domenica 5 giugno 2016

Droga, l'allarme: sempre più in crescita quelle sintetiche.

Il mercato è ancora dominato per la maggior parte ancora da cannabis, eroina e cocaina. Al contempo però il panorama si sta facendo più eterogeneo e complesso da monitorare, con nuove sostanze che vengono sintetizzate e vendute e di cui spesso non si conoscono appieno gli effetti sulla salute.

L'Espresso di Cristina Da Rold
Droga, l'allarme: sempre più in crescita quelle sinteticheSecondo le stime, il mercato della droga ha prodotto nel 2013 un giro di denaro di 24,3 miliardi di euro, dominato per la maggior parte ancora da cannabis, eroina e cocaina. Al contempo però il panorama si sta facendo anno dopo anno più eterogeneo e complesso da monitorare, con nuove sostanze che vengono sintetizzate e vendute e di cui spesso non si conoscono appieno gli effetti sulla salute.

Nel 2015 il numero di nuove sostanze psicoattive notificate per la prima volta al sistema di allerta rapido dell’Ue è salito a 98, contro le 24 contate nel 2009, per la maggior parte cannabinoidi sintetici. Preoccupante è anche la crescita del numero di oppiacei sintetici (esclusa quindi l'eroina) presenti oggi sul mercato: nel 2013 11 paesi europei segnalavano che oltre il 10 per cento dei trattamenti per la tossicodipendenza da oppiacei sintetici era dovuta a sostanze che non erano l'eroina. Solo un anno dopo, nel 2014, questo 10 per cento veniva superato in 18 paesi.
Secondo l'ultimo Rapporto dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda) si tratta di un problema tutt'altro che secondario in un'ottica di salute pubblica, e non solo in termini di infezioni come HIV ed epatite.


Se da un lato a quanto pare si muore molto meno di overdose rispetto a qualche decennio fa, non sono pochi i problemi legati per esempio alle emergenze ospedaliere, dovute a una scarsa conoscenza degli effetti di queste nuove sostanze sintetiche. In Polonia nel 2015, i cannabinoidi sintetici (che sono cosa ben diversa dalla nota cannabis) sono stati messi in correlazione a oltre 200 ricoveri ospedalieri di emergenza in meno di una settimana.

Inoltre, molti tipi di oppiacei sono estremamente potenti e possono essere spacciati per eroina ai consumatori inesperti, comportando un elevato rischio di overdose e decesso. Sempre nel 2015 infatti, un oppiaceo sintetico, l’acetilfentanil, era stato associato a ben 32 decessi.

C'è poi il problema dei costi sanitari. Nel 2014 1,2 milioni di europei si sono sottoposti a un qualche trattamento per curare la tossicodipendenza. In generale per i 18 paesi che hanno elaborato stime negli ultimi dieci anni, la spesa pubblica per qUesto settore è stata calcolata tra lo 0,01 e lo 0,5 per cento del pil, e gli interventi sanitari rappresentano una fetta che va dal 15 al 53 per cento della spesa totale che riguarda il settore della droga.

98 nuove sostanze psicoattive solo nel 2015
A dominare il mercato delle nuove sostanze sono senza dubbio i cannabinoidi sintetici. Evidentemente non è possibile quantificare con precisione il fenomeno e avere dati sempre comparabili fra i diversi paesi; si tratta di stime basate sui dati provenienti dai sistemi di monitoraggio dei singoli stati e sul numero di sequestri di sostanze stupefacenti notificati.

Fra i 50.000 sequestri segnalati nel 2014, più del 60 per cento ha riguardato infatti cannabinoidi sintetici, che in molti casi sono ben più tossici della cannabis, tanto che a loro carico sono stati segnalati avvelenamenti di massa e decessi. Un esempio è un cannabinoide sintetico chiamato Mdmb-Chmica, una sostanza chimica individuata in più di venti miscele da fumo differenti, i cui effetti sono stati correlati nel febbraio 2016 dall’Emcdda a tredici decessi e a ventitré intossicazioni non letali.

