martedì 10 ottobre 2017

Legge Elettorale. Rosatellum bis, sì del governo alla fiducia. Insorgono M5s e Mdp: "Intervenga Mattarella"

ROMA - Il governo autorizza il voto di fiducia sul Rosatellum bis. La decisione è stata presa al termine di una riunione del consiglio dei ministri, convocato d'urgenza dopo la richiesta da parte del Pd di blindare la riforma elettorale e metterla al riparo dai voti segreti. Insorgono i partiti contrari alla legge -  Mdp e M5s in testa -  che chiedono l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma il Colle fa sapere che, pur apprezzando l'impegno delle Camere, nulla può decidere nel merito.

SCHEDA Come funziona il Rosatellum bis

• FIDUCIA CONTRO IL VOTO SEGRETO
La più grande preoccupazione della maggioranza, fugata ora dal voto di fiducia, era che la riforma fosse nuovamente affossata sotto il tiro dei franchi tiratori, protetti dai circa 50 voti segreti richiesti dalle opposizioni. Un'incognita a cui Pd, Forza Italia, Ap e Lega (le forze del nuovo patto a quattro sulla legge elettorale) pensavano di rispondere in un primo tempo con la tecnica parlamentare del "canguro", ossia con emendamenti predittivi che avrebbero fatto cadere automaticamente tutti gli altri. Ma poi l'ipotesi del ricorso alla "fiducia tecnica" ha prevalso. In mattinata il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato (che dà il nome alla legge), ha reso pubblica la richiesta del Pd al governo: "Dopo la riunione di maggioranza ho telefonato al premier Paolo Gentiloni riferendo che è opportuna la fiducia per superare il ricorso ai voti segreti". Saranno dunque poste tre fiducie tecniche sui primi tre articoli della legge, quelli oggetto degli emendamenti su cui le opposizioni avrebbero voluto il voto segreto. Il voto finale sul provvedimento sarebbe comunque segreto, come previsto dal Regolamento della Camera.

• L'INSURREZIONE DEL M5S
La possibilità del voto di fiducia scatena la sollevazione del M5s e degli altri partiti contrari alla riforma. Il candidato premier del Movimento Luigi Di Maio annuncia su Facebook due giorni di manifestazioni di protesta: "Siamo in piena emergenza democratica - dice nel videomessaggio - abbiamo bisogno di voi.  Si comincia domani alle 13, in piazza Montecitorio, raggiungeteci per fermare questa vergogna":

Nelle ore precedenti, quando la fiducia era ancora solo un'ipotesi, era intervenuto Danilo Toninelli, deputato M5S ed esperto di sistemi elettorali, invocando su Twitter l'intervento del Capo dello Stato:
Fiducia su è atto eversivo e incostituzionale fatto da chi ha paura dei suoi. Gentiloni si opponga e Mattarella intervenga!
 
"Qui si sta scherzando col fuoco - aveva invece commentato Roberto Speranza, coordinatore di Mdp -  Una legge che toglie la sovranità ai cittadini di scegliere i propri eletti viene approvata togliendo la sovranità al Parlamento. È oltre i limiti della democrazia"
Mentre per Maurizio Lupi, capogruppo di Ap, "la fiducia è un atto di responsabilità". Forza Italia "voterà sì alla legge, pur non partecipando, ovviamente, alla votazione sulla fiducia", chiarisce il capogruppo dei deputati azzurri Renato Brunetta. 
Lo stesso farà la Lega, con il segretario Matteo Salvini che vuole chiudere la partita al più presto.

•GLI EMENDAMENTI
Ne sono stati presentati in tutto 200. Il M5S ne ha depositati 55, fra cui uno con il quale si chiede il vaglio preventivo della Corte costituzionale, senza il quale la legge elettorale non potrebbe entrare in vigore. Mdp ha presentato invece 28 proposte di modifica, tra cui l'introduzione del voto disgiunto e delle preferenze, "a tutela della libertà dell'elettore e contro i nominati", spiega il deputato di Articolo 1 Alfredo D'Attorre. Altri 18 gli ementamenti di Sinistra italiana-Possibile: anche qui l'inserimento del voto disgiunto, l'eliminazione delle coalizioni e delle liste bloccate nel collegio plurinominale, la riduzione del numero di pluricandidature da 5 a 3, la riduzione delle firme per presentare le liste a sottoscrizione digitale. Nessuna modifica è stata richiesta invece da Ap e Pd, mentre sono 7 gli ementamenti di Forza Italia, fra cui due a firma di Francesco Paolo Sisto che però non incidono minimamente sull'impianto: riguardano infatti le modalità di voto degli italiani all'estero. Niente emendamenti dalla Lega, mentre sono 13 le modifiche presentate da Fratelli d'Italia, che chiede un premio di governabilità per chi raggiunge il 40% dei seggi.

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