Il cedimento della minoranza dem sulla controriforma costituzionale è grave all’interno della vicenda parlamentare.
Non siamo, in verità, tra
coloro che si erano fatti illusione. Ma prendiamo atto che la situazione
è cambiata, i rapporti di forza sono mutati in vista del referendum che
si svolgerà, probabilmente, nell’ottobre del prossimo anno (un
referendum che sarà impostato come plebiscito su Renzi, imperatore
massimo senza freni e controlli). Avremo bisogno di una capillare e
creativa controinformazione rimettendo al centro il fondamento politico
della Costituzione repubblicana e costruendo un sistema di alleanze
(innanzitutto sociali, ma non solo) contro una grave ferita alla
Costituzione stessa voluta da tutto il PD. Credo che dovremo saper
coinvolgere a fondo sindacati, movimenti, coalizioni sociali.
Lotte democratiche e sociali sono, infatti, sempre più connesse. Il combinato disposto tra controriforma costituzionale e legge elettorale Italicum crea, infatti, un presidenzialismo di fatto, senza controlli e regole. Un impianto che ha in Europa in solo parziale precedente nel sistema ungherese di Orban. Se ne faccia una ragione Bersani: nell’accordo fatto con la Boschi e Verdini la elezione popolare dei senatori, di cui aveva fatto tardiva e disperata bandiera (dopo aver colpevolmente approvato l’incostituzionale Italicum) non c’è. Inutile che faccia sgangherata propaganda. Credo abbia ragione il costituzionalista prof. Massimo Villone che, anche a nome del Coordinamento per la difesa della Costituzione, di cui siamo parte, ha spiegato il 24 settembre, anche sul piano tecnico/giuridico, scrivendo su “il manifesto” che l’emendamento PD non può in alcun modo “essere gabellato come ripristino dell’elettività dei senatori”.
La riforma era pessima e tale rimane. Si ritorna ai famigerati “listini regionali”mascherati. Dove si è mai vista una soluzione costituzionale che stabilisce che la rappresentanza appartiene per metà all’elettore e per metà ai consigli regionali? E come si applica il sistema ai sindaci che sono eletti con elezione diretta?
Un pericoloso pasticcio. Ma non possiamo arrenderci. Difenderemo, dinanzi alla Corte Costituzionale, nelle piazze, anche con i ricorsi giurisdizionali contro l’Italicum, l’impianto della nostra Costituzione.
Lotte democratiche e sociali sono, infatti, sempre più connesse. Il combinato disposto tra controriforma costituzionale e legge elettorale Italicum crea, infatti, un presidenzialismo di fatto, senza controlli e regole. Un impianto che ha in Europa in solo parziale precedente nel sistema ungherese di Orban. Se ne faccia una ragione Bersani: nell’accordo fatto con la Boschi e Verdini la elezione popolare dei senatori, di cui aveva fatto tardiva e disperata bandiera (dopo aver colpevolmente approvato l’incostituzionale Italicum) non c’è. Inutile che faccia sgangherata propaganda. Credo abbia ragione il costituzionalista prof. Massimo Villone che, anche a nome del Coordinamento per la difesa della Costituzione, di cui siamo parte, ha spiegato il 24 settembre, anche sul piano tecnico/giuridico, scrivendo su “il manifesto” che l’emendamento PD non può in alcun modo “essere gabellato come ripristino dell’elettività dei senatori”.
La riforma era pessima e tale rimane. Si ritorna ai famigerati “listini regionali”mascherati. Dove si è mai vista una soluzione costituzionale che stabilisce che la rappresentanza appartiene per metà all’elettore e per metà ai consigli regionali? E come si applica il sistema ai sindaci che sono eletti con elezione diretta?
Un pericoloso pasticcio. Ma non possiamo arrenderci. Difenderemo, dinanzi alla Corte Costituzionale, nelle piazze, anche con i ricorsi giurisdizionali contro l’Italicum, l’impianto della nostra Costituzione.
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