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sabato 11 maggio 2019
La nave «Jonio» di Mediterranea salva 30 migranti, ma Salvini la sequestra
Fonte: il manifestoAutore: Adriana Pollice
I porti italiani sono aperti, ieri si è dovuto arrendere anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini di fronte al triplice sbarco di migranti da parte della Mare Jonio, della piattaforma Mediterranea saving humans, delle navi della Marina militare e delle Fiamme gialle. Ma per riprendersi comunque la scena, il leader leghista da Napoli ha annunciato «Il decreto Sicurezza bis».
Avrà 12 articoli, il primo prevede sanzioni per chi, nello svolgimento di operazioni di soccorso, non rispetta le istruzioni delle autorità Sar o dello stato di bandiera, più un’ammenda da 3.500 a 5.500 euro per ogni straniero trasportato. Nei casi più gravi o laddove la violazione sia commessa da navi italiane, è prevista la sospensione o la revoca della licenza. L’art. 2 interviene in materia di Codice della navigazione, limitando le competenze del ministro delle Infrastrutture alle sole finalità di sicurezza della navigazione e di protezione dell’ambiente. Al Viminale la competenza a limitare o vietare il transito o la sosta qualora sussistano ragioni di ordine pubblico. Inasprite poi le misure contro i trafficanti di esseri umani.
GLI ATTIVISTI DI MEDITERRANEA giovedì avevano salvato 30 naufraghi a 40 miglia dalle coste libiche (tra loro due donne incinte, una bimba di un anno e altri quattro minori): «Ci è stati inoltrata una mail del Viminale che chiedeva di fare riferimento alle ‘Autorità Libiche’, quelle di un paese in guerra». Così hanno fatto rotta verso l’Italia, a 12 miglia da Lampedusa la Mare Jonio è stata raggiunta da due unità della Guardia di finanza per un controllo di polizia. Le motovedette l’hanno poi scortata ieri in porto sull’isola mentre sui media si diffondeva la notizia dell’imminente sequestro della nave, il secondo dopo quello di marzo conclusosi con il dissequestro ma anche con l’incriminazione di comandante e capo missione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. «Nessuna irregolarità riscontrata – comunicava l’equipaggio da bordo -. L’importante è che queste persone siano salve».
IL SEQUESTRO da parte dei finanzieri è puntualmente arrivato: i militari, hanno fatto sapere le solite fonti del Viminale, avrebbero rilevato alcune irregolarità e proprio per procedere al sequestro è stato consentito alla nave di entrare nel porto di Lampedusa. L’accusa, anche questa volta, è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una comunicazione fatta su misura per tentare di salvare la faccia di Salvini, che da un anno ripete «porti chiusi». «Il Viminale annuncia il sequestro? Curioso che lo faccia via stampa prima che a noi. È un atto per tentare di fermarci», il commento da Mediterranea. «Mi risulta che Mare Jonio non entrerà da nave libera – ha esultato Salvini -. Ultimo viaggio per la nave dei centri sociali: bloccata e sequestrata. Ciao ciao».
NEL GOVERNO la scena se l’è presa il premier Giuseppe Conte: «Ci siamo sentiti con Salvini e siamo d’accordo sul sequestro, la nave era stata già diffidata. I migranti verranno messi in sicurezza, mica li mettiamo nelle patrie galere o li riaffoghiamo in mare». Conte è attento a non irritare il vicepremier, già furioso per aver dovuto digerire pure l’altro sbarco di migranti salvati dalla Marina e ricollocati dal premier in tempi record grazie alla disponibilità di Francia, Malta, Lussemburgo e Germania. La «Stromboli», con a bordo i 36 naufraghi soccorsi dai militari italiani giovedì al largo della Libia, è entrata ieri in porto ad Augusta. Il salvataggio aveva provocato le ire del Viminale contro la ministra Trenta. A Lampedusa sono poi attraccati 70 migranti soccorsi da Guardia costiera e Guardia di Finanza a 11 miglia dall’isola.
Luigi Di Maio, pur fingendo concordia, è passato all’attacco: «Le decisioni sono state prese, come sempre, da tutto il governo. La cosa positiva è che Mare Jonio è stata sequestrata un’altra volta. Spero che si arrenda». E sulla Stromboli: «Senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto a Conte, siamo riusciti a fare in modo che l’Europa se ne sia occupata. Mi auguro che faccia riflettere qualcuno. Se il tuo primo primo pensiero è finire sui giornali, allora c’è qualcosa che non va».
DI MAIO NON FA IN TEMPO a spiegare che sul tema dei migranti non c’è contrapposizione con il ministro dell’Interno che il leader leghista diffonde il contenuto della lettera inviata al premier e al ministro degli Esteri, Moavero Milanesi: «Buoni risultati sono stati ottenuti, per quanto di competenza del ministero dell’Interno, sui rimpatri. Serve un salto di qualità nella politica estera italiana nella sua collegialità. Il problema deve essere affrontato prevedendo dei meccanismi di condizionalità vincolante nelle relazioni coi paesi terzi e a livello Ue».
Dai 5S la replica: «I rimpatri sono di sua competenza, non faccia lo gnorri. Scrivere a Conte e Moavero è una dichiarazione di fallimento».
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