sabato 11 maggio 2019

Migranti & Sicurezza & Salvini. Gregorio De Falco: "Se chi salva paga, chi non salva va in galera".

Intervista all'ex comandante della Marina militare e senatore che contesta il DL Sicurezza bis: "M5S fermi Salvini, o ci porterà all'autoritarismo".

 

Gregorio De Falco: “Sono state salvate vite umane, non si può parlare di favoreggiamento di immigrazione clandestina”. L’ex senatore del Movimento 5 Stelle Gregorio De Falco è pronto a imbarcarsi sulla nave Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans, per il momento ferma nel porto di Lampedusa. “Confido nel fatto - dice il comandante della Marina militare - che la nave possa riprendere la navigazione. Non è stato commesso alcun reato bensì è stato rispettato l’ordinamento vigente. Invece Matteo Salvini, quando parla di multe per chi salva vite umane in mare, pretende che si infranga la legge. E la legge prevede la galera se si lasciano morire le persone in acqua”.

Senatore De Falco, procediamo con ordine. La mare Jonio al momento è sotto sequestro. Ritiene che nelle prossime ore questo sequestro sarà convalidato?
“Non credo ci siano motivazioni per il sequestro perché la nave è un oggetto, è una nave commerciale, l’esercizio che fa svolto non è illecito. Le persone salvate sono naufraghi sottratti alla morte. L’immigrazione è un fenomeno che si sviluppa su due punti della terra ferma, il punto di partenza e quello di arrivo. Invece la mare Jonio ha effettuato un soccorso in mare, sottraendo queste persone alla morte. Le he prese in mare, salvate e portate a terra. Tutto il resto è propaganda”.


Si sta riferendo alla campagna elettorale di queste settimane con al centro anche l’immigrazione? 
“Sono state giornate abbastanza convulse. Nei giorni scorsi abbiamo avuto 70 persone che sono arrivate a Lampedusa in maniera autonoma, altre 40 sono state salvate dalla marina militare e 30 dalla Mare Jonio. Ciò significa che le partenze non sono diminuite, quel sillogismo propagandato da Salvini, secondo il quale ci sono meno sbarchi, è falso e fuorviante. Così come l’annuncio del sequestro della mare Jonio prima ancora che venga convalidato”.

Insieme all’annuncio del sequestro della nave mare Jonio, Salvini ha parlato del decreto Sicurezza bis. Da comandante della Marina militare, prima che da senatore, cosa ne pensa? 
“Ho letto che ci sarà una multa di 5000 euro per ogni vita umana salvata in mare. Questa norma contraddice l’ordinamento. Significa che chi salva paga, ma bisogna tener presente che chi non salva le persone va in galera perché noi abbiamo l’obbligo di salvare i naufraghi in difficoltà”.

Un altro passaggio della bozza del decreto prevede di “attribuire al ministro dell’Interno la competenza a limitare o vietare il transito e/o la sosta nel mare territoriale qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica”. Ritiene ci sia un conflitto di competenza?
“Il Ministero dell’Interno per definizione lessicale si deve occupare dei fatti interni al territorio e il mare non è totalmente territorio dello Stato. Perché fa capo all’amministrazione dei Trasporti o come si diceva una volta alla Marina mercantile. La decisione di Salvini ha solo un motivo di carattere personalistico, cioè attribuire a se stesso un potere che gli consente di continuare a fare campagna elettorale ma non ha alcun senso istituzionale. I ministri del Movimento 5 Stelle non possano approvare una follia di questo genere”.

I 5Stelle però in questi giorni stanno tenendo il punto sul tema dell’immigrazione.
“Bisogna vedere cosa faranno tra due settimane quando la campagna elettorale sarà finita. Questo decreto bis è l’anticamera dell’autoritarismo. Salvini lo ha presentato per forzare la mano così l’opinione pubblica può vedere in lui ancora lo sceriffo nonostante la debacle della questione che ha riguardato il sottosegretario Siri e le sue dimissioni. Se i ministri M5s non si oppongono, il loro giuramento viene meno. Il fatto che il premier Giuseppe Conte, ieri nella circostanza del soccorso, abbia risposto immediatamente, mi lascia ben sperare che forse qualche anticorpo, in Italia, ancora potrebbe esserci”.

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