Le recenti affermazioni del Presidente della commissione Affari Sociali ad evitare scontri ideologici sul tema della cannabis e l’invito a risolvere problemi concreti, sono affermazioni che vanno in contrasto alla votazione effettuata per l’approvazione della coltivazione personale di cannabis.
Questa posizione è comunque in linea con l’apertura della II Commissione Giustizia al dialogo verso una politica sugli stupefacenti, che ha portato all’audizione dell’Associazione ASCIA, con la consegna di documentazione sul fallimento del proibizionismo e la richiesta di politiche tolleranti nei confronti dei coltivatori di cannabis per uso personale e trova assolutamente coerente anche la richiesta avanzata dall’ On. Daniele Farina e sostenuta dall’ On. Ferraresi, per il superamento delle politiche disegnate dal DPA nelle persone del dott. Giovanni Serpelloni e di Carlo Giovanardi.
Tra i documenti portati in sede di audizione, è stato presentato il confronto tra politiche di approccio verso gli stupefacenti attraverso politiche sanitarie (quindi basate sulla prevenzione e il recupero), piuttosto che repressive (la caccia alle streghe di stampo proibizionista).
In questo panorama politico Italiano, è ancora forte il baluardo oscurantista dell’ipocrisia ma i dati riportati nei documenti scritti e redatti da Europol e EMCDDA, “Relazione europea sulla droga 2013“, “Eu serious and organised crime threat assessment 2013” ed “EU Drug Markets Report: a strategic analysis” sono chiari:
- Una valutazione comparata di costi e benefici dei possibili percorsi d’azione alternativi, può costituire un importante elemento di valutazione politica
- Il mercato della cannabis rimarrà ampio e complesso senza alcuna prevista diminuzione della domanda
- E’ urgente il miglioramento del monitoraggio della produzione ed i flussi di traffico di cannabis all’interno e tra gli stati dell’UE e migliorare il monitoraggio della produzione domestica
Alla luce di queste necessità viene da domandarsi su quali basi l’attuale Governo ha intenzione di procedere, quale analisi possa esserci sul significato di votazioni contraddittorie e come intende verificare la reale volontà di superamento del problema.
L’uso di cannabis è praticato da milioni di cittadini e non ha colore politico, ma viene discusso con argomentazioni basate solo su principi ideologici.
Andrebbe analizzato e compreso invece nella sua atipicità dalle altre sostanze stupefacenti, anche e soprattutto in virtù del fallimento delle politiche fino ad oggi adottate, che hanno portato ad un aumento della diffusione delle sostanze in generale tra la popolazione, un fenomeno che ha infatti portato alla dichiarazione allarmistica del ministro Lorenzin che lancia il solito allarme inutile e inconcludente, per cercare di arginare un’emergenza costruita a tavolino: “Il consumo di droga e’ un’emergenza nazionale“.
Andrebbe analizzato e compreso invece nella sua atipicità dalle altre sostanze stupefacenti, anche e soprattutto in virtù del fallimento delle politiche fino ad oggi adottate, che hanno portato ad un aumento della diffusione delle sostanze in generale tra la popolazione, un fenomeno che ha infatti portato alla dichiarazione allarmistica del ministro Lorenzin che lancia il solito allarme inutile e inconcludente, per cercare di arginare un’emergenza costruita a tavolino: “Il consumo di droga e’ un’emergenza nazionale“.
E’ quindi necessario un cambio di rotta nell’affrontare il tema della riduzione della diffusione di stupefacenti e della regolamentazione della cannabis, ed è necessario che lo si risolva con metodi che riescano a dare risultati.
Il Portogallo è riuscito a diminuire l’uso di stupefacenti, depenalizzandolo e prevedendo percorsi di recupero e le forze dell’ordine sono estranee ai fenomeni di consumo personale.
In Spagna è tollerata la coltivazione di cannabis ed è possibile associarsi ad un Cannabis Social Club per poter coltivare fino a 3 piante ed avere accesso all’uso della sostanza.
Negli Stati Uniti, negli Stati dove è stata regolamentata la produzione, il consumo e la vendita di cannabis attraverso dispensari autorizzati, ha visto ridurre il crimine e un controllo sulla produzione.
Di fronte a queste esperienze di altri Paesi viene ancora da domandarsi che cosa ha portato a queste ultime votazioni dove l’uso di cannabis e la coltivazione personale sono ancora considerate un reato?
Da questo Governo ci sono sette milioni di italiani che vogliono avere delle risposte e la prima di queste è la accettazione della coltivazione ad uso personale di cannabis.
Giorgio Gatti www.scrivialtuodirettore.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento