Scaduto il piano freddo del Comune torna l'emergenza profughi. "Ci servono coperte, sacchi a pelo e generi di prima necessità".
repubblica.it LUCA MONACO
Scaduto il Piano freddo del Comune, a cinque mesi dallo sgombero della tendopoli in piazzale Maslax disposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, riesplode l’emergenza migranti nella Capitale. Uno scenario prevedibile in una città orfana di una struttura dedicata alla prima accoglienza dei migranti di passaggio a Roma.
Così, negli ultimi giorni, in piazzale Spadolini, sul retro della stazione Tiburtina, il numero degli arrivi al presidio informale di accoglienza istituito dai volontari di Baobab Experience è aumentato progressivamente, denunciano gli attivisti. “Da venerdì scorso, cioè da quando è scaduto il Piano freddo del Comune e hanno chiuso i ricoveri nelle metro - spiega Andrea Costa, il coordinatore dei volontari - poco meno di 100 persone hanno trascorso la notte in strada”. Chi sono? “Ci sono i Dublinati, rispediti indietro dalle frontiere degli altri Paesi Ue perché gli sono state prese le impronte digitali in Italia - dice Costa - ci sono i ragazzi ai quali è scaduta la protezione umanitaria, qualche migrante da poco sbarcato in Italia. In tutto questo la polizia martedì mattina ha effettuato un nuovo sgombero, otto persone sono state portate all’Ufficio Inmigrazione per l’identificazione e se non fossero intervenuti i volontari, Ama avrebbe buttato via tutti i sacchi con le coperte e gli effetti personali dei ragazzi: la situazione non è più sostenibile”.
Costa fa nuovamente appello ai corpi della città inclusiva affinché riparta l’ennesima gara di solidarietà: “Servono coperte, sacchi a pelo e generi di prima necessità - afferma - perché stanno tornando in strada anche i migranti ricoverati nelle strutture di accoglienza dopo lo sgomento di piazza Maslax a novembre, i numeri aumenteranno ancora”.
Il Campidoglio fa sapere che buona parte delle persone ospiti nelle strutture dell’emergenza freddo sono state ricollocate, a partire dai casi di maggiore fragilità, “ il personale della Sala operativa sociale è presente quotidianamente alla stazione Tiburtina per offrire accoglienza a chi ha necessità”.
Intanto il punto informativo che aprirà nei locali di un ex marmista in via Tiburtina grazie all’accordo siglato tra il Comune e l’assessorato alle Politiche sociali del municipio II è ancora in fase di allestimento: la struttura deve essere ristrutturata prima di poter aprire al servizio.
“Una pubblica amministrazione deve saper programmare - dice la portavoce del Forum del terzo settore del Lazio, Francesca Danese - scaduto il Piano freddo il Comune avrebbe dovuto mettere a regime una successiva forma di assistenza. In tutto questo molti enti del Terzo Settore come l’Esercito della salvezza, con grande responsabilità si sono autonomante attivati prevedendo la sistemazione dei loro ospiti in altre strutture del Campidoglio con una fruttuosa collaborazione con la sala operativa sociale del Comune.
Sara Bombelli, esponente dem esperta di Politiche sociali, rileva inoltre come i piani di accoglienza stagionali siano “una dimensione insufficiente per fare buona accoglienza nella nostra città . A Roma non servono dei piani, ma un vero sistema di accoglienza che abbia l'ambizione di dare risposte di cura a tutto tondo alle persone senza dimora e in difficoltà alloggiativa, dal primo contatto fino all'autonomia”.
Come? “Quest’obiettivo si raggiunge costruendo sinergie con le reti locali del terzo settore e le realtà sociali del territorio - prosegue Bombelli - nel Lazio si sperimentano diversi modelli virtuosi che vanno in questa direzione e che dimostrano che è possibile realizzare azioni positive ed efficaci”.
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