E non senza polemiche. Come quelle che si preannunciano per l'utilizzo che ne hanno fatto Pd e M5s. Le formazioni politiche più corpose e destinatarie dei finanziamenti più rilevanti. Come risulta dai rendiconti 2015 presentati alla Camera. Che ilfattoquotidiano.it ha potuto esaminare.
Ci sono le spese per la partecipazione alla Festa dell’Unità di Milano, di Roma e per il 70° anniversario di quella di Bologna. Ma anche gli sforzi per sostenere la campagna di comunicazione “Era un impegno. Ora è realtà”. Con tanto di “affissione classica di manifesti negli spazi comunali autorizzati”. Per non parlare delle risorse a sostegno del referendum confermativo sulla riforma costituzionale. E non ci sarebbe nulla da obiettare se non il fatto che, a staccare gli assegni, è il gruppo parlamentare di Montecitorio del Partito democratico. Utilizzando parte dei 14 milioni 644 mila 611 euro stanziati a suo favore nel 2015 a titolo di contributo dalla Camera, “per iniziative del governo”, come nel caso della riforma della Costituzione, e “attività riconducibili più al partito che a quelle del gruppo dei deputati, come per le Feste dell’Unità”. Tutto documentato, per carità.Come documentata è anche “la stampa di materiale tipografico inerente il III Restitution Day” del Movimento 5 Stelle per sottolineare “l’importanza dell’attivazione presso il ministero dello Sviluppo economico di uno specifico fondo per sostenere la microimprenditorialità”, grazie alla restituzione di parte degli stipendi e della diaria non spesi dai suoi parlamentari nei primi due anni di legislatura. Iniziativa certamente meritoria, quella dei deputati M5S, ma che secondo i critici anch’essa poco (o nulla) avrebbe “a che vedere con gli scopi per i quali il contributo è stato erogato”. Come anche nel caso degli stand e i gazebo allestiti “alla manifestazione ‘Italia 5 Stelle’ tenutasi ad Imola”. Iniziative “più di partito che da gruppi parlamentari”, appunto, e che, per quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, stanno già sollevando perplessità tra gli addetti ai lavori. Tanto che già oggi, nella riunione dell’Ufficio di presidenza della Camera, che esaminerà i rendiconti 2015, potrebbero dar luogo a richieste di chiarimento e polemiche.
SPESE DEMOCRATICHE – Quelle elencate sono solo alcune delle voci di spesa contenute nei consuntivi dei gruppi parlamentari della Camera presentati per certificare l’impiego e le modalità di utilizzo del contributo e che il nostro giornale ha potuto visionare. Rendiconti che proprio oggi verranno esaminati dai vertici di Montecitorio. E che riguardano una torta di circa 30 milioni di euro. L’equivalente di 50 mila euro per ciascuno dei 630 deputati, distribuita proporzionalmente in base al peso numerico dei singoli gruppi. A farla da padrone, ovviamente, quello del Partito democratico, che di deputati, alla fine dell’esercizio 2015, ne contava ben 300. Grazie ai quali ha incrementato di 395 mila 815 euro il contributo, salito da 14 milioni 248 mila 796 euro a 14 milioni 644 mila 611. Dei quali oltre il 75% (11,3 milioni) se n’è andato per i costi del personale dipendente. Tra le voci di spesa più sostanziose del rendiconto, trasmesso dal capogruppo Ettore Rosato alla presidente della Camera Laura Boldrini, spiccano quelle per la comunicazione. In tutto, 1,82 milioni di euro – si legge nella relazione di gestione – assorbite da “campagne di comunicazione sulle tv e radio locali” (425 mila euro), “la creazione e la campagna di informazione sui social network” (255 mila euro), “la realizzazione delle interviste e dei video” (44 mila euro) e relativi “diritti di agenzia” (31 mila euro). Poi ci sono le partecipazioni alle Feste dell’Unità: Milano (147 mila euro), Roma (68 mila) e i 70 anni di Bologna (45 mila), oltre alle feste tematiche su università, innovazione, porti-trasporti-infrastrutture, riforme e giustizia, comunicazione e ambiente (50 mila euro). A cui vanno aggiunti i costi di stampa e spedizione (90 mila euro) del relativo materiale di comunicazione. Non mancano neppure le campagne nazionali. Da “Italia coraggio!” (91 mila euro) alla “Buona scuola” (87 mila), passando per la riforma della pubblica amministrazione (59 mila euro). E non poteva mancare neppure l’organizzazione degli eventi, con tanto di “stampa degli opuscoli, manifesti e locandine” per chiedere “La verità sulla morte di Aldo Moro” (quasi 35 mila euro).
