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mercoledì 22 giugno 2016
L’intuito proletario
collettivo militant
Riportiamo integralmente l’intervista pubblicata oggi sulla cronaca di Roma di Repubblica fatta da Viola Giannoli (da sempre attenta alle questioni di movimento) a Nunzio D’Erme. Nunzio non ha bisogno di presentazioni, ma quello che dice in questa intervista coglie perfettamente il senso di queste elezioni, del passaggio epocale determinato non dalla vittoria del M5S, ma dalla rottura irrecuperabile tra centro e periferia, tra esigenze del nuovo proletariato metropolitano e l’offerta politica tutta orientata al centro, della città quanto dello schieramento politico. La vittoria del movimento grillino è espressione di questa volontà di rottura, è la vendetta che la periferia si riprende su chi ci ha guadagnato sopra, in maniera legale e illegale. Nunzio questo lo capisce non solo perchè compagno da sempre, ma perchè proletario, pezzo di quel popolo senza più santi nè eroi. E’ l’intuito politico che prevale sull’illusione della propria comprensione fittizia della realtà.
Roma, Il compagno Nunzio D’Erme: “Meno male che c’è Grillo”
Intervista al leader dei Disobbedienti. Nel 2013 sostenne Medici, oggi ha votato Raggi
di VIOLA GIANNOLI
LEADER dei Disobbedienti e dei movimenti per la casa, militante del centro sociale “Corto circuito”, ex consigliere comunale indipendente di Rifondazione, nel 2003 scaricò sotto casa Berlusconi un quintale di letame. Nunzio D’Erme, 54 anni, risponde al telefono dalla piscina comunale del Tufello dove fa l’istruttore: “Poi però devo scappa’ alla riunione del comitato popolare “. Nel 2013 a Roma ha sostenuto Sandro Medici. Ma oggi dice: “Voto Raggi”.
Un simbolo della sinistra radicale e dei movimenti perché sceglie i Cinque stelle?
“Sono sensibili sulle questioni sociali: dalle battaglie della casa ai servizi, dall’acqua pubblica al reddito. Hanno aperto un confronto fuori dalle logiche spartitorie con le esperienze di autogestione che nei quartieri hanno attivato meccanismi di resistenza alla crisi. La deputata Lombardi, ad esempio, ha fermato alcuni sfratti. In giunta hanno scelto un compagno storico delle lotte ambientaliste e contro i Prg come Paolo Berdini. E poi c’è un blocco di potere che andava mandato a casa”.
Un voto anti-Pd?
“Quel partito è il problema principale per la gabbia della legge di stabilità e le sue politiche sul lavoro, sui diritti sociali, sull’ambiente. A Roma s’è intrecciato col malaffare e la speculazione. E mo’ a Renzi j’abbiamo dato ‘na bella spallata. Aò, quelli c’hanno detto “ciaone” sulle trivelle e noi gliel’abbiamo restituito “.
La sinistra non riesce più a intercettare i bisogni dei cittadini?
“Che sinistra? Ha perso contatto con i settori popolari, non ha più radicamento sociale. Cerca solo ammucchiate elettorali, scorciatoie, ma oggi non ci sono per nessuno. Noi, movimenti autonomi, dobbiamo ricostruire un blocco sociale di giovani senza lavoro, precari, migranti, pensionati, che è stato espulso. Vediamo che succede ma intanto menomale che c’è Grillo” Addirittura?
“E sennò chissà chi pensi che vinceva ‘sta città? Meloni e Casapound “.
Si aspettava il trionfo del M5S in borgata?
“E te credo! A Tor Bella Monaca o a Corcolle la gente combatte per la qualità della vita e vota per chi pensa che possa interpretare meglio ‘ste condizioni. Se fai parte di un’élite manco te ne accorgi e resti arroccato in Centro”
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