domenica 13 aprile 2014

Addio Karol

Karol non c’è più. Dif­fi­cile per­fino scri­verlo. Per­ché l’immagine di K. S. Karol, e il suo legame con Ros­sana Ros­sanda, sono stretti indis­so­lu­bil­mente alla sto­ria del mani­fe­sto, meglio ancora, alla nostra nascita. Qui, nel col­let­tivo, anche i gio­va­nis­simi hanno memo­ria di lui. Con il suo repor­tage dalle prime basi rosse di Mao del resto ha ini­zio la vita del gior­nale ere­tico diretto da Luigi Pintor.

Ma soprat­tutto resta indi­men­ti­ca­bile per noi la sua per­sona, la sua iro­nia, la sua scrit­tura, il suo gior­na­li­smo coin­vol­gente. Che ci illu­mi­nava sulla Cina della Rivo­lu­zione cul­tu­rale e poi su quella tur­bi­nosa del dopo-Mao, sulla svolta di Gor­ba­ciov a metà anni Ottanta nell’Unione sovie­tica e poi sul crollo improv­viso del Muro di Ber­lino nell’89, fino ai primi disin­canti e alle nuove guerre.
Un lavoro sul «socia­li­smo reale» che è il cuore della nostra ricerca col­let­tiva. E che lo vedeva pro­ta­go­ni­sta sul campo dell’informazione inter­na­zio­nale anche nella reda­zione del «Nou­vel Obser­va­teur». Quando par­te­ci­pava alle nostre riu­nioni di reda­zione, le sue rifles­sioni, mai pedanti e sem­pre bril­lanti, tra­smet­te­vano la forza di un ado­le­scente che ha in tasca il mondo e vuole cam­biarlo. Un eterno «Solik», quello delle vicende for­tu­nose di lui gio­vane comu­ni­sta polacco volon­ta­rio nella Rus­sia in guerra.
Addio Karol, da tutto il dif­fuso e pre­sente in reda­zione, col­let­tivo del mani­fe­sto.
E un abbrac­cio for­tis­simo a Rossana.

Nessun commento:

Posta un commento