CASSA A 5 STELLE – Al 31 dicembre 2015, il gruppo del Movimento 5 Stelle contava 91 deputati. Meno di un terzo di quelli del Pd. Come a meno di un terzo ammonta il contributo che la Camera ha stanziato: 3 milioni 840 mila 915 euro, 545 mila 710 in meno rispetto al 2014. Anche per i grillini, a pesare di più sulla cassa, è la spesa per il personale dipendente: 2,74 milioni. Per pagare un plotone di 46 persone per le quali, “a seguito della definitiva chiusura della mensa della Camera dei deputati a disposizione dei dipendenti”, si legge nella documentazione trasmessa dal presidente dei deputati del M5S del tempo Federico D’Incà, “il gruppo ha ritenuto opportuno integrare tale servizio con la concessione dei buoni pasto”, erogati dal mese di novembre 2015. Oltre al III Restitution Day e alla manifestazione “Italia 5 Stelle” di Imola, “si rileva, nel corso del 2015, un significativo aumento delle spese volte a promuovere campagne nazionali e locali”. In particolare relative ad “eventi ed iniziative di incontro e confronto diretto tra i cittadini e la politica”. Un onere che, complessivamente, ammonta a 43 mila 874 euro, utilizzati in parte per “l’organizzazione della ‘marcia Perugia-Assisi’, volta alla divulgazione della proposta di legge presentata dai parlamentari 5 Stelle sull’istituzione del reddito di cittadinanza”.
TESORETTO AZZURRO – Altri 3 milioni 289 mila 832 euro sono passati dalle casse della Camera a quelle del gruppo di Forza Italia, che nel 2015 era composto da 55 deputati. Circa 100 mila euro in meno rispetto ai 3 milioni 388 mila 231 euro del 2014. Se anche per la compagine dei deputati guidati da Renato Brunetta il grosso della torta è stato assorbito dai costi per il personale dipendente (2,92 milioni), tra le spese del gruppo si segnalano anche quelle per la “collaborazione con una primissima società specializzata in indagini demoscopiche”. Finalizzata alla “realizzazzione del progetto ‘Osservatorio Attualità” tramite 22 rilevazioni statistiche con l’obiettivo di verificare l’impatto delle iniziative e dell’attività del gruppo parlamentare… presso l’opinione pubblica e il livello di soddisfazione dei cittadini”. Totale: 161 mila euro. Ai quali si aggiungono quasi altri 78 mila “collegati al progetto comunicazione”.
CESPUGLI DI LUSSO – Forte dei suoi 31 deputati iscritti al gruppo alla data del 31 dicembre 2015, Area popolare, nato dalla sommatoria del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e l’Udc di Pierferdinando Casini, ha portato a casa 1 milione 498 mila 771 euro, oltre 200 mila in più rispetto al milione 266 mila 405 del 2014. Ma, tolti i costi per il personale dipendente (1,29 milioni), non è rimasto granché da spendere. Ciononostante, come risulta dai documenti trasmessi dal presidente Maurizio Lupi, gli alleati del Pd non hanno rinunciato a destinare 28 mila euro alle ricerche di mercato. Sopra il milione di euro anche il contributo di Sinistra italiana, il gruppo nato dalla fusione di Sinistra ecologia e libertà e i dissidenti dem fuoriusciti dal Pd, presieduto da Arturo Scotto e che oggi conta 32 deputati. Per la precisione 1 milione 302 mila 577 euro, 213 mila e rotti in meno rispetto al milione 516 mila 359 euro dell’anno precedente. A pesare di più sul bilancio del gruppo è stato, anche in questo caso, il costo del personale (821 mila euro). Al punto da consigliare l’abbattimento di quelli “per le attività di studio, editoria, ricerca e comunicazione che passano da euro 127 mila 616 del 2014 a euro 59 mila 144”.
PICCOLI A DIETA – Resta sotto le sei cifre il contributo stanziato, per il 2015, per il gruppo della Lega Nord (attualmente 18 deputati) guidato da Massimiliano Fedriga: 906 mila 898 euro, contro i 996 mila 500 dell’anno precedente. Quasi i due terzi (594 mila euro) è servito per coprire le spese per il personale dipendente. Mentre quelle per la comunicazione sono precipitate dai quasi 138 mila euro del 2014 ai circa 13 mila del 2015. Riferite “al contratto con Radio Padania per la realizzazione e messa in onda di interviste ai deputati del gruppo”. Infine, i 422 mila 880 euro (contro i 448 mila 425 del 2014) spettanti al gruppo Fratelli d’Italia (che conta oggi 10 deputati): stando alla documentazione trasmessa dal presidente Fabio Rampelli, non sono bastati neppure per coprire i costi del personale che, nel 2015, ammontavano a 452 mila 139 euro.
Nessun commento:
Posta un commento