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Mentre esplode il panico mondiale per il coronavirus e la Turchia (Nato) protegge 30.000 terroristi e li usa come arma contro i curdi e la Siria, che sta tentando con l’aiuto della Russia di finire di riprendersi il suo territorio nazionale attorno alla città di Idlib, “Russia
Today” annuncia che Netanyahu intende procedere con il progetto per
costruire 3.500 abitazioni per i coloni israeliani nel West Bank, cioè
in Cisgiordania. Quando ha presentato il suo piano di pace alla Casa
Bianca, insieme a Trump, subito dopo Netanyahu ha detto: se i
palestinesi accettano la nostra proposta, bene; se non la accettano, noi
procediamo comunque. E dato che la proposta (inaccettabile) è stata
respinta seccamente, lui procede. Ogni volta che si avvicina una
possibile soluzione al conflitto israelo-palestinese, esplode
puntualmente una crisi.
I governi israeliani si sono sempre detti pronti a discutere: a Oslo
l’accordo sembrava vicinissimo. Ogni volta che si arriva a un passo
dalla soluzione, poi l’accordo viene fatto saltare. Dopodichè, un pezzo
di Palestina viene portato via.
Il territorio palestinese è diventato sempre più piccolo e
frazionato: per passare da un appezzamento palestinese a un altro
bisogna passare attraverso i posti di blocco dell’esercito israeliano.
Se guardate la cartina, vi accorgere che l’idea stessa di uno Stato
palestinese, oggi, fisicamente, ormai non è più praticabile. Di fatto,
uno Stato palestinese non c’è più: la riva occidentale del Giordano se
la sono già presa tutta, a pezzettini. E il sistema degli insediamenti
dei coloni è fatto in modo scientifico, per continuare a tagliare fuori
pezzi di territorio palestinese, in modo che i palestinesi (in gran
parte agricoltori) non possano più muoversi per vendere i loro prodotti,
né usare le sorgenti d’acqua. Persino per andare a scuola, i bambini
palestinesi devono superare posti di blocco. Nel cosiddetto progetto di
pace Trump-Netanyahu, come regalo americano, era addirittura previsto un
ponte: dalla Striscia di Gaza avrebbe collegato alcuni territori
palestinesi. Per non disturbare il possesso israeliano dei Territori
Occupati, il ponte li avrebbe scavalcati.
Fantastico, no? Noi vi prendiamo la terra, e in cambio vi facciamo il
ponte. E dato che l’accordo poi non c’è stato (non poteva esserci),
loro adesso si pigliano un altro pezzo di territorio e ci mettono altre
3.500 abitazioni, altre migliaia di persone. Così fanno: creano una
nuova località abitata, e poi la militarizzano per evitare
controffensive palestinesi di qualunque genere. Questo è il modo con cui
Israele
si prende tutta la Palestina, e con si troverà a dominare tutto il
territorio – per una generazione: poi, quando i palestinesi cresceranno
di numero, le cose cambieranno, visto che i campi profughi palestinesi
stanno per esplodere, sul piano demografico. Gli israeliani, comunque,
pensano ugualmente di estendersi. Ma attenzione: dietro al loro comportamento (prima trattiamo, ma poi rompiamo e prendiamo), c’è sempre l’idea del Grande Israele, cioè la terra che Dio ha dato ad Abramo. Quindi non c’è niente da fare: è quello, che vogliono.
Loro vogliono il Libano, vogliono un pezzo di Iraq, un pezzo di Siria.
Vogliono farsi il loro territorio “biblico”. Muovendoti su questo
terreno, non potrai mai trovare un accordo: dietro a questo
ragionamento, che sembra politico ma invece è religioso (di fanatismo
religioso), non c’è la possibilità di nessun accordo. Cioè: se Dio ci ha
dato questa terra, nessuno può entrare in discussione con Dio, perché è
Dio che ce l’ha data, questa terra. Quindi, tutti quelli che ce lo
impediscono, non sono contro di noi: sono contro Dio. E quindi non c’è
modo di discutere. L’unica possibilità è quella di un’imposizione che la
comunità occidentale dovrebbe prima o poi decidere di attuare. Ma ora è
tardi, perché non c’è più la possibilità materiale di uno Stato
palestinese. Io credo quindi che non ci si possa attendere altro che un
peggioramento sistematico, continuo: sangue. Ci sarà ancora tanto
sangue, purtroppo.
(Giulietto Chiesa, dichiarazioni rilasciate nel colloquio con Massimo Mazzucco durante la trasmissione di “Contro Tv” del 28 febbraio 2020, ripresa su YouTube e sul sito “Luogo Comune“).
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