martedì 29 settembre 2015

Poste, aumento delle tariffe e taglio dei servizi: effetti immediati della privatizzazione. I consumatori: "Vigileremo attentamente".

Dal primo ottobre scattano le nuove tariffe di Poste italiane e la sperimentazione della consegna della posta a giorni alterni, in una prima fase che per ora interesserà alcuni comuni di Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
La posta ordinaria costerà 0,95 euro, la posta prioritaria avrà tariffe a partire da 2,80 euro. Le associazioni dei consumatori sono scettiche e temono un peggioramento del servizio. Online Poste Italiane ha pubblicato il dettaglio delle “nuove condizioni del servizio postale universale” che scatteranno appunto il primo ottobre. In particolare, spiega Poste, “sarà rilasciata una nuova gamma di servizi di base di posta ordinaria, “Posta4” / “Posta4pro” per l’Italia e “Postamail Internazionale” per l’estero. Sono previste tariffe a partire da euro 0,95 per la Posta4, euro 0,85 per la Posta4pro ed euro 1,00 per la Postamail Internazionale”.

Saranno poi ridefiniti “i servizi di posta prioritaria, “Posta1” / “Posta1pro” per l’Italia e “Postapriority Internazionale” per l’estero, arricchiti con una funzionalità che – previa apposizione dell’apposita etichetta che contiene un codice – permette di ricevere nel caso della “Posta1” e “Posta1pro” per l’Italia l’informazione sull’esito di consegna e, nel caso della Postapriority Internazionale, l’informazione sull’arrivo al centro di scambio internazionale di Poste Italiane. Sono previste tariffe a partire da euro 2,80 per Posta1, euro 2,10 per Posta1pro ed euro 3,50 per Postapriority Internazionale (per l’estero Zona 1)”.
In alcune località partirà poi la consegna della posta a giorni alterni su base bisettimanale da lunedì al venerdì (lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana – martedì e giovedì in quella successiva).

La stessa Poste in una nota ha annunciato che “in vista della prossima quotazione in borsa, Poste Italiane e le Organizzazioni sindacali hanno firmato l’ipotesi di accordo sulla riorganizzazione della funzione Posta, Comunicazione e Logistica, prevista dal Piano Strategico “Poste 2020”. Nel piano di sviluppo c’è dunque la “diversificazione dei modelli di recapito in funzione delle specifiche esigenze di business, delle caratteristiche orografiche del territorio e della densità dei flussi logistici”. Il modello di recapito individua tre aree diverse. “Per le Aree metropolitane con elevata “densità postale” e forte pressione competitiva, è prevista la creazione di una rete dedicata al recapito al destinatario, che sarà denominata “Linea Plus Metropolitana” – dice Poste – Nei Capoluoghi di provincia e nelle aree extraurbane non regolate il servizio di recapito sarà svolto a giorni alterni con la creazione di una articolazione addizionale che assicurerà prevalentemente il recapito quotidiano dei prodotti con livello di servizio j+1. Le Aree extraurbane regolate includono infine circa 5300 comuni in cui il recapito sarà eseguito a giorni alterni, come previsto dalla delibera AGCom n. 395/15/cons”.

Ancora ritocchi all’insù dei prezzi, denunciano però Federconsumatori e Adusbef. “Aumenti all’apparenza irrisori, ma che appaiono assolutamente ingiustificati se si considera che nell’ultimo anno si sono registrati incrementi del 30 per cento delle tariffe e se, in ogni caso, vengono rapportati alla qualità del servizio offerto dall’azienda. Il servizio postale nel nostro Paese – affermano le due associazioni – lascia ancora molto a desiderare. Bollette che vengono recapitate già scadute, pacchi e corrispondenza smarrita. Tutte carenze che gettano gravi ombre sul piano di razionalizzazione degli uffici diseconomici e sul modello di recapito a giorni alterni. Il primo rappresenta un enorme disagio per i cittadini, a maggior ragione considerando che i clienti sono in molti casi persone anziane. Il secondo causerà ulteriori ritardi nella consegna della corrispondenza, andando a peggiorare oltremodo un servizio che di universale, ormai, ha solo il nome”. A regime il recapito a giorni alterni dovrà coinvolgere oltre 5 mila comuni: in questa prima fase ne sono interessati 258 con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.

“Abbiamo forti dubbi su tali operazioni e li abbiamo già espressi all’incontro con l’azienda – dicono Federconsumatori e Adusbef – Il criterio strettamente ragionieristico adottato non giustifica l’annunciato arretramento dei servizi e il ridimensionamento delle attività di sportello. Non esiteremo a denunciare formalmente i disservizi nel momento in cui i nostri timori si realizzeranno”.

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