L'incubo di una secessione della Catalogna si fa più minaccioso stasera per Madrid dopo le elezioni regionali catalane che, secondo i primi exit poll, fanno registrare una vittoria del campo indipendentista, con una maggioranza assoluta di seggi (fra 74 e 79 su 135) nel nuovo parlamento di Barcellona.
Mas, che ha trasformato queste regionali anticipate in un plebiscito sull'indipendenza in un muro contro muro con Madrid, intende avviare la 'disconnessione' della Catalogna dalla Spagna con l'obiettivo di arrivare alla secessione - malgrado la durissima opposizione del governo centrale - entro il 2017. I 5,5 milioni di elettori catalani si sono mobilitati in massa, trascinati dalla consapevolezza dell'importanza storica della consultazione, la più importante per la Spagna dalla fine del franchismo secondo la stampa di Madrid e di Barcellona. L'affluenza alle urne già alle 18 era superiore di 7 punti (al 63,4%) rispetto ai dati delle elezioni del 2012.
Per il premier popolare spagnolo Mariano Rajoy, protagonista di una strategia di scontro totale con Mas, il risultato delle elezioni catalane - se sarà confermato dai dati definitivi - segna una netta sconfitta. Il Pp arriva ultimo con il 7,7% dei voti (fra 9 e 11 seggi), superato dai socialisti del Psc (12% e 14-16 seggi), la lista di Podemos (10,4% e 12-14) e dalla seconda lista indipendentista, quella dei radicali di sinistra della Cup (9,1% e 11-13). Il partito moderato anti-sistema e anti-secessione Ciudadanos di Albert Rivera, che aspira a superare il Pp di Rajoy alle politiche spagnole di dicembre, ed in futuro potenzialmente a sostituirlo, registra un netto successo e arriva secondo con 19-21 seggi e il 15,4% dei voti. Un'altra cattiva notizia per Rajoy in vista delle legislative di dicembre, che potrebbero segnare la fine della carriera politica dell'attuale premier spagnolo.
Sempre se i dati dell'exit poll della catalana Tv3 saranno confermati, la lista Junts Pel Sì di Mas avrà bisogno dell'appoggio dei radicali della Cup per formare il nuovo governo secessionista catalano, che dovrebbe portare ad elezioni costituenti e alla secessione in 18 mesi. Una strada comunque tutta in salita per Mas, impegnato in un braccio di ferro politico e istituzionale con Madrid, che minaccia addirittura di destituirlo. Ma prima il presidente uscente, se si conferma che Junts Pel Sì non avrà da sola la maggioranza assoluta di 68 seggi, dovrà negoziare con la Cup la formazione di una maggioranza di governo secessionista. Gli indipendentisti radicali di sinistra finora hanno detto di essere contrari alla rielezione del centrista Mas alla presidenza e di preferire il capolista di Junts Pel Sì, Raul Romeva. Molto dipenderà dal rapporto di forza finale fra le due formazioni indipendentiste.
La vittoria del campo della secessione ha suscitato l'entusiasmo dei sostenitori delle 'piccole patrie' nell'Ue. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha scritto su Facebook "Forza Catalunya! Alla faccia di Bruxelles e degli Stati centralisti, che vogliono cancellare popoli, lingue, culture, identità e lavoro, c'è chi resiste e partecipa, nel nome della Libertà. Grazie!". Soddisfatto anche l'ex ministro delle finanze greco Yannis Varufakis: "Siamo tutti vittime di una crisi non necessaria. Tutte queste scosse telluriche, come questa in Spagna, devono rafforzare l'Europa".
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