Per la Cgil, l'esito del referendum in Gran Bretagna è "la certificazione del fallimento delle politiche economiche e sociali dell'Europa". E' il succo del comunicato uscito dal sindacato di Corso d'Italiaa. Secondo la Cgil siamo in presenza di politiche che - nel vivo della crisi che si prolunga da ormai quasi un decennio - hanno prodotto il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, l'attacco al modello sociale europeo, l'aggravarsi del debito pubblico nei paesi europei più in difficoltà, la crescita delle diseguaglianze e della povertà, l'aumento della disoccupazione (specie giovanile e femminile) "a livelli che mai l'Europa aveva conosciuto”.
Secondo il sindacato di cui è leader Susanna Camusso, "proseguire in questa direzione porterebbe al definitivo divorzio tra i cittadini e l’Unione Europea. Le scelte che la Commissione e i governi devono compiere sono chiare e urgenti: cambiare i trattati e le politiche. E’ necessario puntare sulla lotta alle diseguaglianze, sulle politiche sociali, sul welfare, sugli investimenti pubblici per la crescita, sull'occupazione stabile e di prospettiva legata a istruzione avanzata e formazione di qualità, sulla tutela dei diritti civili e del lavoro, sull’integrazione”.
“Anche per la Confederazione Europea dei Sindacati - conclude la Cgil - siamo a un bivio: la Ces non può più rinviare la scelta di rilanciare la dimensione sociale dell'Europa, di pretendere il ritorno alla centralità del lavoro e del suo valore nel contesto europeo, di insistere sul cambiamento delle politiche economiche e sociali sbagliate della Commissione europea, di chiedere la ripresa del progetto di integrazione europea all'insegna dei valori della solidarietà e della condivisione e non della concorrenza tra i lavoratori e del dumping sociale tra i diversi Stati.
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