Dalla legge sulle intercettazioni all'abolizione dell'articolo 18 e del Senato: se le cose che sta facendo Matteo Renzi le avesse fatte Silvio Berlusconi "avremmo riempito piazze e pagine di giornali".
Non è solo un problema della stampa, però, scrive Fo:
"Abbiamo oggi una classe d'intellettuali che in gran parte ha perso il tamburo, un formidabile strumento per svegliare i bambini imbambolati. Tacciono in molti: non hanno dignità e quindi non s'indignano. Ecco cos'è terribile e incredibile: la mancanza di indignazione". "Molti pensano: ma chi me lo fa fare di espormi? Un giorno magari avrò bisogno di qualcosa, di un favore, di un aiuto da chi ora sto criticando. Tutto è giocato sui ricatti, sulla possibilità di avere un vantaggio. Chi fa informazione o opinione ha capito una cosa: bisogna stare al gioco".
Secondo Dario Fo, "se ti metti a criticare, se obietti, se fai anche solo riflessioni non gradite, vieni semplicemente cancellato. Ormai l'andazzo è questo: segnare sulla lavaagna i nomi di coloro che si "sono comportati male". Chi non si allinea è fuori. E per fuori intendo fuori da tutto".
Per il premio Nobel quindi le conseguenze " di questo pensiero non unico ma asservito, conformista e opportunista sono terribili". Scrive Fo:
Spariscono gli anticorpi. Questo potenzialmente crea una società di inetti e di leccapiedi. Basta guardare i parlamentari che giustificano i loro voltafaccia con il caro vecchio 'Io tengo famiglia', una filastrocca dei tempi del Fascismo.Lancia quindi l'allarme: "Vedo un accerchiamento della libertà d'espressione, le persone che hanno coraggio vengono emarginate".
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