile”, ha specificato poi. “Le tutele dei lavoratori sono state efficaci in Germania, ma alcune di esse non si adattano più al mondo del lavoro digitalizzato”. [1]
È proprio questo il punto. Siamo sicuri che l’introduzione continua di nuove tecnologie (digitali e non), mascherate come miglioramento del comfort e dell’ergonomia, siano strumenti neutri?
Siamo convinti che la cosiddetta rivoluzione tecnologica porti benefici a chi produce la ricchezza reale in ogni Paese, ossia, i lavoratori?
Forse, in “Quaderni Piacentini” e in altri scritti di sociologia del lavoro e del movimento operaio[2], non si era già analizzato ed evidenziato che dietro l’introduzione di metodologie e tecnologie innovative di produzione si nascondesse un aumento delle produttività e del controllo?

La sfida è “Lavorare per la formazione di un nuovo senso comune”.

Lavoro e Salute intervista Citto Maselli. ” Dobbiamo chiederci come è potuto succedere che in Italia, per la prima volta dal dopoguerra, l’egemonia culturale sia nelle mani della destra e di una destra terribile. Allora compito nostro è anche lavorare per la formazione di un nuovo senso comune, di un nuovo pensiero critico e di un diverso sistema di valori”.

blog-lavoroesalute.org


citto_maselli (1)
Emozione grande incontrare Citto Maselli, uno dei grandi maestri e registi del cinema italiano. Citto è anche un compagno di quelli rari per autenticità e coerenza. Nelle sue parole, nel suo pensiero e nel suo essere ancora presenza attiva vi è la storia del cinema degli ultimi 60 anni e di un grande partito, il Pci, di cui Antonio Gramsci fu il co-fondatore. Un vero onore intervistarlo.

1) Citto, in un mondo così competitivo com’è quello del cinema, restarvi ‘a galla’ per una vita è una sfida dettata sicuramente dalla passione. Ma è anche una conquista che pochi attori e registi hanno ottenuto. Tu sei fra questi. A cosa hai puntato, quali ostacoli hai incontrato nel percorso e anche quali e quante soddisfazioni ti hanno accompagnato nella tua lunga vita da regista?
Il cinema non è affatto “un mondo competitivo”. Né si tratta di “restare a galla”: io – come tanti miei colleghi della mia generazione, perlomeno – ho lavorato sempre per la necessità di esprimermi incontrando gli infiniti ostacoli di chiunque non punti al successo ma a realizzare opere che abbiano un senso, suscitino un’emozione e una riflessione, e siano artisticamente riuscite. 
Le soddisfazioni sono appunto quelle: quando un film è riuscito e viene compreso. 

BANCHE: sofferenze o mancato arricchimento?

post originale di Augusto Scatolini

Sono anni che mi domandavo: ma se le banche creano il denaro dal nulla come fanno a fallire?
Come fanno ad esistere le sofferenze bancarie?

Finalmente ho trovato la risposta.

Due premesse sono indispensabili per trattare e comprendere questo argomento:

La prima: il 15 agosto del 1981 Richard Nixon rende pubblico quello che tutti sapevano ovvero che il dollaro non ha più alcuna copertura in oro (riserva aurea) ovvero che dietro la moneta non c'è più nulla. Nasce la moneta FIAT, quella che viene creata dal nulla, senza alcuna copertura.
La seconda: del totale della moneta esistente, quella stampata dalla BCE (banconote) rappresenta solo il 3%, il restante 97% è moneta creditizia ovvero creata dalle banche quando fanno un prestito (credito).

I 4 PECCATI CAPITALI DELLE BANCHE

martedì 29 ottobre 2019

1936: quando il governo mise il guinzaglio ai banchieri

https://www.ilprimatonazionale.it

Riforma sistema bancario italianoRoma, 10 mar – Dopodomani ricorre un importante anniversario.  Il 12 marzo del 1936 con il (DL 12 marzo 1936 n. 375 – legge 7 marzo 1938, n. 141), si riformava in maniera integrale ed unitaria il sistema bancario italiano. Il decreto legge poggiava su tre punti essenziali. In primis l’istituzione di un organismo statale avente funzioni di alta vigilanza e di direzione politica dell’attività creditizia. In secundis, introduzione della specializzazione istituzionale, temporale ed operativa degli enti di credito.

Molto importante fu la separazione tra banche operanti a breve termine e quelle operanti a medio lungo termine. Ed, infine, l’affermazione del principio della separatezza tra banche ed industria: le banche non potevano assumere partecipazioni in imprese industriali e commerciali.
Detta così non si comprende l’importanza di tale normativa. Tradotto in soldoni, significava che la Banca d’Italia era arbitro del sistema creditizio. In pratica, i banchieri dovevano decidere il loro core business: risparmio o speculazione. Non solo, ma anche era fatto divieto alle banche di entrare nei consigli di amministrazione delle aziende. Il principio è molto semplice. Chi eroga credito non può essere socio del creditore.

