Cannabis legale, un altro buco nell’acqua. È passato un anno dal debutto in Parlamento della proposta di legge che avrebbe dovuto legalizzarla, invece alla Camera è passato solo l’uso terapeutico ed è stata stralciata la parte sulla legalizzazione. È accaduto mercoledì 26 luglio: le commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera hanno adottato un testo base – quindi non definitivo – per proseguire i lavori. Solo che il testo in questione è quello proposto dalla relatrice Pd per la XII commissione Margherita Miotto, preferito dal comitato ristretto che lavorava in materia: dieci articoli in cui non c’è traccia di quella proposta che sembrava segnare una svolta. Tra mille polemiche e scetticismi, è vero. Per esempio sul fatto che l’iter si sarebbe potuto concludere prima della fine della legislatura. Alla fine, infatti, la proposta iniziale non passa e il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per l’11 settembre. Il tempo rema contro. A favore del testo che segna un passo indietro rispetto alla proposta iniziale hanno votato Pd, Lega, Ncd e Forza Italia. Immediata la prima reazione con una bagarre a Montecitorio tra Movimento 5 stelle e Radicali da un lato e Pd dall’altro. “Le mafie ringraziano”, hanno detto i Radicali. E i grillini: “I dem hanno fatto peggio di Giovanardi”. E hanno protestato i firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel novembre scorso da Radicali Italiani e Associazione Coscioni che pure prevede la regolamentazione della produzione, del consumo e del commercio della cannabis e dei suoi derivati. Una proposta appena passata alle Commissioni competenti e attualmente in attesa di calendarizzazione.