giovedì 2 giugno 2016

Nucleare, se l'Africa moltiplica gli impianti grazie all'aiuto di Russia e Cina

controlacrisi fabio sebastiani
L’ultimo in ordine di tempo è l’accordo che il Sudan ha stipulato con la Cina in questi giorni per una centrale nucleare, ma quello che si prospetta all’orizzonte è una proliferazione che consentirà a tutto il continente africano di passare ad alcune decine di impianti dalla sola centrale nucleare che attualmente si trova in Sudafrica. A realizzare l'impianto in Sudan sara' il colosso China National Nuclear Corporation (Cnnc). Negli altri casi a fare la parte del leone saranno i russi,ovvero quelli meno raccomandabili in termini di sicurezza.
L’intesa per la più giovane centrale nucleare e' stata sottoscritta a Khartoum dal ministro sudanese per l'Acqua e l'elettricita', Moataz Moussa, e dal presidente della Cnnc, Sun Qin. Il Sudan ha avviato un programma nucleare nel 2007. Piccolo particolare, da quasi 30 anni il Paese e' guidato da Omar Hassan al Bashir, ricercato dalla Corte penale internazionale per le stragi commesse nella regione occidentale del Darfur. Tornando al Sudafrica, in cantiere ci sarebbe la costruzione di di altri sei o otto impianti che aggiungerebbero altri 9.600 Mw di energia alla centrale attualmente situata con due reattori a Koeberg, a nord di Cape Town, che producono un totale di 1.860 Mw.
Il Sudafrica potrebbe pero' essere ben presto affiancato da altri paesi in questo ambito. La fame di energia in Africa e' un problema serio, dato che il 24% della popolazione che abita nella regione subsahariana non ha accesso all'elettricita', mentre si calcola che l'industria affronta 56 giorni di blackout all'anno, che le costano il 6% in meno di rendite.
Ben 11 nazioni - Algeria, Egitto, Ghana, Kenya, Marocco, Namibia, Nigeria, Senegal, Tanzania, Tunisia e Uganda - stiano pensando di voltare pagina e adottare il nucleare, cosi' come rivela Anton Khlopkov, direttore del Centro studi sull'energia e la sicurezza di Mosca. Il progetto piu' ambizioso, dopo quello sudafricano, e' quello egiziano: due impianti da 4.800 Mw entro il 2030. Seguono il Kenya e la Nigeria con quattro unita' da 4mila Mw, e l'Algeria, due unita' da 2.400 Mw per il 2030.
Nelle scorse settimane Khlopkov è intervenuto a un incontro dell'Institute of security studies a Pretoria, come riportato dal sito web dell'Iss. Secondo Khlopkov, queste nazioni africane rappresentano un quarto dei 45 paesi totali in corsa verso l'energia fissile;
prima del disastro della centrale di Fukushima, in Giappone, erano addirittura 60.
La Russia potrebbe rappresentare un attore-chiave per lo sviluppo nucleare dell'Africa. Primo paese al mondo per quantita' di energia esportata (il 25% del volume mondiale e un giro d'affari di 6,4 miliardi di dollari annuo), attraverso la compagnia statale Rosatom ha gia' progettato 38 centrali in dieci nazioni, mentre in cantiere ce ne sono altre 25 in 12 differenti paesi. Ora sta cercando di ottenere l'appalto per quelle sudafricane, ma anche per il Nord Africa: Marocco, Algeria ed Egitto.

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