Sorpresa: il pericolo numero uno per la stabilità del sistema finanziario non si trova nelle banche dei Paesi periferici dell'Eurozona, ma nel cuore del continente. E per la precisione, in una delle maggiori banche tedesche: Deutsche Bank.
La banca tedesca, che ieri ha fallito insieme a Santander gli stress test della Federal Reserve, è, secondo il Fmi, "il più rilevante contribuente netto ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza sistemica globale, seguita da Hsbc e Credit Suisse".
Secondo l'istituto di Washington, inoltre, il sistema bancario tedesco pone il maggior grado di rischi di contagio esterni in proporzione ai rischi interni (seguono Francia, Regno Unito e Usa).
Il Fmi sottolinea quindi che "la rilevanza di Deutsche Bank sottolinea la necessità di un'intensa supervisione sulla gestione del rischio e di un monitoraggio sull'esposizione transfrontaliera, così come della capacità delle banche di rilevanza sistemica di elaborare nuove procedure di risoluzione". "La Germania", si legge ancora nel documento, "ha bisogno di studiare se i suoi piani di risoluzione delle banche sono applicabili, dal punto di vista, ad esempio, della tempestiva valutazione delle attività da trasferire, dell'accesso continuo alle infrastrutture dei mercati finanziari e dalla possibilità delle autorità di assicurare controlli su una banca con tempi di risoluzione di pochi giorni, con l'imposizione, se necessario, di una moratoria".
A rendere vulnerabile l'istituto teutonico è la colossale esposizione a derivati, stimata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali come superiore a 50 mila miliardi di dollari, una cifra pari a duemila volte la capitalizzazione di mercato dell'istituto. Secondo la Bri, inoltre, Deutsche Bank e Morgan Stanley contano da sole per il 20% dell'esposizione globale a derivati. "Immaginate di acquistare una casa per duemila dollari con garanzie per un dollaro", chiosò il 'Financial Times' in un articolo dello scorso febbraio.
Sempre in giornata il Fondo Monetario è tornato a parlare di Brexit. Secondo il portavoce Gerry Rice l'incertezza seguita al referendum del regno Unito si farà sentire sulla crescita rallentandola "soprattutto in Gran Bretagna ma con ripercussioni anche in Europa e sull'economia globale". Quanto agli istituti di credito europei Rice ha aggiunto che "al di là della Brexit, è
essenziale continuare a rafforzare le banche europee", in particolar modo per "risolvere il nodo dei crediti deteriorati".
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