lunedì 17 ottobre 2016

Franco Piperno. Rappresentanza versus democrazia : prime note per una discussione collettiva sulle istituzioni del movimento.

La democrazia è storicamente un concetto del pensiero politico occidentale che classifica le forme di governo a seconda della natura del potere sovrano; sicché , nella monarchia il sovrano è un individuo; nell'aristocrazia, un gruppo d'individui; nella democrazia, tutti i cittadini nel loro insieme.
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Risultati immagini per Franco Piperno Così, la democrazia --come ribadito giustamente da Auroux , Garrigou e Weil -- ha una precondizione: i cittadini devono essere uguali "in quanto membri del potere sovrano".
La concezione del cittadino come "soggetto libero" ha fatto della democrazia un valore comune : essa corrisponde sia a l'esigenza di riconoscere la libertà sia ad un dispositivo per garantire questa stessa libertà.
Queste diverse determinazioni non convergono; e quindi accade che l'idea di democrazia sia rivendicata tanto dalla tradizione liberale quanto da quella anarchica o socialista.
A partire dal diciottesimo secolo, si afferma in Europa l'idea che la libertà politica -- ovvero la sovranità individuale -- coincida senza residui con l'esercizio del potere. Ma sorge una prima contraddizione : se la libertà è inalienabile ogni delega di sovranità comporta una degenerazione della democrazia; mentre,d'altro canto, un esercizio diretto del potere appare impraticabile stante la dimensione mostruosa delle società e degli Stati moderni.
La questione cruciale che s'impone al pensiero politico settecentesco è come le moltitudini possano esercitare il potere politico. I teorici del liberalismo propongono di assicurare il " potere del popolo" tramite l'elezione dei dirigenti per suffragio universale.

Così la rappresentanza subentra alla democrazia; e quest'ultima viene ridefinita come sistema elettorale la cui verità è garantita dal pluralismo dei partiti politici e dalle libertà pubbliche fondamentali, i.e.opinione,espressione,riunione.
Questa concezione liberale è stata oggetto fin da subito di molte critiche. Ricordiamo qui quelle che ne evidenziano i punti critici :
I). Le elezioni non assicurano la prevalenza della volontà generale se le risorse economico-finanziarie, nonché i mezzi d'informazione, appartengono alla proprietà privata.
II). Il suffragio universale può risolversi in un dispositivo autoritario; e.g. Il plebiscito --chiamato pudicamente referendum-- ha lo scopo di determinare la scelta dell'elettore attraverso l'imposizione della alternativa da scegliere.
III). La libertà alla quale si richiama il pensiero liberale si limita a riconoscere a ciascuno un diritto uguale; ma senza equità sociale l'esigenza legittima che ognuno possa esercitare questo diritto uguale non ha alcuna possibilità d'essere soddisfatta.
IV). La complessità burocratica degli stati moderni richiede che l'esercizio del potere politico si svolga tramite competenze specifiche possedute da pochi,anzi da pochissimi. Il suffragio universale non permette il riconoscimento di queste competenze,perché,per definizione, non sono delle capacità comuni al corpo elettorale.
V). I comizi elettorali divengono, come accade nelle cerimonie delle comunità primitive, dei riti collettivi la cui funzione è quella di ribadire l'unità del corpo sociale e, ad un tempo, di restaurare periodicamente il consenso collettivo a coloro che dispongono del dominio.
Così,la rappresentanza se funziona per assicurare il governo sulle moltitudini,s'inceppa ogni volta che tenta di lasciare emergere il governo delle moltitudini, ovvero l'autogoverno. La stessa partecipazione all'elezioni,piuttosto che costituire un tramite d'espressione della volontà popolare, finisce col consistere in uno spossessamento della sovranità individuale lasciando la possibilità di scegliere colui o colei che parlerà e deciderà a nostro nome.
Possiamo concludere che la rappresentanza è denominata democrazia per un abuso di linguaggio. La democrazia, infatti, come è storicamente accertato, implica il mandato breve ed imperativo, la possibilità per l'elettore di revocare l'eletto ancor prima che scada il suo mandato.
La città antica, così come il comune nell'Alto Medioevo, e ancora il Mir russo e poi la Comune di Parigi offrono altrettante dimostrazioni reali,antiche e moderne, di democrazia diretta; mentre le nuove tecnologie della comunicazione sembrano promettere soluzioni inedite.
L'ostacolo principale alla sperimentazione di forme, siano esse antiche o inventate di recente, di democrazia diretta è il sistema della rappresentanza, sistema smisurato che tende ad unificare il mondo proprio mentre declinano fino a scomparire quelle sue prerogative che un tempo, tanto tempo fà, lo avevano reso celebre e potente.
Queste note sono state scritte grazie alla collaborazione passiva di Auroux, Garrigou, Locke, Montesquieu, Weil.

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