Esulta il fronte antieuropeista dopo il "leave" del Regno Unito dalla Ue. Convocata "riunione informale" da parte del presidente del Consiglio europeo Tusk che parla di "momento drammatico" per discutere degli effetti. Farage: "Ci siamo ripresi il Paese, ora Cameron deve dimettersi".
“Il popolo britannico con un processo libero e democratico ha espresso la volontà di lasciare l’Unione europea. Siamo dispiaciuti, ma lo rispettiamo. Questa è una situazione senza precedenti, ma siamo uniti nella nostra risposta“. Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ed il presidente di turno, il premier olandese Mark Rutte – in una dichiarazione comune dei presidenti delle istituzioni europee dopo la riunione di crisi nella sede della Commissione europea – chiariscono che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea rappresenta un momento mai visto prima nella storia delle istituzioni Ue. Spiegano di rispettare l’esito della consultazione, ma allo stesso tempo sono netti: l’uscita effettiva inizia fin da ora. Primo passo: “non entrerà in vigore e cessa di esistere” l’accordo raggiunto dal premier David Cameron con la Ue nel vertice del 19 febbraio scorso con le concessioni per lo ‘statuto speciale’. “Ogni ritardo” nel negoziato con la Gran Bretagna “prolungherebbe l’incertezza senza necessità” quindi, proseguono, “ci aspettiamo che il governo del Regno Unito dia effetto alla decisione del popolo britannico al più presto possibile, per quanto doloroso il processo potrà essere il processo”.Ma i pro-Brexit non vedono né il profondo rosso delle borse né percepiscono preoccupazioni nel percorso di uscita da Bruxelles. “Ci siamo ripresi il Paese, questa è una vittoria della gente vera, della gente normale, della gente dignitosa” ha detto Nigel Farage, leader del Partito indipendentista Ukip, commentando i dati. La prossima mossa di Farage è già sul tavolo: “Dimissioni immediate di David Cameron“. Che, di fatto, arrivano in mattinata. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla Cnn parla di possibile “effetto domino” e della necessità di una nuova leadership in Europa e tra i 27 Paesi dell’Unione c’è chi vuole replicare la consultazione britannica. Capofila la leader del Front national francese, Marine Le Pen, secondo cui si apre ora uno scenario inedito. “E’ una giornata storica, adesso la realtà si è imposta: uscire dall’Unione europea è possibile”. E annuncia che, in caso di vittoria, entro sei mesi chiederà di indire un referendum per la Frexit, ovvero l’uscita della Francia dall’Unione europea. Preoccupazione e delusione invece dalle istituzioni europee. Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk che ha proposto un “incontro informale dei 27 a margine del Consiglio Europeo (del 28-29 giugno, ndr)” per parlare di “tutte le procedure per l’uscita del Regno Unito dall’Ue sono chiarite dai trattati. E – ha aggiunto – ho anche proposto ai leader di iniziare riflessioni più ampie sul futuro dell’Ue“.
Il fronte pro-Brexit da Marine Le Pen a Matteo Salvini – Alla vittoria del ‘Leave‘ segue l’ondata di reazioni delle destre europee, che dalla Francia all’Olanda esultano per il risultato britannico e chiedono anche per sé un referendum sull’uscita dall’Europa. “Vittoria della libertà!”, twitta dalla Francia la leader del Front National Marine Le Pen.”Come chiedo da anni – ha aggiunto – ora serve lo stesso referendum in Francia e nei Paesi dell’Ue“. E annuncia che se Fn vincerà le elezioni presidenziali nel 2017, Le Pen intende avviare la procedura per un referendum “Frexit”. “Lo chiedo dal 2013 – ha annunciato nel suo quartier generale a Nanterre – è una consultazione per recuperare le quattro sovranità principali della Francia, territoriale, legislativa, monetaria, economica”. La Le Pen ricorda che sono previsti “6 mesi di negoziati con la Ue” prima di tenere il referendum, poi i francesi “potranno scegliere questa strada che restituirà loro la libertà”.
