Ha illustrato la sua squadra Roberto Giachetti, candidato Pd al ballottaggio per la carica di sindaco di Roma.
«La prima novità è che i Lavori Pubblici saranno affidati a Alfonso Sabella, che se vinco diventerà capo di Gabinetto. Al professor Alberto Gambino, esperto di concorrenza e regolamento e pro-rettore dell’università europea si occuperà di attività produttiva. Flavia Perina, una donna di straordinarie capacità, dovrà rivoluzionare la comunicazione – a cui sarà a capo – in Comune. Perina per me è una scelta veramente del tutto professionale. È una donna di straordinarie capacità. Se non mi disturba che si stata di destra per tutta la vita? No, se ci sono persone brave».
«La prima novità è che i Lavori Pubblici saranno affidati a Alfonso Sabella, che se vinco diventerà capo di Gabinetto. Al professor Alberto Gambino, esperto di concorrenza e regolamento e pro-rettore dell’università europea si occuperà di attività produttiva. Flavia Perina, una donna di straordinarie capacità, dovrà rivoluzionare la comunicazione – a cui sarà a capo – in Comune. Perina per me è una scelta veramente del tutto professionale. È una donna di straordinarie capacità. Se non mi disturba che si stata di destra per tutta la vita? No, se ci sono persone brave».
Per Sabella parla il ruolo avuto a Genova 2001.
Flavia Perina, però, è un vero cazzotto in faccia agli antifascisti romani. Non si tratta infatti di una semplice ex missina, poi diventata direttrice de Il Secolo d’Italia e quindi parlamentare del Pdl con Berlusconi al seguito di Storace, Alemanno, Fini & co.
La sua biografia politica e personale è un tantino più scabrosa. Ci limitiamo a riportare quanto dice di lei Wilipedia, per non sembrare “eccessivi”.
Fin da giovanissima, aderì al Fronte della Gioventù e poi al MSI-DN. Nel 1977, a soli 19 anni, venne arrestata in una operazione di polizia, in seguito alla morte del militante di Lotta ContinuaWalter Rossi, avvenuta in uno scontro fra estrema sinistra ed estrema destra. Fu detenuta a Rebibbia per 40 giorni in regime di carcerazione preventiva, venendo poi assolta infase istruttoria.[1]Dei molti omicidi politici commessi dai fascisti in quegli anni, quello di Walter Rossi si segnalè per la particolare vigliaccheria del commando omicida, protetto in modo evidente dalla polizia che attaccava i compagni con i fascisti alle proprie spalle:
Negli anni ottanta, fondò insieme ad altre dirigenti femminili il mensile Éowyn, primo esperimento di femminismo di destra. Assunta al Secolo d’Italia, quotidiano di Alleanza Nazionale, nel 2000 ne divenne direttore responsabile.
Nel 2006, venne eletta deputato alla Camera nella lista di Alleanza Nazionale, nella circoscrizione della Toscana. Dal 6 giugno2006 è componente della VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione).
Nel 2008, è rieletta parlamentare nel Popolo della Libertà, aderendo nell’agosto 2010 a Futuro e Libertà per l’Italia.
Resta direttore politico del giornale fino al 22 marzo 2011, quando il Comitato di Amministrazione de Il Secolo la esonera dall’incarico perché “la linea editoriale del giornale è stata caratterizzata da una sostanziale assenza di pluralità di posizioni, contribuendo in tal modo alla verticale contrazione delle vendite“. In sua difesa dichiara: “l’arroganza e la prepotenza senza idee che caratterizza, purtroppo, il cosiddetto Popolo delle Libertà”.[2]
Non si ricandida alle Politiche del febbraio 2013.
Dall’aprile 2014 è condirettore dell’agenzia di stampaAdnkronos[3].
Nel febbraio 2015 è stata arruolata come giudice del talent Americano, il primo sulla notizia insieme a Malcom Pagani e a Eric Jozsef condotto da Tommaso Mattei in onda su Agon Channel.
ucciso all’età di vent’anni da un proiettile che lo colpì alla nuca il 30 settembre 1977 in Viale delle Medaglie d’Oro a Roma, mentre partecipava ad un volantinaggio antifascista.L’episodio suscitò una reazione furibonda del movimento d’allora (anche se il ’77 era già entrato in fase calante), costringendo la magistratura ad operare ben 17 arresti nelle ore immediatamente successive:
Diciassette persone, fra cui alcuni militanti del MSI-DN, vennero arrestati nelle ore successive, tra questi Flavia Perina, futuro deputato di Alleanza Nazionale[4], oltre ad Andrea Insabato che, nel 2000, avrebbe compiuto un attentato contro la sede del quotidiano comunista il manifesto, e Riccardo Bragaglia che risultò positivo al test del guanto di paraffina, ma venne in seguito comunque prosciolto poiché al successivo test con tecnologie nucleari del CNR si scoprì che le tracce riscontrate non si riferivano a polveri da sparo, ma ad elementi tipicamente presenti in una scatola di fiammiferi, fiammiferi che il Bragaglia utilizzò per accendere delle sigarette poco prima della prova del guanto di paraffina.Veramente una simpatica compagnia, non è vero?
Quel gruppo, di cui faceva parte quella sera anche Flavia Perina, riuniva infatti la creme de la creme del terrorismo neofascista a Roma.
Nel 1981 alcuni pentiti indicarono nelle persone di Cristiano Fioravanti ed Alessandro Alibrandi i possibili assassini, confermando le testimonianze dei giovani di sinistra presenti al fatto; Cristiano Fioravanti, arrestato in seguito con l’accusa di appartenenza ai Nar, ammise di avere fatto parte del gruppo uscito dalla sezione del Movimento Sociale insieme ad Alessandro Alibrandi e che entrambi erano armati, attribuendo tuttavia ad Alibrandi il colpo mortale in quanto la sua arma si sarebbe inceppata impedendogli di sparare; le sue affermazioni furono successivamente confutate dalle testimonianze rese dai compagni di Walter Rossi, i quali sostennero tutti che tale colpo fu invece esploso da Fioravanti.
A seguito della morte di Alibrandi, avvenuta in uno scontro a fuoco con la polizia, il procedimento penale fu archiviato; Fioravanti venne condannato ad una pena di nove mesi e 200.000 lire di ammenda solo per i reati concernenti il possesso di arma da fuoco. La vicenda giudiziaria si è definitivamente chiusa nel 2001 con l’incriminazione di tre compagni di Walter per falsa testimonianza ed il non luogo a procedere, per non aver commesso il fatto, nei confronti di Cristiano Fioravanti, che ora vive libero, sotto altro nome, protetto dallo stato.
Imbarcare un personaggio del genere, insomma, conferma ampiamente quel che a Roma è evidente da settimane: Giachetti e il Pd sono riusciti ad arrivare la ballottaggio, superando Meloni e Marchini, solo grazie al massiccio spostamento di voti berlusconiani dal candidato ufficiale (Marchini) al fedelissimo di Renzi. Nel caso questo voti, al ballottaggio, risultassero sufficienti a consegnare la città di Roma al blocco di potere Pd e clerico-fascista, ci sarebbe dunque lo spazio per “ripagare” tanto prezioso aiuto.
Naturalmente questo annuncio andava fatto prima del ballottaggio, in modo da veicolare con certezza i voti della destra verso Giachetti.
p.s. Dedicato a quelli che meditavano l’ennesimo “voto utile” perché”comunque antifascista”.
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