Umberto Galimberti - " Il piccolo uomo"

Imperial Library of Trantor (also known as Galactic Library) via TOR

http://xfmro77i3lixucja.onion/


New York Times sul Dark Web tramite TOR

https://www.nytimes3xbfgragh.onion/


fermare erdogan

L'immagine può contenere: testo

lunedì 28 ottobre 2019

IL VAFFA UMBRO

Zingaretti: "Comune sentire o se ne trarranno le conseguenze". Goffredo Bettini: "O si cambia registro o elezioni".

Dopo il tracollo umbro l'esponente del Pd rompe gli indugi: "Il nostro campo è bombardato dalla conflittualità, dalla competizione interna, dalla irresponsabilità di molti".

pfdO si cambia o si torna alle urne. Non usa mezzi termini Goffredo Bettini nel post con cui commenta la sonora sconfitta dell’alleanza Pd-M5s in Umbria.

E il senso delle sue parole è proprio questo: senza una svolta, meglio il voto.


“Quindi o si cambia registro o saranno inevitabili le elezioni”, si legge sul profilo Facebook dell’esponente del partito democratico.
I dem, sostiene, non hanno subito flessioni rispetto alle Europee, ma non basta: “Lo spettacolo di questi mesi ha confermato che gli egoismi di partito prevalgono sempre sugli interessi generali. A quel punto i partiti potranno liberamente scegliere, anche quelli del campo democratico, con chi stare e contro chi stare.

Emilia-Romagna. Il Pd prova ad ostacolare la partecipazione di Pap alla regionali

http://contropiano.org


Iniziano i tentativi per metterci i bastoni fra le ruote: non ci riusciranno!
Potere al Popolo – Modena: ABBIAMO UN PROBLEMA DI DEMOCRAZIA
Oggi abbiamo finalmente iniziato I banchetti a Carpi.
Davanti a noi si para lo scoglio di 1.750 firme, un abisso davanti al quale molti desisterebbero, ma noi no.

La BBC apre un sito nel dark web per superare la censura L'edizione internazionale del sito di news è accessibile tramite la rete TOR.

https://www.zeusnews.it



Si può ancora pensare che il dark web sia un luogo pericoloso abitato soltanto da criminali, se persino la BBC vi prende residenza?
Il servizio radiotelevisivo pubblico britannico ha infatti deciso di aprire una versione del proprio portale di notizie visualizzabile solo tramite la rete anonima TOR (cui si può accedere usando Tor Browser).

http://bbcnewsv2vjtpsuy.onion/

Una risata vi seppellirà

Il Joker di Todd Phillips è la rappresentazione perfetta della degenerazione di una rabbia giusta, la manifestazione dei sintomi morbosi del pericoloso interregno in cui viviamo.


Bruciando tutte le tappe che consegnano un film alla storia del cinema il Joker di Todd Phillips è già diventato un cult: campione assoluto di incassi, film d’uscita in ottobre più redditizio di tutti i tempi, vincitore del Leone d’oro a Venezia, Joker è ormai oggetto di accesa discussione tra cinefili e comuni spettatori di tutto il mondo. 
A quasi un mese dalla sua uscita in Italia e a due negli Stati uniti occorre interrogarsi sulle ragioni di questo successo planetario che non può dipendere semplicemente da una pellicola eccellente sotto il profilo tecnico e impeccabile sotto quello stilistico. 
Joker è una lama conficcata nel ventre di un neoliberismo agonizzante. È un film profondamente politico che parla del mondo atroce in cui viviamo. 
Per questo non può che suscitare un vivissimo interesse.

Fiumicino, salta il raddoppio dello scalo perché incompatibile con la riserva naturale.

Il masterplan 2023 di Enac e Adr bloccato dal ministero dell'Ambiente.

Fiumicino, salta il raddoppio dello scalo perché incompatibile con la riserva naturale


repubblica.it
Salta il raddoppio dello scalo di Fiumicino. La Commissione tecnica Via/Vas del Ministero dell'Ambiente ha bocciato il progetto di ampliamento dell'aeroporto presentato da Enac e Adr (la società di gestione), perché ritenuto incompatibile con la riserva naturale sulla quale dovrebbe sorgere. A renderlo noto lo stesso Ministero dell'Ambiente. Il Masterplan 2030 dell'aeroporto di Fiumicino era stato presentato da Enac/AdR il 31 marzo 2017 per ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale.

Elezioni in Argentina: trionfo peronista.