Esulta anche sua nipote, nuova star del partito, Marion Le Pen: “Vittoria. Dalla Brexit alla Frexit: è ormai ora di importare la democrazia nel nostro paese. I francesi devono avere il diritto di scegliere!”. Esulta per “il coraggio dei liberi cittadini” il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che su Twitter scrive: “Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. Grazie Uk, ora tocca a noi. #Brexit”. Sulla stessa scia di Salvini è Geert Wilders, leader degli euroscettici olandesi, che su Twitter ha prefigurato una Nexit dopo la Brexit: “Hurrah per i britannici. Ora è il nostro turno. E’ tempo per un referendum olandese”. “Tempo maturo per una nuova Europa” anche per la leader del partito nazional-populista ed anti-Ue tedesco Alternative fuer Deutschland (Afd), Frauke Petry, secondo cui “l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue è un segnale al Politburo di Bruxelles e ai suoi burocratici sostenitori. Se l’Europa non abbandona finalmente l’errato esperimento para-socialista di approfondimento dell’integrazione politica – ha aggiunto Petry – altri popoli europei riconquisteranno la propria sovranità sull’esempio inglese”.
La preoccupazione di Bruxelles. Tusk: “Non cediamo a reazioni isteriche” - Se il fronte pro Brexit esulta, dalle istituzioni europee emergono solo preoccupazione e delusione per il risultato del referendum. Si dice “deluso e triste” per la “brutta notizia” il presidente del parlamento europeo, il socialista Martin Schulz, che guarda al “subbuglio dei mercati sulla valuta britannica”, aggiungendo che “i messaggi di insoddisfazione” che provengono dalla Gran Bretagna “si verificano anche in altri Paesi”. “Ora prevedo che il governo britannico prenda sul serio la volontà degli elettori e che si comincia a negoziare l’uscita in base all’art. 50 del Trattato“, ha sottolineato Schulz, che ha concluso: “Per 40 anni la relazione tra la Gran Bretagna e l’Ue è stata ambigua, ora è chiara. La volontà degli elettori deve essere rispettata. Ora c’è bisogno di un negoziato chiaro e veloce per l’uscita. Dobbiamo rispettare la volontà sovrana del Regno Unito. E’ un Paese che ha sempre oscillato e adesso hanno deciso per l’uscita. Escono dal mercato unico più grande del mondo. Basta pensare alla quotazione della sterlina, che ha raggiunto i minimi storici. Si prevedono periodi difficili“.
Parla invece di “momento drammatico” il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, che ha sottolineato che l’Unione europea “è determinata a mantenere l’unità a 27″, invitando a non cedere a “reazioni isteriche“. Perché l’Ue “è preparata anche per questo scenario negativo” e “tutte le procedure per il ritiro del Regno Unito dalla Ue sono chiare e scritte nei Trattati“. E’ netto, però, sull’impossibilità di una rinegoziazione dopo la vittoria del ‘Leave’ il leader del Ppe all’Europarlamento, il tedesco Manfred Weber. “Rispettiamo e deploriamo la decisione degli elettori britannici” che “provoca un danno maggiore a entrambe le parti, ma in prima battuta alla Gran Bretagna“, per questo “non ci può essere nessun trattamento speciale per il Regno Unito” e quindi “i negoziati di uscita devono concludersi entro due anni“. E sollecita un “momento di riflessione” per l’Europa che “vogliamo migliore e più intelligente”. Intanto in giornata sono previsti incontri e vertici fra i vari organi istituzionali per mettere a punto la prima risposta ufficiale da dare alla Brexit e a Lussemburgo, per il primo pomeriggio, è poi prevista la riunione del Consiglio affari generali.
Germania: “Brutto giorno per l’Europa” - Dello stesso tono, tra la preoccupazione e lo stupore, le reazioni che arrivano dai 27 Paesi Ue. “Maledizione, un brutto giorno per l’Europa”, ha detto il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, mentre il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier ha definito “le notizie dalla Gran Bretagna davvero deludenti”. In Germania Angela Merkel ha invitato i partiti e i capigruppo parlamentari del Bundestag a un confronto sulla vittoria della Brexit nel referendum britannico. E dal Belgio il premier belga Charles Michel invita gli omologhi Ue a convocare al più presto un ‘conclave’ senza il Regno Unito. Il presidente francese Francois Hollande parla di “scelta dolorosa che deploro profondamente per la Gran Bretagna e per l’Unione europea”. Ma, aggiunge, “è la loro scelta, dobbiamo rispettarla, e trarne tutte le conseguenze. La Gran Bretagna non farà più parte dell’Ue”.Intanto la direzione del Pd, prevista per questo pomeriggio, è stata rinviata probabilmente a venerdì della prossima settimana. La decisione, si apprende da fonti del partito, è collegata all’esito del referendum sulla Brexit.
Nessun commento:
Posta un commento