Landini ha atteso il 1° Maggio per lanciare l'idea del sindacato unico, per dire che non ci sono più motivi di divisione, che il mondo che aveva provocato le rotture e le divisioni del fronte sindacale non è più nemmeno un lontano ricordo.
Unione Sindacale di Base
Quindi le differenze sono azzerate. E ci si può
dedicare a discettare di sociologia intorno alle nuove figure dello
sfruttamento, della precarietà, della schiavitù che torna prepotente nei
campi, nella logistica, che produce morti come mai prima nell'era
moderna senza però produrre, o almeno provare a immaginare, forme di
lotta sindacale.
Ma il sindacato unico c'è già nei fatti, proprio
come sognava Matteo Renzi.
È quello del sostegno a una Unione Europea
che dei diritti dei lavoratori, delle lavoratrici in particolare, ha
fatto strame, è quello che va a braccetto e manifesta con Confindustria
come si andrebbe a spasso con le dame di San Vincenzo dimenticando che i
padroni rappresentano, oggi come ieri, il nemico di classe.
È quello che si è accomodato per anni nelle pieghe
dei provvedimenti anti Labour assunti dai vari governi purché in qualche
modo gli venisse lasciata mano libera nell'utilizzare la loro posizione
di monopolio della rappresentanza per accumulare funzioni sostitutive
come gli enti bilaterali o la gestione del welfare aziendale.
È quello che assiste immobile e silente alla
crescita delle disuguaglianze, che firma contratti osceni, che chiede
leggi a sostegno del proprio monopolio della rappresentanza, che non ha
il cappello in testa e la schiena dritta e che quando cita Giuseppe Di
Vittorio ne nasconde la funzione che ebbe nel movimento operaio
internazionale e che fu al centro della scissione e alla base della
nascita della Cisl prima e della Uil poi. Ambedue volute e sostenute dal
sindacato americano e da quello britannico per impedire che in Italia
si consolidasse un sindacato di classe che guardava con attenzione a
quanto si produceva in materia di crescita dei diritti dei lavoratori
nei Paesi socialisti.
La Cisl e la Uil scelsero allora di sostenere il
progetto imperialista del Piano Marshall come oggi Cgil Cisl e Uil
sostengono l'Unione Europea nella competizione interimperialista.
Forse Di Vittorio oggi diserterebbe il concertone
unitario di Piazza San Giovanni, forse sceglierebbe di stare sui tetti
di Piacenza assieme ai facchini licenziati perché si sono rifiutati di
accettare di vivere una vita da sfruttati.
Unione Sindacale di Base
Nessun commento:
Posta un commento