Non è poi così facile riuscire a tracciare la presenza di queste sostanze, si legge nel rapporto. I cannabinoidi sintetici sono venduti infatti come sostituti legali della cannabis e potrebbero per questo essere pubblicizzati come “miscele di incenso esotico” proprio per eludere le leggi sulla tutela dei consumatori e sui farmaci.
Un'altra classe di sostanze in forte crescita sono i catinoni sintetici, alla base di 25 nuove sostanze segnalate nel 2015. Nel novembre dello scorso anno è stata condotta a livello europeo una valutazione dei rischi relativi dell’Alfa-Pvp, un catinone sintetico e potente psicostimolante. L’Alfa-Pvp è stato riscontrato in 191 intossicazioni acute e in 115 decessi.

Oppiacei: in aumento il consumo di quelli sintetici.
Sebbene l’eroina rimanga l’oppiaceo più diffuso, l’abuso di oppiacei sintetici (come metadone, buprenorfina, morfina e ossicodone) è in forte crescita, un dato testimoniato dal numero crescente di persone che decidono di sottoporsi a un trattamento di disintossicazione da questo tipo di sostanza. Anche qui – rilevano gli esperti - si tratta di un problema sanitario importante, dal momento che anche se il consumo di eroina e di altri oppiacei sia relativamente modesto, queste continuano a essere le droghe più comunemente associate agli effetti più dannosi.

Cannabis: la consuma l'uno per cento degli europei
La cannabis rimane comunque la prima sostanza per numero di consumatori in Europa, tanto che secondo le stime l'uno per cento degli europei dichiara di fare uso quotidiano di cannabis, principalmente fra i giovanissimi, e un europeo su quattro afferma di averne fatto uso almeno una volta nel corso della propria vita.

Si continua a morire prevalentemente di eroina
Nonostante il mercato stia diventando via via più eterogeneo, l'eroina continua a rimanere la prima causa di ricovero ospedaliero e la prima di morte per overdose in Europa, in particolare fra le classi di popolazione con più di 40 anni.

Un’analisi del 2014 effettuata dalla rete European Drug Emergencies Network (Euro-Den), ha monitorato i ricoveri di emergenza correlati al consumo di stupefacenti in 16 ospedali selezionati in 10 paesi europei. Tra le sostanze segnalate si contano l’eroina (24 per cento dei ricoveri), la cocaina (17 per cento) e la cannabis (16 per cento). In generale due terzi delle emergenze riguardavano l’uso di droghe tradizionali, un quarto farmaci da banco o con obbligo di ricetta medica e nel 6 per cento si segnalavano nuove sostanze psicoattive.
Poche donne ai trattamenti: perché?
In media le donne rappresentano meno di un quarto delle persone che si sono sottoposte a trattamenti per combattere la tossicodipendenza. Si tratta di un dato che non può non colpire, dal momento che si ripresenta per ognuna delle sostanze esaminate, e anche nel numero dei ricoveri per episodi acuti. La già citata analisi della European Drug Emergencies Network riscontrava per esempio che 7,5 ricoveri su 10 hanno interessato uomini.

Sono donne il 15 per cento degli ex-cocainomani che si recano nei centri, il 17 per cento degli iscritti a trattamenti per disintossicarsi dalla dipendenza da cannabis, il 20 per cento degli ex eroinomani, il 28 per cento di chi si disintossica da anfetamine.

Sarà perché le donne si drogano di meno? Secondo gli esperti dietro a questa disomogeneità vi sarebbe anche una profonda disparità di accesso alle cure. Le donne che si sottopongono a un trattamento della tossicodipendenza hanno esigenze più complesse, in particolare in termini di e responsabilità nella cura dei figli, e hanno pertanto bisogno di servizi più mirati e differenziati in base al genere. Servizi che spesso non ci sono.

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