La centralità di Putin. È il cruccio degli avversari del premier russo nelle cancelliere internazionali. Dopo l'esclusione dal G8, a causa dell'intervento militare per annettere la Crimea alla Russia, Vladimir Putin torna centrale sulla scena mondiale incontrando Barack Obama a margine dell'assemblea dell'Onu. Ucraina, ma soprattutto Siria e la lotta al terrorismo saranno i temi caldi da affrontare.
Il premier russo arriverà di fronte al presidente degli Stati Uniti forte dell'accordo raggiunto con Iraq, Siria e Iran per costituire un comitato nel quale si condivideranno le notizie d'intelligence. Putin ha fatto sapere infatti che cerca di mettere in campo un "quadro di coordinamento" per combattere gli jihadisti dello Stato islamico (Isis) in Iraq e Siria. Il messaggio che vuole inviare alla Casa Bianca, alla vigilia dell'incontro, è chiaro e riguarda quindi la Siria: è la Russia con cui si deve trattare adesso sullo scenario mediorientale. Non solo. Putin ha anche attaccato il sostegno americano ai ribelli in Siria, bollandolo come "illegale e inutile" nelle interviste alle tv americane Cbs e Pbs. "La fornitura di sostegno militare alle strutture illegali - ha detto - contrasta con i principi del diritto internazionale e della carta Onu". Il premier russo ha quindi difeso il suo impegno a fianco di Assad, precisando che si tratta di fornitura di armi, addestramento militare e invio di aiuti umanitari alla popolazione. Così facendo, ha sottolineato, "ci basiamo sulla Carta delle Nazioni Unite" che prevede che gli aiuti, "compresa l’assistenza militare, possano e debbano essere forniti esclusivamente ai governi legittimi".
L'incontro tra Obama e Putin avviene all'indomani dei raid aerei della Francia in Siria che hanno colpito basi di terroristi. Francois Hollande ha parlato di "legittima difesa del territorio francese. Il futuro della Siria non è con Assad - ha detto - e in questo periodo dobbiamo cercare una soluzione politica e proteggere i nostri interessi con alcune operazioni specifiche". L'Italia ha preso subito le distanze. "Noi non facciamo raid o blitz. In Siria è importante evitare che si ripeta una Libia bis", ha detto il premier Matteo Renzi invitando a non fare "interventi spot come in Libia" perché ancora si pagano le conseguenza di quelle azioni. In fondo fu proprio la Francia a guidare i primi attacchi che portarono al crollo del regime di Muhammar Gheddafi nel 2011 e di conseguenza oggi si vive una situazione di instabilità che provoca ancora ondate migratorie.
L'Italia vuole scongiurare tutto questo e ricorda di essere stata sempre contraria a un intervento militare in Siria. È la Francia quindi che ha cambiato idea. Il governo italiano si augura che avvenga una graduale transizione: l'allontanamento di Assad ci dovrà essere ma non con la forza. Perché - come sostiene anche la Russia - buttare giù Assad significa mettere a rischio l'equilibrio della Siria, il cui controllo militare contro i terroristi dipende dall'esercito del presidente siriano. Quindi è necessaria un'azione che non sia cruenta, perché se viene meno Assad con il suo esercito si rischia di consegnare il Paese nelle mani dell'Isis.
Nel faccia a faccia, Obama e Putin dovranno quindi fare i conti con uno scenario mutato alla luce dei nuovi attacchi francese. Come spiega l'ex premier Romano Prodi "la Siria è sempre stata una figlia della Francia, Chirac era il papà, il confessore dei siriani. Oggi è ricominciato, ed era ora, il dialogo Usa-Russia contro l'Isis e la Francia non vuole stare dietro di questo gioco. L'unico esercito che può contrastare l'Isis è l'esercito di Assad, che è amico di Putin ma non di Obama. Se il colloquio Usa-Russia va avanti il terrorismo va davvero in difficoltà". Anche Renzi, parlando degli attori in campo, ha detto che "è importante coinvolgere tutti" e che "vede in modo positivo l'incontro tra Obama e Putin". Poi ha aggiunto: "L'Italia da sempre ha detto che si deve coinvolgere la Russia, non per un problema specifico economico o per problemi energetici, ma perché è un attore fondamentale sullo scacchiere mondiale". In questo momento, per risolvere il conflitto siriano, sembra essere più che altro l'attore principale.
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