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lunedì 20 giugno 2016
Dallo "scoppolone galattico" allo scontro interno: tutte le spine di Renzi il rottamatore rottamato dalla sua superbia
fabio sebastiani controlacrisi
"Scoppolone galattico". L'immagine, molto colorita e sicuramente la più calzante, sui risultati dei ballottaggi per i comuni delle grandi aree metropolitane arriva dal segretario del Prc Paolo Ferrero. "Con ogni evidenza la volontà dell'elettorato di punire il PD - aggiunge - è il dato fondamentale di queste elezioni e tutto il resto dei risultati ne è una conseguenza. Si tratta adesso di bissare questo risultato con la raccolta firme sui referendum e con la vittoria del NO alla manomissione della Costituzione".
Insomma, sembra di capire che, al di là di quello che sostiene Renzi, il voto del 5 e 19 giugno sia stato un vero e proprio voto politico. Ci sono infatti risultati, come quello di Torino, che raccontano di una "rabbia anti-Pd" che si è espressa al di là i risultati effettivi ottenuti da Fassino. Ora i fronti che Renzi incontrerà sul suo cammino da qui fino ad ottobre sono due: lo scontro interno e il Paese reale. Lo schema che lui si era prefissato, quello di aprire la "seconda fase" del suo Governo passando per lo slogan della "rottamazione" sembra vacillare vistosamente. Le contraddizioni esplodono, quindi, e l'inesperienza politica dell'ex sindaco di Firenze viene messa a dura prova. Il Paese è stanco e sfibrato. E non si accontenta più degli "ottanta euro".
Quello che sta emergendo man mano che affluiscono i dati è che la debàcle è stata, se possibile, peggiore nei comuni medio-piccoli. Il Pd, soprattutto a Torino ma anche in tutto il resto del Piemonte, ha perso pezzi importanti del suo elettorato tradizionale e di riferimento. Altro caso eclatante è quello di Modena. Le sue spoglie vengono spartite, a seconda dei casi, traa M5S e Lega. Bologna tiene, ma con grande difficoltà. E Merola con il suo secondo mandato è atteso a una svolta radicale, che lo affranchi defintivamente da quel "renzismo istituzionale" che gli ha permesso di tirare a campare fino ad oggi.
"Dall'esito dei ballottaggi arriva un giudizio secco, severissimo, durissimo sulle politiche e sulle scelte del governo Renzi e del Pd di Renzi. Un avviso molto chiaro: le loro politiche, al di la' delle mosse propagandistiche, non rispondono ai problemi reali del Paese", dichiara Nicola Fratoianni, dell'esecutivo nazionale di Si.
Per quanto riguarda lo scontro interno c'è già chi, come il presidente della Toscana Enrico Rossi, si candida da subito come nuovo segretario. "Il Pd ha bisogno di un'identita' di sinistra piu' forte - scandisce -, che Renzi ha spostato verso il centrodestra. Ha
bisogno di un radicamento sociale nel mondo del lavoro piu' forte di questo, nel lavoro dipendente, nei ceti medi produttivi, nella
disoccupazione, nelle pensioni minime, nelle persone emarginate".
L'intenzione e' di rovesciare completamente lo schema renziano: "Questa e' la nostra base sociale, non e' Marchionne". Alla domanda se effettivamente, alla luce dei risultati nettamente negativi anche in Toscana dove il Pd perde 5 ballottaggi su 6, ci sia analogamente necessita' di un cambio alla leadership dei dem regionali, Rossi evidenzia: "No, c'e' bisogno di un nuovo segretario nazionale. Io mi occupo di questo, a livello regionale le responsabilita' sono anche mie. Mi occupo della partita nazionale, che mi pare quella decisiva. I dati, poi, si possono analizzare. Ogni posto ha il suo punto di appiglio e di spiegazione". Secondo Rossi, il risultato di Milano "e' interessante, ma forse anche li' bisogna riflettere sul fatto che si e' tenuta unita la sinistra e questo puo' avere contribuito. Quindi, c'e' bisogno di un nuovo segretario nazionale: saro' io. Mi candido per esserlo".
E' da tempo che Rossi sta insistendo su questo tasto. E del resto, cerca di dirigere verso di sé quella "moltiplicazione dei nemici" scaturita con il tonfo del Partito nazionale di Renzi. Bisognerà vedere come Renzi sarà in grado di ricostruire alleanze, esercitando quell'arte raffinata di "scelta della controparte" che poi è il succo della politica. "Il Partito democratico deve fare un'analisi vera" dell'esito delle amministrative "e provare a dare il messaggio che ha capito la lezione. Spero che riscopra la parola umilita' e che metta da parte l'arroganza che e' stata il tratto caratterizzante di questi ultimi mesi", dice Roberto Speranza deputato Dem e leader di Area riformista, sottolineando, indirettamente, che è proprio questo quello che non sarà in grado di fare Renzi. Parliamoci chiaro, l'obiettivo dell'inquilino di palazzo Chigi è quello di raccogliere "grandi elettori" per ottobre. A proposito del referendum, spiega Speranza, "e' ancora molto lontano, ci sara' tempo per discutere, ma inevitabilmente diventa una prova meno scontata".
Infine, il commento di Susanna Camusso. La Cgil, paradossalmente, rappresenta una chiave importante della strategia di Renzi per ottobre. Se sarà in grado di siglare un accordo decente sulle pensioni potrà sperare in qualche bonus. La Cgil, come si nota in queste parole, preferisce non esporsi tanto, glissando su altri aspetti del voto di ballottaggio. "Che due giovani donne per la prima volta
siano sindaco di grandi citta' e' per certi versi affascinante. È una medaglia opposta al femminicidio che si sta diffondendo", commenta la leader della Cgil. "È un altro elemento di contraddizione e una sfida per le donne", conclude.
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