Storace lancia un altro allarme su un appalto gestito da Elisabetta Longo.
osservatorelaziale.it Redazione
Lo scandalo della sanità del Lazio e delle ombre di Mafia Capitale dopo gli interrogativi sugli appalti al Cup continuano a destare sospetti. Sembra una bomba ad orologeria che potrebbe far scoppiare la terza ondata di arresti. "Guanti di lattice monouso da comprare. Per un appalto da 16 milioni di euro. In mezzo, a gestire il tutto, sempre Elisabetta Longo. Un ruolo se lo ricava anche il direttore generale del S. Andrea, Egisto Bianconi. Meglio, l'ex, dato che è stato arrestato, nel più totale e assoluto silenzio di Zingaretti che lì, a guidare il S. Andrea, ce l'ha messo, nell'ambito dell'inchiesta Caro Estinto, sulle tangenti per le bare». Lo dichiara, in una norta, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
«Dopo aver già denunciato, le irregolarità della gara Cup; le incongruenze della gara per i Servizi multitecnologici nella sanità; quelle della gara per la pulizia delle sedi Cotral; quelle per l'acquisto delle ambulanze per il 118; e quelle per l'inchiesta Lazio Service; Storace ora lancia l'allarme anche su questa nuova gara regionale», prosegue la nota. «Ad agosto, Zingaretti fugge dal Consiglio - dice Storace - lo fa sconvocare di notte, nel silenzio della stampa: troppe risposte da dare sulla trasparenza, a partire proprio dalla Longo. La stessa Longo - autrice di una lettera di minacce nei miei confronti, reo di fare il mio lavoro di consigliere e controllore - che, nonostante l'annunciata rotazione dal suo posto legata proprio a quella lettera di minacce, sta ancora lì e ce la troviamo oggi a dover decidere sull'acquisto dei guanti di lattice. Una gara partita il 24 aprile, quasi 16 milioni di euro, per acquistare guanti monouso da destinare alle aziende sanitarie. Il 24 luglio la Longo, dopo il can can sollevato sulla sua gestione della prima e della seconda gara Cup e sulla sua opacità a fornire risposte ai consiglieri, annunciava la sua richiesta di essere destinata ad altro incarico, richiesta subito accettata. Il 13 agosto - ricostruisce Storace su Il Giornale d'Italia - in Regione si lavorava per scegliere i membri della commissione aggiudicatrice della gara, due effettivi e due supplenti, più il presidente. La Longo, scottata dall'inchiesta Cup, aveva preparato i 'criterì: la scelta del presidente della commissione delegata alla direzione sanità; gli altri membri su proposta dei direttori generali delle aziende sanitarie, con curriculum da sorteggiare. Tra i membri designati - anche se in posizione supplente - il nominativo indicato in data 23 luglio dal direttore generale del Sant'Andrea, Egisto Bianconi, arrestato sette giorni dopo. Poi, il 20 agosto, la nomina della commissione aggiudicatrice, ovviamente a firma Longo, che nel frattempo non è stata »rapidamente« sostituita e si è ben guardata dall'eccepire alcunché sulla designazione pervenuta dal Sant'Andrea. La valutazione sull'opportunità affidata alle estrazioni dei nomi. Con la parola 'trasparenzà - conclude Storace - Zingaretti si sciacqua la bocca».
Lo scandalo della sanità del Lazio e delle ombre di Mafia Capitale dopo gli interrogativi sugli appalti al Cup continuano a destare sospetti. Sembra una bomba ad orologeria che potrebbe far scoppiare la terza ondata di arresti. "Guanti di lattice monouso da comprare. Per un appalto da 16 milioni di euro. In mezzo, a gestire il tutto, sempre Elisabetta Longo. Un ruolo se lo ricava anche il direttore generale del S. Andrea, Egisto Bianconi. Meglio, l'ex, dato che è stato arrestato, nel più totale e assoluto silenzio di Zingaretti che lì, a guidare il S. Andrea, ce l'ha messo, nell'ambito dell'inchiesta Caro Estinto, sulle tangenti per le bare». Lo dichiara, in una norta, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
«Dopo aver già denunciato, le irregolarità della gara Cup; le incongruenze della gara per i Servizi multitecnologici nella sanità; quelle della gara per la pulizia delle sedi Cotral; quelle per l'acquisto delle ambulanze per il 118; e quelle per l'inchiesta Lazio Service; Storace ora lancia l'allarme anche su questa nuova gara regionale», prosegue la nota. «Ad agosto, Zingaretti fugge dal Consiglio - dice Storace - lo fa sconvocare di notte, nel silenzio della stampa: troppe risposte da dare sulla trasparenza, a partire proprio dalla Longo. La stessa Longo - autrice di una lettera di minacce nei miei confronti, reo di fare il mio lavoro di consigliere e controllore - che, nonostante l'annunciata rotazione dal suo posto legata proprio a quella lettera di minacce, sta ancora lì e ce la troviamo oggi a dover decidere sull'acquisto dei guanti di lattice. Una gara partita il 24 aprile, quasi 16 milioni di euro, per acquistare guanti monouso da destinare alle aziende sanitarie. Il 24 luglio la Longo, dopo il can can sollevato sulla sua gestione della prima e della seconda gara Cup e sulla sua opacità a fornire risposte ai consiglieri, annunciava la sua richiesta di essere destinata ad altro incarico, richiesta subito accettata. Il 13 agosto - ricostruisce Storace su Il Giornale d'Italia - in Regione si lavorava per scegliere i membri della commissione aggiudicatrice della gara, due effettivi e due supplenti, più il presidente. La Longo, scottata dall'inchiesta Cup, aveva preparato i 'criterì: la scelta del presidente della commissione delegata alla direzione sanità; gli altri membri su proposta dei direttori generali delle aziende sanitarie, con curriculum da sorteggiare. Tra i membri designati - anche se in posizione supplente - il nominativo indicato in data 23 luglio dal direttore generale del Sant'Andrea, Egisto Bianconi, arrestato sette giorni dopo. Poi, il 20 agosto, la nomina della commissione aggiudicatrice, ovviamente a firma Longo, che nel frattempo non è stata »rapidamente« sostituita e si è ben guardata dall'eccepire alcunché sulla designazione pervenuta dal Sant'Andrea. La valutazione sull'opportunità affidata alle estrazioni dei nomi. Con la parola 'trasparenzà - conclude Storace - Zingaretti si sciacqua la bocca».
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