Al terzo posto c’è Roberto Lavagna con il 6,17 percento, seguito da Nicolás Del Caño (2,13 percento), Juan José Gómez Centurión (1,71 percento) e José Luis Espert (1,47 percento).
Le elezioni generali si sono svolte nel mezzo di una profonda crisi sociale ed economica aggravata dopo gli “aiuti” finanziari concordati tra il governo di Macri e il Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Secondo i rapporti dell’Istituto Nazionale di Censimento e Statistica (Indec) durante i quattro anni del governo di Mauricio Macri gli indici associati alla povertà multidimensionale, la precarizzazione lavorativa e un forte diminuzione della qualità della vita ha colpito il popolo argentino per effetto delle politiche di neoliberismo selvaggio applicate. 

Elezioni Umbria, un delirio mediatico esagerato. Il governo non trema per così poco

Luisella CostamagnaLa democrazia è una scusa per fondare giornali”, ripete Longanesi dallo spot di un nuovo quotidiano. Io aggiungerei: anche per venderli e fare ascolti tv, a vedere l’incomprensibile delirio mediatico per le elezioni regionali umbre, che hanno riguardato – dati definitivi di affluenza – circa 450mila elettori, poco più degli abitanti di Bologna. 


Luisella Costamagna Giornalista e autrice
Elezioni Umbria, un delirio mediatico esagerato. Il governo non trema per così pocoCon tutto il rispetto per gli umbri che si sono recati al voto (in crescita rispetto alle scorse regionali), questo sarebbe un test nazionale capace di far tremare il governo?
Non esageriamo!
La cosa certamente più edificante di queste elezioni è stato il rispetto, il fair play manifestato dai due sfidanti, che si sono inviati anche un reciproco incoraggiamento: una lezione di civiltà istituzionale, rispetto ai toni sguaiati dei rispettivi schieramenti.
Dopodiché è andata com’era prevedibile che andasse, dopo lo scandalo sanità che ha travolto il Pd e il balletto vergognoso sulle dimissioni dell’ex governatrice Catiuscia Marini; dopo le Elezioni europee che già avevano incoronato il centrodestra (Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia erano oltre il 51%) e il governo a traino leghista del 62% delle amministrazioni locali umbre; e dopo un’unione a freddo Pd-5S, che non poteva non essere mal digerita da elettori che fino a ieri se ne sono dette di tutti i colori.

Chi insulta Liliana Segre dimentica che Gesù era ebreo. E spiritualmente lo siamo anche noi.


Paolo FarinellaPrima Gad Lerner, giornalista, e ora Liliana Segre, senatrice a vita, reduce dall’inferno della Shoah, ambedue ebrei e in quanto ebrei insultati e linciati sulle piazze politicanti della Lega salviniana (Lerner) e sulla rete (Segre), a ritmo ossessivo, magari con copertura da anonimato. Non possiamo più minimizzare, non dobbiamo più tollerare, non è lecito affermare che sia “libera espressione del pensiero”. Al contrario, siamo alla pura e semplice “apologia di nazi-fascismo”, vietata dalla Costituzione, dalla coscienza civile, dalla Storia.


Paolo Farinella Sacerdote

Poiché lo hanno dimenticato, o forse non lo hanno mai saputo, a costoro bisogna ricordare che quel Crocifisso difeso come simbolo occidentale è l’effigie di un Ebreo,
Gesù di Nazaret, figlio degli ebrei Myriam e Joseph, cresciuto e morto da ebreo. Il presepe sventolato come bandiera identitaria, secondo i racconti evangelici, è la culla di un bambino ebreo, figlio di ebrei, discendenti di ebrei, costretti a emigrare in Egitto per salvare la pelle dalla persecuzione e dalla fame.

Violenza sulle donne, Istat: “Nel 2017 in 43mila si sono rivolte ai Centri antiviolenza. Offerta ancora insufficiente in 13 Regioni”.

Prima indagine realizzata in collaborazione con il dipartimento per le Pari Opportunità, il Cnr e le Regioni.



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La Convenzione di Istanbul del 2013 stabilisce che dovrebbe esserci un Centro ogni diecimila abitanti.
Considerando il dato calcolato sulle vittime che hanno subito violenza fisica o sessuale negli ultimi 5 anni, l’indicatore di copertura è pari a 1, con un minimo nel Lazio (0,2) e un massimo in Valle d’Aosta (2,3).
Più di metà delle collaboratrici è volontaria.
Nel 2017 si sono rivolte ai Centri antiviolenza italiani 43.467 donne, il 67,2% delle quali ha iniziato un percorso di uscita dalla violenza. 
Ma l’offerta di aiuto alle donne maltrattate e ai loro figli è ancora insufficiente rispetto a quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul del 2013, ratificata in Italia nello stesso anno, secondo cui dovrebbe esserci un Centro ogni diecimila abitanti: in 13 Regioni l’indicatore di copertura è inferiore al previsto. 
 Sulle 4.403 donne che lavorano nei centri, 1.933 sono retribuite e 2.470 impegnate esclusivamente in forma volontaria.
E’ quello che emerge dalla prima indagine Istat sui 281 Centri italiani, realizzata in collaborazione con il dipartimento per le Pari Opportunità, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e le Regioni.