venerdì 20 ottobre 2017

Scontro tra Renzi e Visco (Bankitalia). Non giriamoci intorno, l'attacco a Visco è frutto del conflitto di interessi della sottosegretaria Boschi.

Cosa deve ancora succedere per affrontare e superare il clamoroso e insopportabile conflitto di interessi che investe in pieno la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi nella vicenda di Banca Etruria
 
Massimo Paolucci Eurodeputato Mdp
Francamente, c'è da rimanere sconcertati per il conformismo e la silente complicità della gran parte delle reazioni e dei commenti a questa imbarazzante storia. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni non può che minimizzare e confermare la sua fiducia alla sottosegretaria. Un atteggiamento che non meraviglia, stretto com'è in un angolo e con poche forze per reagire. Il galateo istituzionale, la pazienza democristiana e la oggettiva debolezza di "Paolo il temporeggiatore" non sono sufficienti, però, a derubricare o minimizzare una gigantesca questione politica.
Non giriamoci intorno e stiamo ai fatti: la sottosegretaria Boschi è stata la regista di un violenta censura nei confronti del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il quale ha più volte censurato i vertici di Banca Etruria, di cui, dal 2011, ha fatto parte il padre della Boschi. Il controllore (Banca d'Italia) è stato giudicato dalla figlia del controllato (la sottosegretaria Boschi). Potremmo fermarci qui, data l'evidenza del conflitto d'interessi in gioco. In paesi normali (occidentali), per molto, molto meno ci sarebbe stata, da tempo, una lettera pubblica di scuse e dimissioni. Invece, in Italia, il crepuscolo del renzismo si caratterizza per un'arroganza e un familismo che fanno impallidire la tanta vituperata Prima Repubblica.

Renzi diventa presidente del Consiglio il 22 febbraio del 2014. Pochi mesi dopo, papà Boschi diventa vice presidente di Banca Etruria. Nessuno vuole malignare, sarà stata una "casualità" e il cognome sicuramente irrilevante. Purtroppo, però - sempre stando ai fatti e pur non volendo essere particolarmente cattivi - è complicato sostenere che il dottor Boschi sia stato nominato per particolari meriti professionali. Ma andiamo avanti: il "censurato" Visco già il 13 dicembre del 2013, cioè prima della nomina a vice presidente di Boschi senior, aveva gravemente censurato i vertici di Banca Etruria. E il "conflitto" di censura si era nuovamente manifestato con l'ultima ispezione, a seguito della quale, con parole che lasciano poco spazio alle congetture, i censurati dall'on. Boschi affermano: "Le strutture deputate alla gestione del credito deteriorato non sono risultate adeguate a fronteggiare in modo efficace l'imponente crescita delle partite anomale. Gli indicatori di performance relativi alla gestione delle sofferenze sono risultati ampiamente al di sotto degli standard riscontrabili sul mercato".
Lo stato di conflitto d'interessi della sottosegretaria, contornato da mancanza di stile e di opportunità politica, punteggia le altre sequenze: quando, nell'Aula della Camera, non chiarisce se fosse stata presente o meno alle riunioni del Consiglio dei ministri che si è occupato dei decreti sulle banche (tra cui quelli ribattezzati "salva-banchieri"), quando annuncia e mai formalizza la querela a Ferruccio De Bortoli, quando girano intercettazioni politicamente molto imbarazzanti. Nella ricostruzione dei fatti, va ricordato che le strutture del censurato Visco, nel frattempo, hanno inferto consistenti sanzioni pecuniarie a Boschi senior, padre della figlia sottosegretaria, regista e protagonista della censura al censore del padre. Non è uno scioglilingua, ma un'incredibile storia di protervia e improntitudine. Una vergogna che diventa una farsa quando il presidente del Pd Matteo Orfini dichiara, immaginiamo senza arrossire, che la loro iniziativa, in Parlamento, serve a tutelare i consumatori.

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